La spiritualità di Gerusalemme, la vivacità di Tel Aviv e lo spettacolo del mar Morto: Israele, un caleidoscopio di emozioni
Israele la scopri giorno dopo giorno sui volti delle persone. Un caleidoscopio di storie, origini, colori, espressioni. E religioni. Perché in nessun altro luogo senti la ricerca di spiritualità come in questo. E respiri la storia in ogni angolo, su ogni muro.
A 65 chilometri, si precipita nel futuro, ma coniugato al presente. Tel Aviv e i suoi mille grattacieli danno vero corpo alla sigla 'Start-up nation'. Qui, fra trasparenze, uffici in alta quota e luci perenni, si studia il nuovo mondo di intelligenze artificiali e automazione, riduzione dell’inquinamento e incremento della produttività, si mettono le basi di un nuovo miracolo economico, dopoi l boom anni ’90 sull’onda hi-tech alimentata dalla voglia di intraprendere di milioni di ebrei dell’Est che hanno scelto l’Aliah, il ritorno a casa, dopo il crollo del muro di Berlino che si è portato dietro il cedimento dell’Urss. Una voglia di intraprendere che si riflette nei grattacieli come nei locali, sulla Promenade lungomare che porta all’antica Jaffa, punteggiata da campi di beach volley, bike sharing e surfisti a caccia dell’onda giusta. Sport, magnifica ossessione fra paesaggi urbani capaci di attirare, come la Maratona di Gerusalemme, oltre 40mila persone da tutto il mondo, ciclabili che tagliano il deserto e costeggiano il mare. Ovunque, chef di livello, centinaia di etichette da viticultura eroica, ritmi da vita contemporanea e voglia di divertirsi nella scatenata vita notturna. Perché, come dicono da queste parti: 'Jerusalem is for pray, Tel Aviv is for play'. Non manca nulla, per turisti tiratardi e giovani di ogni angolo del mondo.
Gerusalemme
Soprattutto a Gerusalemme, dove l’antica città racchiude scrigni e spazi contesi fra le tre principali religioni monoteiste. Fra campanili cristiani, mezzelune su cupole di moschee e sinagoghe ebraiche. C'è il muro del pianto con il tributo quotidiano dei fedeli all’eterna ferita della distruzione del tempio, la spianata delle moschee con la dorata Cupola della Roccia e la moschea Al Aqsa, terzo luogo santo per i musulmani dopo La Mecca e Medina, in Arabia Saudita. E ancora, la Chiesa del Santo Sepolcro con le tappe della Via Crucis; il Golgota, luogo della crocifissione e della resurrezione del Cristo, fra canti armeni, cristiani inginocchiati sulla sacra pietra dove fu deposto Gesù e lunghe file di ortodossi dell’Est.Mea Shearim
Millenni di storia sacra racchiusi in un fazzoletto di terra, contesa da secoli. E si capisce perché solo dopo averle viste, quelle pietre. Perché una passeggiata a Gerusalemme è un continuo infrangere i luoghi comuni. Bellezza di ori e pietre, acciottolati e porte, e basta scantonare a Mea Shearim per trovarsi precipitati in uno shetl ebraico dell’Europa centrale a fine ‘800. Fra antichi copricapi Shtreimel, botteghe, venditori di Torah e abbigliamento, un viaggio nel viaggio alla scoperta della componente ortodossa della società, che ormai sfiora il 20% degli israeliani e cresce generazione dopo generazione.Gerusalemme Est
Dall'altro lato di un invisibile muro, Gerusalemme Est con i mille colori del suq arabo, le kefiah, i canti del muezzin e i profumi di spezie. Indimenticabili. A pochi passi, Jaffa Street taglia la città santa da est a ovest con i suoi turisti, il tram, i negozi di souvenir e le bandiere israeliane su tanti edifici, pubblici e non. Perché l’orgoglio d’Israele è ovunque. L’epicentro è lo Yad Vashem, eterno memoriale della Shoah che sconvolge per sempre. Migliaia di storie di vittime, ricostruite fra milioni, in un lavoro prezioso e senza fine. Storie, vite spezzate, volti e lettere che mettono nero su bianco l’immane tragedia di un popolo perseguitato nei secoli, il cui destino è sospeso in quel pozzo con un filo d’acqua che conclude il percorso nell’orrore. Fuori, l’eterna Gerusalemme e il verde, il giardino dei Giusti tutto attorno, con nomi e alberi a simboleggiare chi trovò la forza per ribellarsi all’orrore.Tel Aviv
Mar Morto
Ma non si faccia l’errore di chiudere Israele fra le porte di Gerusalemme e Tel Aviv, perché solo a queste latitudini si può scendere 400 metri sotto il livello del mare e trovarne uno, di mare. E sul mar Morto incombe la lunga linea di montagne desertiche dominata da Masada nello splendore del suo isolamento solo sfiorato dal sentiero del serpente che si arrampica alle vette. Proprio per questo fu scelta da Erode, oltre che ultimo rifugio degli ebrei ribelli a Roma ed eterno simbolo di rivolta alle ingiustizie. Una fortezza inespugnabile, un miracolo di fonti d’acqua nel giallo ocra del deserto e immerso fra il verde dei palmeti l’azzurro accecante del mar Morto, lì sotto. Perfino le acque sono ribelli, qui, e sfidano la legge di gravità sollevando chi osa immergersi.