Le grotte c'erano già e gli esseri umani ne hanno fatto un uso sapiente per secoli. Ora questi percorsi sotterranei tra le cavità naturali presenti nel sottosuolo di
Sogliano al Rubicone, in provincia di Forlì-Cesena, comune noto per il
formaggio di fossa Dop, stagionato proprio a
tre metri di profondità nella roccia di arenaria, sono fruibili con visite accessibili a tutti.
Le grotte naturali per conservare il cibo
Una foto d'archivio di una 'fossa' in cui venivano calati i formaggi per la stagionatura
Il passato ‘sotterraneo’ viene portato a nuova vita anche con
proiezioni e mappe interattive, racconti e tradizioni che narrano i costumi della comunità soglianese. Sotto
Palazzo Nardini, con un andamento che parte dalla facciata su piazza Garibaldi e si snoda all’interno, si trova un
sistema di grotte con caratteristiche limo-argillose, sabbiose e ghiaiose, accumulate sul fondo del mare nel Pliocene prima che il sollevamento dell’Appennino provocasse l’emersione dell’intera area. A partire dal Settecento gli abitanti della zona hanno fatto
ricorso a queste cavità naturali per diversi usi: le grotte, infatti, caratterizzate da una corretta aerazione, temperatura fresca e costante, buio, sono state impiegate come cantine per la
vinificazione e la conservazione di alimenti quali
cereali, vini e formaggi, tra cui appunto il caratteristico ‘formaggio di fossa’. Durante la Seconda Guerra Mondiale sono state usate anche come
rifugi antiaerei.
Il percorso del MuSo
Una delle cavità naturali sotterranee a Sogliano usate per la conservazione di cibi
L’intervento ha messo in sicurezza il percorso all’interno delle grotte, consolidato muri e volte, per procedere a un allestimento dimostrativo con
tre linee tematiche: l’
analisi del sottosuolo con le caratteristiche di minerali, microrganismi e sedimenti e il loro significato storico; la
descrizione degli usi delle grotte per la conservazione di cibo e vino, insieme alla maturazione del famoso formaggio di fossa; l’uso di
carbone e argilla dalle miniere del territorio.
Novembre: si aprono le fosse!
L’inaugurazione del MuSo ha avuto luogo il 25 novembre 2023, in occasione della tradizionale
fiera del Formaggio di Fossa, simbolo gastronomico di Sogliano al Rubicone, che nel 2009 ha ottenuto il marchio Dop con la denominazione
Formaggio di Fossa di Sogliano Dop. La data è particolarmente significativa perché in passato era il momento in cui si apriva le fosse e si recuperava il formaggio stagionato, con una grande festa popolare.
Leggi anche: Le grotte del Lazio: 6 itinerari nel regno dei pipistrelli
Formaggio di fossa Dop: dal medioevo ad oggi
Il formaggio di fossa dop di Sogliano al Rubicone
Il formaggio di partenza, già parzialmente stagionato, deve provenire esclusivamente da
latte ovino, vaccino o misto di alta qualità (il caprino non è ammesso dalla Dop), prodotto negli allevamenti dei territori collinari e montani delle
Marche e della
Romagna. Le forme vengono deposte in
antiche fosse a forma di fiasco, scavate nella roccia arenaria per una profondità di circa tre metri. Questa tradizione nacque in epoca medioevale: i contadini soglianesi, alla fine della primavera, venivano in paese per affidare i loro formaggi agli
infossatori, affinché li conservassero durante l’estate; in novembre tornavano poi a
ritirare le forme e, in tal modo, potevano far fronte alle ristrettezze dell’inverno. L’
apertura tradizionale delle fosse, il 25 novembre, giorno di Santa Caterina d’Alessandria, anticamente era una ricorrenza molto sentita dalla popolazione soglianese: la “Fiera del Formaggio di Fossa” si tiene le ultime 2 domeniche di novembre e la prima di dicembre.
Formaggio di fossa: come si gusta
In mostra il sistema di infossatura
Il formaggio di fossa, dal gusto deciso, ricco di sentori erbacei, ben si accompagna con quello dolce del miele, del savor, dei
fichi caramellati o delle marmellate. Si utilizza nella preparazione di primi piatti, ad esempio cappelletti, passatelli e gnocchi;
grattugiato o a scaglie diventa un ottimo condimento per pietanze, quali il carpaccio e la costata di manzo. I vini più adatti per accompagnarlo sono i vini passiti o i rossi corposi come il Sangiovese
.