Montecristo, la leggendaria isola del tesoro che ha ispirato Dumas

Parte dell'Arcipelago Toscano, da anni è riserva naturale protetta per via del suo grande valore ambientale. Qui trovano casa oltre 300 varietà botaniche e alcune rare specie animali

di CEDITORIALI
7 marzo 2024

Cala Santa Maria sull'isola di Montecristo

Portata alla fama dal romanzo di Alexandre Dumas, l'isola di Montecristo fa parte dell'arcipelago toscano che comprende la più grande e famosa isola d'Elba, oltre a Giglio, Capraia, Pianosa, Giannutri e Gorgona, tutte all'interno del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, dichiarato riserva naturale per la sua biodiversità unica.

Montecristo è un isolotto di 10,4 chilometri quadrati praticamente disabitato, visto che le uniche persone autorizzate a vivere qui sono i custodi e due guardie forestali, che devono controllare che non vi siano incursioni illecite. L'isola è costituita principalmente da granito grigio o rosa e ricorda una piramide che spunta all'improvviso dal mare. Le montagne più alte di Montecristo sono il Monte Fortezza e la Cima dei Lecci. Le scogliere costiere molto ripide rendono difficile e arduo l'accesso all'isola, che può avvenire solo sul lato occidentale, a Cala Maestra, dove c'è un approdo sicuro.

Tra storia e leggende

Il monastero di San Mamiliano
Il monastero di San Mamiliano

Quest'isola vulcanica che sorge nel cuore del Tirreno era nota sia ai Greci che ai Romani. I primi la l'avevano battezzata Artemisia, mentre i secondi Mons Jovis. Nel V secolo qui si rifugiò il vescovo di Palermo, Mamiliano, quando i Vandali arrivarono in Sicilia e la saccheggiarono. Secondo una delle tante leggende legate all'isola, lo stesso Mamiliano combatté e uccise un drago che la abitava e decise quindi di fondare un monastero ribattezzando l'isola come Monte Cristo. Qui si stabilì una comunità di eremiti che vissero un'esistenza separata da civiltà. Nel Medioevo il monastero di San Mamiliano raggiunse ricchezza grazie alle donazioni e ai lasciti di famiglie provenienti dai territori vicini. Il loro successo e la loro fortuna furono tali che finirono per essere saccheggiati dai turchi nel XVI secolo e in particolare dal famigerato pirata Oruc Reis (noto in Occidente come Barbarossa). L'avvento del pirata e del suo successore, Turgut Reis (Dragut) alimentarono le leggende secondo cui le ricchezze accumulate furono nascoste in una grotta proprio sull'isola.

Isola di Montecristo
Isola di Montecristo

Una storia che da secoli alimenta i racconti marinari della zona e che è stata il seme della trama di uno dei romanzi più universali, ‘Il conte di Montecristo’ di Alexandre Dumas, che la visitò nel 1842 restandone incantato e il cui protagonista, Edmond Dantes, ritrova in una cavità il tesoro tanto atteso dopo essere stato liberato dal castello di If. Fu proprio quest'opera letteraria che sembra aver attirato l'attenzione del botanico inglese George Watson Taylor, che acquistò l'isola dal Granducato di Toscana a metà dell'Ottocento finché, dopo la sua morte, se ne impossessò il Regno d'Italia, trasformando questo dominio in una prigione. Successivamente, vista la sua straordinarietà, divenne riserva di caccia della famiglia reale fino a quando, nel 1971, fu dichiarata definitivamente la riserva naturale che possiamo vedere oggi.

Un'isola di grande valore ambientale

Cala Maestra
Cala Maestra

Il suo isolamento, dovuto alla distanza dalla terraferma e alla difficoltà di sbarcare, oltre ad avere dato origine alle sue leggende sono anche il motivo che l'anno resa un vero e proprio “tesoro naturale”. Che custodisca realmente un tesoro o meno l'isola è certamente un luogo di indubbia bellezza naturale ed è quasi del tutto incontaminata e priva delle presenza dell'uomo se si eccettua le guardie forestali e i custodi. Oggi le uniche tracce di insediamenti umani visibili sono i ruderi del monastero e della Villa di Cala Maestra. Montecristo oggi è così protetta che possono visitare l’isola solamente un massimo di 1.000 visitatori all’anno, una quota stabilita dall’Unione Europea per proteggere l’ambiente dell’isola. La maggior parte di questi posti sono riservati agli studenti. L’isola inoltre non è facile da raggiungere. Non è servita da traghetti di linea, ma è necessario ottenere un'autorizzazione e approfittare di un trasporto privato con tour organizzati.

La flora e la fauna dell’isola di Montecristo

L'isola rappresenta un ecosistema unico, grazie alla sua biodiversità e al suo ambiente puro e selvaggio. A Montecristo sono state catalogate più di 300 specie botaniche, dalle palme alle agavi, ma anche oleandri, eucalipti, allori, magnolie, olivi, viti e pini marittimi, mentre tra gli animali spiccano la foca monaca monaca, il falco pellegrino, la rara aquila del Bonelli e le varietà autoctone di capre e serpenti. Tra le specie più caratteristiche si ricordano la vipera di Montecristo e un raro anfibio, il discoglosso sardo, detto anche rana dipinta del Tirreno. Solamente qui vive anche la cosiddetta capra di Montecristo, una specie che conta attualmente poco più di 300 esemplari. Anche i fondali, grazie all’ottima qualità delle acque, sono popolati da tante specie coralligene, fra cui la gorgonia bianca, la gorgonia rossa e la gorgonia gialla. In queste acque si possono osservare diverse specie di cetacei: balene, capodogli e delfini.