Labirinto della Masone, il più grande dedalo vegetale di canne di bambù

Inaugurato nel 2015, ospita un museo con le collezioni d'arte e quelle editoriali dell’eclettico Franco Maria Ricci. Un invito a ‘perdersi’ in un parco culturale

di LAURA DE BENEDETTI
19 marzo 2024

Il labirinto della Masone

Non si rischia di incontrarvi il terrificante Minotauro e per uscirvi non è vitale avere le ali di cera di Icaro o stringere come Teseo tra le mani il filo di Arianna. Il Labirinto della Masone, comunque, è un dedalo in piena regola con tanto di bivi e vicoli ciechi e si estende su un’area molto vasta, di 7 ettari.  Vanta il primato di essere il più grande esistente al mondo composto interamente da piante di bambù, circa trecentomila, appartenenti a una ventina di diverse specie, alte tra i 3 e i 15 metri.

Il Labirinto della Masone

Il labirinto della Masone, dalla caratteristica forma di stella ad 8 punte, è stato aperto lungo la strada della Masone, appunto, nel Comune di Fontanellato, in provincia di Parma. A volerlo è stato Franco Maria Ricci (1937-2020), collezionista, editore, designer e bibliofilo che ha dunque potuto realizzare un sogno che aveva sin da bambino e che ha portato avanti concettualmente anche grazie all'amicizia che lo legava a Jorge Luis Borges, lo scrittore argentino che seppe “raccontare l’essenza del segno labirintico” proprio nei luoghi dove erano soliti passeggiare insieme.

La forma a stella del parco culturale 

Le canne di bambù sono così alte da incrociarsi e creare suggestive gallerie. Per il labirinto sono state utilizzate diverse specie con fusto maculato, striato o comunque con tinte insolite. Ricci nel progettarlo fece un compendio tra labirinti classici, come quello di Creta legato al mito, e quelli quadrati romani, anche se il perimetro esterno a forma di stella è legato alla Forma Urbis delle cittadelle rinascimentali come Sabbioneta e Palmanova. Il dedalo diventa così una sorta di protezione vegetale e allo stesso tempo di accoglienza di quello che è stato concepito per essere un ‘parco culturale’. Chi trova la strada non esce, anzi, entra in una piramide che custodisce all'interno una cappella, simbolo di fede. Ma la vera sorpresa è il cuore del labirinto dove un grande edificio, con un cortile interno, ospita la ricca collezione museale ed editoriale di Franco Maria Ricci. 

Perché il labirinto è di bambù

I diversi tipi di canne di bambù si intrecciano nel labirinto della Masone voluto da Franco Maria Ricci (credit Antonio Martinelli)
I diversi tipi di canne di bambù si intrecciano nel labirinto della Masone voluto da Franco Maria Ricci (credit Antonio Martinelli)

Quello della Masone non è certo il primo labirinto vegetale. Ma la maggior parte di quelli esistenti sono stati realizzati con siepi di Bosso o di Carpino, particolarmente fitte, lasciate crescere in altezza, mantenendo una serie di passaggi. Ricci invece scelse il bambù, capace comunque di creare una rete impenetrabile di canne. Fu un giardiniere giapponese a suggerirgli di piantumarlo nella sua casa di Milano e l'eclettico editore, fondatore della rivista FMR, divenuta negli anni ‘80 la più diffusa nel mondo, ne fu così ammirato da decidere di impiegarlo nella creazione del suo giardino-labirinto. Tra i vantaggi del bambù, spiegava Ricci, c'è il fatto che cresce ad una velocità sorprendente, non perde le foglie e assorbe grandi quantità di anidride carbonica, ripulendo l'aria.

Cosa c'è nel museo

Collezione del Novecento al Labirinto della Masone
Collezione del Novecento al Labirinto della Masone

Nell'edificio, realizzato co mattoni a mano, si trovano circa 400 opere d'arte tra il ‘500 e il ‘900, dal Rinascimento al Novecento: tra le tante pregevoli opere spicca una Testa di tigre dipinta nel 1957 da Antonio Ligabue (1899-1965). Ci sono spazi usati per mostre temporanee ed eventi culturali e una biblioteca con tutti i libri editati da Franco Maria Ricci in 50 anni di attività. Gli spazi sono arricchiti da un bookshop, una caffetteria e un ristorante. Ma ci sono anche due suite molto eleganti per chi vuole soggiornare nel luogo.

Labirinto della Masone: orari e prezzi

La Corte Centrale nel cuore del Labirinto della Masone
La Corte Centrale nel cuore del Labirinto della Masone

Il Labirinto della Masone si trova lungo la Strada Masone,  121 a Fontanellato, in provincia di Parma. Per chi arriva da Milano l'uscita dell'autostrada A1 è quella di Fidenza da cui il labirinto dista 10 minuti. Per chi giunge da Bologna l'uscita della A1 è quella di Parma ovest: la località è a circa 15 minuti da Parma. Per chi arriva da La Spezia lungo la A15 l'uscita è sempre quella di Parma ovest. In treno è possibile raggiungere le stazioni di Fidenza e Parma ma è poi necessario prendere un taxi. Dal 1 Novembre al 31 Marzo il labirinto della Masone è aperto tutti i giorni (tranne martedì): dalle 9.30 alle 18. Dal 1 Aprile al 31 ottobre l'apertura è dalle 10.30 alle 19 (tranne martedì). Il ristorante, accessibile nella corte di ingresso senza accedere al labirinto, è aperto a pranzo da mercoledì a domenica (12-14,30) e a cena, venerdì e sabato (19,30-23). Il biglietto ordinario (sopra i 26 anni) è di 18 euro; quello per gruppi organizzati a 15 euro; per le scuole a 12 euro.

Cosa vedere nei dintorni

La Rocca Sanvitale ha Fontanellato, nel Parmense
La Rocca Sanvitale ha Fontanellato, nel Parmense

La visita al Labirinto della Masone, che richiede almeno un'ora e mezzo, è l'occasione per vedere il borgo di Fontanellato, in provincia di Parma, con la sua caratteristica Rocca. Nei secoli l'edificio si è trasformato da baluardo difensivo a dimora signorile, passando dai Visconti di Milano ai San Vitale e subendo vari rimaneggiamenti. L’ingresso attuale non è dove ci sono ancora i segni del ponte levatoio, ma si trova dove venne costruito nel XVII secolo un ponte in muratura. Sulla  facciata un grande orologio seicentesco, commissionato da Alessandro Sanvitale, e diverse finestre con balconcini settecenteschi in ferro battuto. Nella corte interna rimane la scala quattrocentesca a volte, che conduce alla loggia superiore.

I Sanvitale, la Rocca e il Parmigianino

I Sanvitale, che non erano nobili ma avevano acquisito prestigio come podestà e capitani del popolo, ottenuto il feudo di Fontanellato nel 1378 da parte di Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano, rimasero “signori del luogo” sino alla soppressione dei feudi in epoca napoleonica. L’ultimo conte Giovanni, morto nel 1951, vendette la Rocca al Comune. Dopo un periodo di utilizzo come uffici comunali, nel 1999 sono state rese fruibili 11 nuove stanze al piano terra del museo.  L'elemento artistico di maggior richiamo della Rocca è la Saletta di Diana e Atteone affrescata da Francesco Mazzola, conosciuto come il Parmigianino (Parma 1503 – Casalmaggiore 1540).

Fonti: Labirinto del Masone e IAT Rocca Sanvitale