Da Michelangelo a Cattelan, benvenuti a Carrara: la città degli artisti
Tra laboratori di marmo, osterie e nuovi fermenti culturali, una piccola Montmartre amata dai giovani entrata nella rete Unesco e promossa dal New York Times
In principio era il marmo, quello delle Alpi Apuane che si specchiano nel mare, saccheggiate sotto l’Impero Romano, coccolate nel Rinascimento, e ora sfruttate in maniera massiccia dall’industria del carbonato di calcio. Una montagna che brulica di uomini (i cavatori) e di macchine, ma che continua a offrire gemme preziose: quel bianco scultoreo così abbagliante e così morbido da lavorare che ancora oggi piace ad artisti come Maurizio Cattelan, Damien Hirst, Jeff Koons, Michelangelo Pistoletto e Fabio Viale, alcuni dei più grandi nomi che hanno scelto Carrara per dare forma alle proprie invenzioni.
All’ombra delle cave, una città dalle tinte forti, antica e piena di riccioli del liberty, dove duecento giovani artisti da tutto il mondo stanno recuperando e rimodernando studi e negozi, ristrutturato segherie e colorato con le loro opere piazze, cortili e vicoli, tra vecchi circoli anarchici e nuove associazioni, osterie, bistrot e B&B, una città inserita dal New York Times tra le 50 mete da visitare nel mondo. Il marmo delle Alpi Apuane fu utilizzato per essere trasformato in opere e monumenti che resteranno eterni nella storia, come il Colosseo e la Colonna Traiana, e poi nel Rinascimento nei capolavori di Michelangelo, che qui estraeva la sua pietra, e di tanti altri artisti, fino ad oggi. Non a caso Carrara, un tempo tappa del grand tour, oggi è Città Creativa UNESCO per l’arte e l’artigianato.
Una storia all’ombra di Fossacava
Fu la cava degli imperatori romani. Scoperta nel 2015 e riaperta con un percorso didattico multimediale dal 2021, racconta secoli di storia. “Il monumento più antico è quello con cui il console Marco Claudio Marcello celebra il trionfo nella guerra contro i liguri nel 155c.C., ma fu l’imperatore Ottaviano Augusto colui che usò di più questo marmo”, spiega Stefano Genovesi, direttore del Museo del Marmo e dell’Area archeologica di Fossacava.
Qui in epoca romana lavoravano oltre 30 cave, di cui 29 di marmo bianco, con una produzione limitata di bardiglio, usato soprattutto nelle terme e nelle fontane per il suo colore grigio-azzurro che si sposa bene con l’acqua. Il marmo cavato aveva il vantaggio di essere facilmente trasportabile a Roma, data la vicinanza delle Apuane al mare, e la presenza di un fiume, che veniva raggiunto tramite un sistema di trasporto chiamato lizzatura: i blocchi scorrevano su binari di legno coperti da quintali di sapone. Il periodo più ricco della cava fu il I secolo d.C., mentre due secoli più tardi l’attività muore, per rifiorire dopo il risveglio dell’anno Mille. Oggi la cava è un museo a cielo aperto, visitabile grazie a un sistema di Qr Code che accompagna chi vi accede, e supportato da una graphic novel realizzata apposta per le scolaresche. Collegato all’area c’è il Museo del Marmo, che presto riaprirà dopo il restyling.
L’Accademia e i musei
Nelle sale dell’antico palazzo Cybo Malaspina, donato all’Accademia da Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone, un migliaio di studenti da ogni parte della penisola e del mondo (il 40 per cento sono cinesi) si confrontano con una gipsoteca di circa 3mila pezzi originali, con gessi regalati alla scuola dai mostri sacri della scultura, da Canova a Thorvaldsen.
Molti, usciti da qui, decidono di continuare a viverci. Fondata nel 1769, oggi l’accademia è fucina di talenti e di sperimentazioni artistiche con corsi innovativi che guardano anche alle nuove tecnologie. Dagli anni Cinquanta fino al 2010, Carrara ha legato il suo nome a 14 edizioni della Biennale Internazionale di Scultura, di fatto riportando in auge martello e scalpello come mezzo espressivo contemporaneo. All’ultima edizione hanno partecipato esponenti dell’arte contemporanea come Vanessa Beecroft, Cai Guo-Qiang, Cyprien Gaillard, Antony Gormley, Urs Fischer, Santiago Sierra, Rirkirit Tiravanija e molti altri, che hanno lasciato sul territorio un’importante eredità culturale.
Il contemporaneo è celebrato al mudaC | museo delle arti, con sede nell’ex convento seicentesco di San Francesco, dove è esposta una collezione permanente con opere provenienti dalle Biennali Internazionali di Scultura dal 1957 al 1973 e dal 2006 al 2010, oltre ad opere di recente acquisizione, testimonianza del forte legame della città con la produzione artistica e con la lavorazione del marmo.
Tra i molti artisti presenti in collezione, Yuri Ancarani, che ha realizzato un commovente video dedicato al lavoro corale dei cavatori e al loro “capo”, immaginato come un maestro d’orchestra, e poi Chiara Camoni, Andrea Branzi, Nunzio, Jannis Kounellis, Remo Salvadori, Grazia Toderi, David Tremlett, Alberto Viani, Giuliano Vangi, Gilberto Zorio e Fabio Viale, la cui barca in marmo è riuscita nell’impresa di galleggiare e di compiere il giro della penisola fino a raggiungere la Biennale di Venezia.
Il CARMI museo Carrara e Michelangelo a Villa Fabbricotti è invece dedicato alla figura di Michelangelo. E’ nato per illustrare il rapporto del maestro con Carrara e con il suo marmo, ma ha acquisito e oggi ospita (aperta fino al 12 gennaio 2025) la suggestiva mostra “Romana Marmora, Storie di imperatori, dei e cavatori” in dialogo con Fossacava e con importanti testimonianze scultoree di artisti contemporanei.
Il museo è immerso nel verde Parco della Padula che, in occasione dell’XI Biennale Internazionale di scultura del 2002, è stato ridisegnato come parco artistico di scultura ambientale, dove poter ammirare le installazioni e sculture integrate nella natura, di grandi artisti come Dani Karavan, Sol Lewitt, Robert Morris, Ian Hamilton Finlay, Mario Merz, Luigi Mainolfi e Claudio Parmiggiani. Il progetto è stato ideato da Giuliano Gori, mecenate e pioniere dell’arte ambientale a livello internazionale.
Contemporaneità e stupore a pochi chilometri da Carrara, precisamente a Colonnata, dove si svela un tesoro artistico impresso nelle cave di marmo. È il David di Kobra, capolavoro di pittura murale, raggiungibile seguendo un percorso a piedi di circa un’ora, che parte dal paese e si immerge, lungo il sentiero CAI 195, tra le Alpi Apuane. Un incontro spettacolare tra arte e natura.
Il tour del marmo
Da 15 anni accompagna in fuoristrada studenti, appassionati e semplici turisti in un suggestivo tour all’ombra delle cave. Un mondo lunare che racconta la millenaria storia del rapporto fra la montagna, gli artisti e i cavatori. “In stagione siamo 7 autisti, accompagniamo 20-25mila persone l’anno”, spiega Davide Bruni, guida turistica e titolare della Carrara Marble Tour.
Un viaggio con partenza ogni ora che in 60 minuti ti porta a due passi dall’attività fra curiosità, aneddoti e nozioni tecniche e geologiche. Un mare di racconti, quello che emerge da una montagna lunga 29 chilometri, da cui è possibile ammirare il panorama fino al mar e al vicino Golfo dei Poeti. “Qui Michelangelo veniva a scegliersi i blocchi e qui Mussolini volle ricavare il più grosso monolite, oggi al Foro olimpico a Roma: ci misero nove mesi per trasportarlo e 7 tonnellate di sapone sui binari di legno”, racconta la guida. Al bar si fermano due cavatori, padre e figlio. Sanno di essere eredi di una tradizione di lavoro durissimo e pericoloso. “Faccio questo lavoro da 44 anni - racconta Luigi Pasquali, che ha insegnato i segreti del mestiere al figlio Diego -. Oggi ci sono gli escavatori ed è molto meno faticoso di quando ho cominciato”.
Il lardo di Colonnata
Da qui arrivare a Colonnata è un attimo: il tempo di una galleria scavata tra le pareti di marmo della montagna. Il lardo qui è la bandiera di casa: lardo Igp. Fausto Guadagni è ancora stupito dal boom di questo prodotto nato come sostentamento per i cavatori. “Fino agli anni ’90 era solo cibo locale, ora è aumentato del mille per cento”, racconta mentre solleva il coperchio di una delle famose vasche di marmo che custodiscono i segreti della stagionatura di questa prelibatezza.
Dentro, ingredienti primari come sale, rosmarino e aglio sposano dodici tipi di spezie diverse. I prodotti non si acquistano in azienda, dove tutto è sigillato tra calzari e tute protettive, ma nella locanda di fronte: alla “Locanda Apuana” si mangia e si assaggia, garantisce Slowfood.
I saperi e i sapori all’ombra di piazza Alberica
A Carrara ci si può sbizzarrire, per i ghiottoni il menu varia dalla terra al mare. Oltre al lardo, è un trionfo calorico fra tordelli al ragù, taglierini nei fagioli, baccalà marinato e polenta incatenata, per concludere con la famosa torta di riso carrarina.
Impossibile sfuggire al fascino dell’Osteria La Capinera, aperta cinque anni fa da Emanuele Crudeli e dalla moglie apicoltrice a fianco del circolo culturale anarchico Gogliardo Fiaschi: atmosfera calda e frequentatissima, propone chicche come le diavolette al lardo di Colonnata e trippa carrarina abbondantemente innaffiate dal vino prodotto dalle vigne di casa: vino Apuane, bianco vermentino o rosso massaretta, un vitigno a germogliamento e maturazione simile al Sangiovese. Autoprodotto anche il miele.
L’osteria è un crocevia di artisti e giovani, come lo è il B&B Alberica, ricavato in un antico palazzo dell’omonima piazza: luogo antico e centrale della città, dove un tempo si svolgeva il mercato del bestiame. Qui, tra caffè, negozi sopravvissuti di frutta e verdura, e profumerie, si affaccia anche il Centro Aldo Mieli, legato alla rete degli archivi Lgbtqia+, nato da un’evoluzione di un archivio privato di 4mila libri raccolti da Luca Locati Luciani. Oggi custodisce 30mila riviste e 64 scatole di materiali ed è frequentato da studiosi e laureandi. Tra le chicche, le lettere di Sibilla Aleramo.
Girovagando: street art, laboratori e gallerie
La street art scopre il cuore underground di Carrara. Partenza da vicolo San Piero, 250 metri fitti fitti di mural nati dall’attività di rigenerazione urbana del Circolo dei Baccanali, per poi spostarsi in piazza delle Erbe – cuore partigiano di Carrara – con la pittura murale dedicata a Francesca Rolla degli Orticanoodles.
Tappe anche più periferiche come la via Carriona, Impollinemesi sulla scalinata Monterosso di Zed1, Silvia Scaringella e Alessio Mosti, Il muro delle rose sulla parete esterna dell’Ente Cassa Edile di Massa-Carrara e il murale di Tellas ad Avenza completeranno il tour.
Carrara Studi Aperti propone oltre centro laboratori artistici che punteggiano da mare a monte la città, una delle azioni più apprezzate dal pubblico del progetto Carrara Città Creativa UNESCO per l’arte e l’artigianato. Solitamente collocato nel secondo weekend di giugno, consente di immergersi nella creatività di Carrara entrando negli atelier e assistendo a workshop, concerti, passeggiate e talk. È lo spunto per un’esperienza unica anche fuori dalle date della manifestazione. Creativi in dialogo con altre iniziative volute dal Comune. Il festival della creatività propone performance ed eventi che mettono in dialogo artisti locali, italiani e internazionali, con le delegazioni di altre città creative. Completano il sistema dell’arte contemporanea le gallerie d’arte del centro storico e i laboratori. In un’antica segheria affacciata sul fiume si sono spostati i ragazzi del collettivo Ponte di Ferro, che stanno facendo rinascere l’area dismessa con i loro laboratori a 360 gradi.
A Carrara lavora anche Elias Naman, siriano. “Studiavo scultura a Damasco e non potevo non sognare, come qualsiasi scultore al mondo, l’Italia di Michelangelo e del Bernini. Così dopo la aurea ho fatto l’accademia e dal 2003 sono qui”. Tra i laboratori più noti, quello della Cooperativa scultori di Carrara, al lavoro tra collezioni, collezionisti privati dai Paesi Arabi alla Grande Mela. “Ho cominciato a lavorare a 16 anni, ora ne ho 52 e ho lavorato sui bozzetti di Cattelan, Pistoletto e Louise Bourgeois.
Loro lasciano il bozzetto, alcuni pensano anche alla rifinitura. In mezzo lavoriamo noi grazie a un sistema che ci permette di mettere in scala l’opera”, spiega Raffaele Bruzzi. Nel grande laboratorio nato in un’area dismessa, fra opere sbozzate e polvere di marmo, ci sono diversi teloni per proteggere da sguardi curiosi un progetto d’autore. Dietro si lavora in segreto alle opere d’arte del futuro.
www.visitacarrara.it