Mistero a Triora, il paese nemico delle Streghe
Nel cuore dell’alta Valle Argentina, tra i monti della Liguria di Ponente, sorge un borgo avvolto da un’aura enigmatica

Triora
Nel cuore dell’alta Valle Argentina, tra i monti della Liguria di Ponente, sorge un borgo avvolto da un’aura enigmatica: un luogo sospeso tra passato e presente, in cui l’eco di antichi sussurri risuona tra i vicoli in pietra. Triora, paese d’ombre e segreti, custodisce la memoria di una delle pagine più oscure della storia italiana: il processo alle streghe del Cinquecento. Si narra che, nelle notti di luna piena, figure femminili si radunassero nei boschi circostanti, impegnate in riti occulti e danze frenetiche in adorazione del diavolo, sotto la luce fioca delle stelle. Tra loro, si dice, vi fosse anche la giovane Isotta, accusata di evocare tempeste e incantare gli uomini con sguardi ammaliatori; la sua fine fu la morte, straziata dal supplizio patito.
Triora si adagia su uno sperone roccioso a oltre 700 metri d’altitudine, tra i rilievi dell’Appennino ligure; conta poco più di trecento abitanti, ma la sua bellezza e la sua fama attirano visitatori da ogni dove. Passeggiando tra gli stretti carrugi si è avvolti da un’atmosfera medievale, tra case in pietra grigia, archi gotici, portali scolpiti e passaggi coperti. Forse anche per suggestione, si respira un senso di antico e di arcano in ogni angolo, complice il silenzio interrotto solo dal rintocco delle campane o dal fruscio delle foglie mosse dal vento.
Il borgo ligure di Triora è divenuto celebre per essere stato teatro di uno dei più spietati processi per stregoneria nella storia italiana. Tra il 1587 e il 1589, infatti, in seguito a un periodo di carestia e malattie, la popolazione cercò un capro espiatorio. Le accuse ricaddero su alcune donne del posto e l’Inquisizione genovese intervenne con ferocia, sottoponendo le presunte streghe a crudeli interrogatori e torture, fino a ottenere confessioni estorte con la violenza. Il destino di molte rimane avvolto nel mistero: alcune furono condannate alla pena capitale (in alcuni casi bloccata all’ultimo momento), altre scomparvero nelle prigioni di Genova.
Un itinerario alla scoperta di Triora non può che iniziare dal Museo Etnografico e della Stregoneria, dove si ripercorre la storia dei processi con documenti originali, strumenti di tortura e testimonianze sulle tradizioni magiche locali. Proseguendo, si giunge a Cabotina, che si dice fosse sede di incontri delle sedicenti streghe con il sabba. La Chiesa di San Dalmazzo, risalente al XIII secolo, custodisce affreschi quattrocenteschi di rara bellezza; poco distante, la Collegiata dell’Assunta offre al visitatore un tripudio di decorazioni barocche e opere d’arte sacra, mentre la Chiesa di San Bernardino, riaperta lo scorso anno, è senza dubbio la più importante da un punto di vista artistico e storico per via delle raffigurazioni al suo interno legate alla vicenda della caccia alle streghe. Attraversando i suggestivi ruderi della rocca, si gode di una vista notevole sulla Valle Argentina, mentre i resti delle porte della cinta muraria e le antiche fontane in pietra ricordano il tempo in cui questa terra era crocevia di commerci e transumanze. Oggi Triora è Bandiera Arancione, tra i Borghi più Belli d’Italia e Città del Pane, nonché Villaggio degli Alpinisti.
Infine, non si può lasciare Triora senza una passeggiata nei suoi dintorni, tra boschi, percorsi immersi nella natura, castagneti secolari e sorgenti cristalline. Il minuscolo villaggio di Realdo regala un panorama straordinario sulle Alpi Liguri, ma merita una visita anche Molini di Triora, con i suoi mulini storici e le cascate. Gli amanti della montagna possono spingersi fino alla vetta del Monte Saccarello, il più alto della Liguria.
Info: www.trioradascoprire.i