La Scarzuola, magia pura nel cuore dell’Umbria

La Scarzuola, un luogo unico nel cuore dell'Umbria, ricco di simboli e significati legati alla letteratura, alla spiritualità e ai miti antichi. Un viaggio tra sogno e realtà guidato dal proprietario Marco Solari, che svela i segreti di questa straordinaria opera d'arte alchemica e iniziatica.

di CHIARA GIACOBELLI
14 giugno 2024

La Scarzuola. Magia pura nel cuore dell’Umbria

Nel cuore dell’Umbria, nei pressi del suggestivo borgo di Montegabbione, in provincia di Terni, esiste un luogo diverso da qualsiasi altro sulla terra; un mondo a sé stante in cui si entra mossi da semplice curiosità, ma si esce diversi, più consapevoli e arricchiti. Stiamo parlando de La Scarzuola, un progetto storico, artistico e culturale dai molti risvolti simbolici, che si pone come un gioco di rimandi al mondo della letteratura, della spiritualità, dei miti antichi e delle leggende che si tramandano da secoli.

Tra sogno e realtà 

Visitare La Scarzuola è un’esperienza a 360 gradi talmente intrigante e al contempo ‘Complicata’ – altro nome con cui ci si riferisce al sito in questione – da far sì che si renda necessario l’accompagnamento del proprietario stesso, l’unico in grado di spiegare ai suoi ospiti in quale magico universo siano approdati e quali siano i molteplici significati di ciò che incontreranno durante il percorso. Il grande anfiteatro, i numerosi labirinti disseminati in maniera più o meno visibile, la porta dell’amore, le aree verdi, la piramide di cristallo, la Torre di Babele: sono solo alcuni degli elementi che costellano questo viaggio tra sogno e realtà guidato dalla voce narrante di Marco Solari, l’attuale proprietario.

Solari acquistò il complesso negli anni Ottanta del Novecento per farne la sua dimora privata, senza sapere ancora che sarebbe diventata la ragione stessa della sua vita. A chi va a fargli visita e si prenota con largo anticipo, pagando appena dieci euro per il biglietto di ingresso, Marco Solari la racconta così: "La Scarzuola è un percorso simbolico e alchemico che si dispiega all’anima aperta rivelando metafore di tutte le vite e una relazione di tipo iniziatico viene a stabilirsi tra il convento (città sacra) e le fabbriche del teatro (città profana), sovraccariche di simboli e segreti, di riferimenti e di citazioni".

La città ideale 

Il convento a cui fa riferimento è un antico monastero fondato proprio qui nel XIII secolo da San Francesco. Tra questa realtà spirituale delle origini e la dimora oggi divenuta un museo, si pone nel mezzo – oltre a molti anni di storia – la figura di Tomaso Buzzi, zio del proprietario, nonché celebre architetto, progettista e artista del Novecento. Fu lui a rilevare il convento ormai in rovina e a trasformarlo nella sua personale e originalissima Città ideale, ricca di rimandi alla letteratura, alla musica, all’alchimia, all’esoterismo, alla mitologia, alla botanica, alla chimica, all’astrologia e ovviamente all’arte. Ispirata al libro “Hypnerotomachia Poliphili” di Francesco Colonna del 1499, La Scarzuola intreccia il Neomanierismo con le scale di Escher, i labirinti di Borges con i riferimenti alle figure mostruose, o divine, dell’antichità, in un crescendo onirico e inafferrabile che al tempo rimase incompiuto.

A suo nipote Marco spettò quindi il compito non soltanto di decifrare l’incredibile opera d’arte frutto di una mente geniale, ma anche di ridare ad essa un ordine, ristrutturarla, completarla per quanto possibile e infine aprirla al pubblico, assumendosi egli stesso l’impegno di raccontare qualcosa di così misterioso, surreale, ma indubbiamente affascinante.