Laguna di Grado, cosa fare in un weekend: mote, casoni e oasi protette

In Friuli Venezia Giulia, un’escursione nella laguna di Grado non lascia mai indifferenti. Avvolta da un’atmosfera magica, è il perfetto connubio di storia, natura e sapori locali

di MARINA SANTIN
10 novembre 2023
Laguna di Grado

Laguna di Grado

Con le cime delle Alpi e delle Dolomiti da un lato, e l’Adriatico dall’altro, a rappresentare i due estremi di un paesaggio sfaccettato e mutevole, il Friuli Venezia Giulia è una regione capace di regalare a ogni viaggio l’emozione della prima volta. Grazie alla sua posizione geografica di confine, ma al centro dell’Europa, da sempre è un territorio, crocevia di destini e di genti, in cui s’incrociano la cultura italiana, slava e germanica, in un melting pot di storia e tradizioni. Antichi borghi, escursioni in montagna, siti Unesco, eleganti città o le dolci colline del Collio, le mete di viaggio sono pressoché infinite, ma tra tutte, quella che affascina maggiormente (la cui magia conquistò anche Pasolini che portò Maria Callas sull’isolotto Zafòn per ambientarvi una scena della sua Medea), è la laguna di Grado. Mai come in questa stagione infatti, ancora vestita di colori autunnali, è la destinazione ideale per un weekend dedicato alla scoperta della natura e dei sapori di una volta. LEGGI ANCHE - In barca lungo i canali della Laguna per scoprire un’altra Venezia

Tra mote e casoni al ritmo delle maree

Laguna di Grado

Casoni, le tipiche case dei pescatori

Racchiusa in uno scenario naturale unico - che si estende per 90 chilometri quadrati, tra Fossalon di Grado fino all’Isola Anfora all’altezza della foce dei fiumi Ausa e Corno - è al tempo stesso un piccolo mondo fantastico che vede l’intrecciarsi di canali e di rii, e una terra ricca di storia (ritrovamenti archeologici rivelano l’antica via romana, ora interamente coperta dall’acqua, che collegava Aquileia al suo scalo di Grado).  Qui alte e basse maree si alternano ritmicamente garantendo un costante ricambio d’acqua che, mescolandosi con quella dolce dei fiumi, crea un ambiente favorevole per la flora e la fauna: essenze arboree, in particolare tamerici, olmi, pioppi, ginepri e pini, e numerose specie di volatili quali gabbiani, aironi cinerini, germani reali e rondini di mare. Un paesaggio unico, dalla ricca biodiversità, susseguirsi di canali, sentieri e isolotti. Quest’ultimi, chiamati “mote” e un tempo abitati, sono complessivamente un centinaio, per la maggior parte caratterizzati dalla presenza dei “casoni”, le tradizionali abitazioni dei pescatori, con un corpo unico e il tetto piramidale fatto di paglia, autentico tuffo nel passato.

Laguna di Grado

Aperitivo in laguna (foto di Francesco Marongiu)

L’isola di Barbana

Nel cuore della laguna, sorge l’isola di Barbana che ospita uno dei più antichi santuari mariani al mondo, ora dimora dei monaci della Congregazione Benedettina del Brasile. Secondo la tradizione, le sue origini risalgono al 582 d.C., quando, dopo una tempesta, fu ritrovata sull'isola vicino alle capanne di due eremiti un'immagine della Madonna trasportata dalle acque. In segno di ringraziamento per aver salvato la città, il patriarca di Grado, Elia, fece erigere una chiesa. Ben presto, l'isola divenne la dimora stabile di una comunità monastica e un luogo di frequente pellegrinaggio. Per visitarlo è possibile usufruire di un servizio traghetti da Grado (Motoscafisti Gradesi), oppure noleggiare un’imbarcazione o un taxi boat. Leggi anche: Lignano Sabbiadoro d’autunno: mare, laguna e tramonti suggestivi

Perdersi tra le riserve naturali

Laguna di Grado

Birdwatching (foto di Francesco Marongiu)

Vivere la Laguna è anche immergersi nella sua natura, visitando le riserve naturali del territorio. In primis, la Valle Cavanata e la Foce dell’Isonzo, raggiungibili, sia a piedi che in bicicletta, grazie alla comoda pista ciclabile del Mare Adriatico (FVG2). La prima è una ex valle da pesca dichiarata “zona umida di valore internazionale” che, in 327 ettari, accoglie oltre 260 specie di uccelli migratori. La seconda, situata lungo gli ultimi 15 km del fiume Isonzo, in un’area di 2.400 ettari, ed è una delle migliori zone d’Italia per il birdwatching. Questa riserva comprende l’area del Canto e l’Isola della Cona, dove è possibile effettuare escursioni in sella ai bianchi cavalli Camargue. Entrambe le riserve sono visitabili tutto l’anno e offrono la possibilità di partecipare a laboratori didattici e visite guidate. A pochi chilometri da Monfalcone si trovano altre due riserve: la riserva Laghi di Doberdò e Pietrarossa, che ospita due grandi depressioni carsiche (polje) che accolgono altrettanti laghi, esempi unici in Europa; e la Riserva Naturale Falesie di Duino e sentiero Rilke, dove avviene il passaggio dal dominio biogeografico medioeuropeo a quello mediterraneo e dove, grazie al sentiero Rilke, è possibile ammirare il panorama sul golfo di Trieste, dalla foce dell’Isonzo a Punta Salvore, in Croazia.

Laguna di Grado

fenicotteri, sull'Isola della Cona (foto Archivio Rogos)

Natura e golf

Natura protagonista anche in tema di golf. Grazie al clima mite della laguna e al perfetto drenaggio del terreno, il Golf Club di Grado (uno dei sette campi del Friuli Venezia Giulia), è aperto tutto l'anno, anche in inverno, per esperienze di gioco indimenticabili. Circondato da fitti canneti, è l'habitat ideale per aironi, cigni selvatici, fenicotteri e altre specie faunistiche tipiche dell'ambiente lagunare, mentre il percorso, che si distingue per la vastità dei green, accoglie ostacoli d'acqua e bunker ampi e profondi per aggiungere una sfida extra al gioco.

A tavola tra pesce e polenta bianca

Laguna di Grado

Il boreto (foto di Gianluca Baronchelli)

Visitare la Laguna stimola l’appetito e, rientrati a Grado, dopo essersi persi nella bellezza delle calli del centro storico, non c’è occasione migliore per concedersi una pausa nei numerosi ristoranti e nelle osterie della città, dove gustare i piatti tipici della gastronomia locale. Prevalentemente a base di pesce, si declina in ricette semplici della tradizione, come il boreto a la graisàna, il piatto gradese per eccellenza, con pesce fresco accompagnato da polenta di mais bianco, oppure le sepe sofegae, seppie in umido, o le peverasse al baso, uno squisito piatto di vongole. D’obbligo assaggiare il Santonego, ottenuto dalla sapiente unione di una particolare selezione di grappa della migliore qualità a gradazione alcolica di 38° e di un’infusione di erbe aromatiche che vede protagonista l’assenzio marino.