Nel Ferrarese 125 chilometri con il percorso Destra. Un’escursione che promette tante sorprese a partire dalla Rocca Possente di Stellata di Bondeno
Le ciclovie lungo il Po nel Ferrarese offrono un viaggio tra storia e natura, da Bondeno a Gorino Ferrarese, passando per luoghi suggestivi come Ro e Mesola. Un percorso che si snoda tra mulini, castelli e riserve naturali, fino a raggiungere il mare.
"Gli argini del Po sono la poltrona privilegiata del paesaggio padano", scrisse Carlo Linati, viaggiatore, giornalista e sportivo. E le ciclovie che affiancano il grande fiume, Mississippi d’Italia, si aprono su orizzonti quasi sconfinati di storia, natura e bellezza. In particolare, nel Ferrarese si dipanano i circa 125 chilometri del percorso Destra Po che accompagna il tratto finale del fiume: un itinerario ricco di sorprese, dalla Rocca Possente di Stellata di Bondeno, antica, affascinante fortificazione, memoria della guerra tra Ferrara e Venezia per la conquista del Polesine, fino alla lanterna vecchia, il mitico faro di Gorino che oggi resta come ultima ‘vedetta’, prima che il fiume si sciolga nel mare.
Proprio nel territorio di Bondeno il Po riceve il suo ultimo affluente, il Panaro, che attraversa la provincia di Modena. Si pedala sull’argine, si attraversa il Cavo Napoleonico e da qui inizia un lungo rettilineo che affianca il fiume. Si scorge l’Oasi Bosco di Porporana, come un ricordo dei boschi che costellavano le nostre pianure (e che grandi scrittori, come Giuseppe Pederiali, hanno fatto rivivere nei loro romanzi), e si procede verso Pontelagoscuro dove compare anche l’Isola Bianca, oasi della Lipu.
Da qui potete entrare a Ferrara, godervi la meraviglia di una città sempre ‘a misura di bici’. Da Francolino si pedala sull’argine, come una lunga muraglia. E si arriva a Ro con gli echi del celebre romanzo di Riccardo Bacchelli ’Il mulino del Po’ e delle sue versioni cinemtografiche e televisive: ormeggiata al porticciolo, è la riproduzione di uno dei tanti mulini che più di cento anni fa costellavano il fiume. E continuando poi a pedalare, si arriva a Berra, il paese delle bocce (si producono qui i pezzi da gioco più pregiati che vengono esportati nel mondo) ma anche della curiosa... ‘fiera internazionale della zanzara’.
A Serravalle il Po si divide in due rami: uno si spinge a nord verso Venezia, l’altro invece prosegue verso sud, il Po di Goro. La Porta del Delta, un’area attrezzata in particolare per la pesca, apre a nuovi orizzonti, nuove scoperte. Dopo Ariano Ferrarese, compare Mesola con il suo castello, l’ultima delle delizie estensi, al centro di una grande tenuta di caccia: venne fatto costruire attorno al 1580 dal duca Alfonso II d’Este per competere con il castello di Ferrara, e oggi ospita il Centro di educazione ambientale e il Museo del Cervo.
E si riparte da qui per un’incantevole immersione nei paesaggi delle valli: si accarezza il Bosco di Santa Giustina prima di giungere a Goro e poi a Gorino Ferrarese, paesi di pescatori, luoghi meravigliosi per gli appassionati di turismo naturalistico. Siamo nella Riserva naturale delle dune e delle isola della Sacca di Goro, habitat privilegiato per uccelli marini e lagunari. Proprio da Goro e Gorino partono le imbarcazioni che conducono verso l’isola dell’Amore: sullo scanno del Faro, una striscia di sabbia isolata, si erge il Faro di Goro, costruito nel 1950, oggi struttura ricettiva. Qui ormai il fiume scompare e lo sguardo può aprirsi al mare.