Nel blu dipinto di blu: la Puglia è il paradiso dei sub
Durante la bella stagione, ma non solo, la Puglia è sinonimo di bellezza. E del tacco d’Italia il mare è certamente un fiore all’occhiello. Dal nord al sud della regione è infatti un susseguirsi di spiagge dalla sabbia finissima, ma pure rocciose, accarezzate da un’acqua cristallina tutta da scoprire. Una piccola grande Mecca del benessere per tanti turisti, ma anche per gli amanti degli sport acquatici, e in particolare delle immersioni. A cominciare dal Gargano, meta amatissima dai sub per via dei suoi fondali, custodi di un incredibile patrimonio sottomarino: coralli, spugne, gigli di mare, gorgonie e spirografi. Per non parlare delle grotte, alcune delle quali sono raggiungibili solo via mare, e delle insenature. Baia delle Zagare, una delle più belle della zona, si trova a due passi da Mattinata (Foggia). Soprannominata anche Baia dei Mergoli, è sorvegliata da due faraglioni: l’Arco di Diomede e le Forbici. Proprio a Mattinata è possibile rivolgersi ad appositi centri che organizzano tour in barca e immersioni; e lo stesso si può fare alle isole Tremiti, sempre nel Foggiano, che vantano una cinquantina di punti consigliati per i sub. Uno dei più suggestivi è Punta Secca, nell’isola di Capraia, dove è possibile ammirare i colori delle gorgonie ma anche diverse specie di pesci (aragoste, ricciole, cernie su tutti). Scivolando verso il Salento, a due passi da Fasano (Brindisi), si trova l’area archeologica di Egnazia, che raccoglie le rovine dell’antica Gnatia, frequentata sin dall’Età del Bronzo e oggi paragonabile una piccola Atlantide del Meridione lambita dal mare. I Romani ne fecero un centro assai importante grazie alla via Traiana; poi Egnazia venne progressivamente abbandonata nel Medioevo (ma non del tutto). Ciò che resta è un museo a cielo aperto, ma anche un tesoro inestimabile per gli appassionati dello snorkeling, dinanzi ai quali si spalancano le porte di un incredibile mondo di rovine sommerso. Terra di immersioni è anche il Salento. E Otranto (Lecce), il comune a più est d’Italia e per secoli il principale porto della penisola verso Oriente (anche se l’estremo lembo orientale dello stivale è Punta Palascia, a pochi chilometri dal paese), è una tappa immancabile. La cittadina, che d’estate è letteralmente invasa dai turisti, è universalmente nota anche per l’eccidio del 1480 a opera dei Turchi capeggiati da Ahmed Pascià. Ottocento idruntini (Hydruntum era l’antico nome di Otranto e deriva dal fiume Idro, che l’attraversava) vennero barbaramente uccisi. I loro resti sono conservati nella splendida cattedrale romanica (XI secolo), impreziosita dal bellissimo mosaico pavimentale realizzato dal monaco Pantaleone tra il 1163 e il 1165. Non che il mare non reclami la sua parte. E infatti anche i fondali salentini sono una gioia per gli occhi. Non a caso, le scuole di diving si trovano un po’ dappertutto. A Otranto come a Castro, sempre nel Leccese, celebre per il suo reticolato di case bianche a strapiombo sul mare ma anche per la Grotta della Zinzulusa, così chiamata per via delle sue formazioni rocciose dette zinzuli (stracci in dialetto locale).