Le Strade del Vino e dell’Olio nella regione sono in totale 18 nel segno della biodiversità. Anche l’artigianato è protagonista
L’immagine è più che eloquente. Una ragazza agita un grande cappello bianco appena scesa da una bellissima vecchia Fiat 500...

L’immagine è più che eloquente. Una ragazza agita un grande cappello bianco appena scesa da una bellissima vecchia Fiat 500...
L’immagine è più che eloquente. Una ragazza agita un grande cappello bianco appena scesa da una bellissima vecchia Fiat 500 cabrio rossa, di quelle con il portabagagli esterno sulla codina, parcheggiata su una strada bianca fiancheggiata da una doppia fila di giovani cipressi che portano a un casale in pietra appollaiato su un dolce poggio tutto coperto di prato, con il fondale di un cielo azzurro ma carico di nuvoloni estivi. In una parola: Toscana. Sì, d’accordo, poi ci sarebbe anche il mare, ci sarebbero le montagne, i borghi antichi, le città d’arte... Ma l’idea è chiara. Toscana. In libertà. Con si suoi colori, i profumi, i gusti inconfondibili.
Toscana in libertà potrebbe essere del resto un ottimo slogan per riassumere il significato e il lavoro delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori di Toscana: si chiamano così ormai da quasi vent’anni, dal novembre del 2005, anche se erano nate quattro anni prima (non siamo lontani dalle nozze d’argento...) semplicemente come Strade del Vino. Ma non ci volle molto a rendersi conto che il vino, attore principale certo, da solo non poteva bastare a "promuovere lo sviluppo rurale e il turismo enogastronomico così da valorizzare le produzioni locali nell’ambito di un contesto culturale, ambientale, storico e sociale": eccolo là, più chiaro di così non si può, il ’manifesto’ scolpito sul sito della Federazione che le raccoglie.
Sono 18, le Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori di Toscana: e se ’strade’ fa pensare a una via, ebbene sì, ci sono percorsi e suggerimenti di itinerari, ma le Strade sono in realtà vere porzioni di territorio che gli itinerari li comprendono e li lasciano schiudere attraverso anche la semplice indicazione di prodotti. Perché c’è il vino, e ci sono quindi tutte le grandi denominazioni della Toscana, e c’è la bella interazione con il Movimento del Turismo del Vino, e ora da tempi più recenti anche il Turismo dell’Olio, perché no: cantine, aziende, frantoi, spacci, botteghe sempre più aperti alle visite e alle vendite dirette, con i bei panieri di altri gusti e sapori locali, la Toscana è regina in biodiversità dove protagonista è anche l’artigianato artistico. Ed ecco tanti esempi come il cotto, il legno di ulivo o di castagno e via dicendo.
Ci sono progetti, per il turismo, attraverso le Strade. TerraGir3, progetto europeo tradotto in 40 esperienze selezionate e proposte da una trentina di aziende e proposte attraverso Valdichiana Living, il tour operator della Strada del Vino Nobile di Montepulciano e dei Sapori della Valdichiana Senese. C’è CamBioVia, strano acronimo che regge Cammini, Biodiversità e Valorizzazione dei Cammini sulle Vie della Transumanza, aspetto ambientale e socioculturale non trascurabile. Ci sono le Wine Weeks per gli studenti stranieri, e un corso di formazione per tecnico superiore per l’enogastronomia. E in estate la StraFesta, tanti eventi per tutti i gusti.