Kalabria coast to coast: a piedi dallo Ionio al Tirreno in 3 tappe spettacolari
Da Soverato, sulla Costa degli Aranci, a Pizzo su quella degli Dei: un cammino ‘quattro stagioni’ di 55 chilometri facendo su e giù per l’Appennino calabro
Kalabria Coast to Coast: sì, è scritto proprio con la K e in inglese il nome di questo cammino, da percorrere esclusivamente a piedi o in bicicletta, che collega il mar Ionio al mar Tirreno, da Soverato a Pizzo, attraversando l'Appennino Calabro nel tratto più stretto del territorio regionale che si trova tra due mari, in quello che è il ‘piede’ del nostro Stivale.
Si tratta di una distanza di soli 55,7 km, ma in realtà il cammino, previsto in tre tappe, non è così facile come in apparenza, perché si arriva a compiere un dislivello di circa 1000 metri, tra salite sulla montagna e discese. Ed infatti, specie per chi è amante delle passeggiate ma non vanta un particolare allenamento, viene indicato di percorrere in via preferenziale l'itinerario partendo da Soverato, sul mar Ionio, verso Pizzo, che si affaccia sul Tirreno, proprio perché l'ultimo tratto prevede oltre 800 metri di dislivello che è più facile effettuare in discesa e non in salita subito all'inizio del cammino. I volontari dell’associazione Kalabria Trekking, affiliati a Federtrek, che hanno ‘creato’ e aperto il cammino subito dopo la pandemia da Covid, effettuano anche escursioni con guide e accompagnatori certificati.
Sentiero 4 stagioni (escluso agosto)
Benché il il sentiero sia percorribile durante tutte e quattro le stagioni, i periodi più consigliati sono proprio la primavera e l'autunno. In inverno sull'Appennino può fare freddo, ma il mese in cui è maggiormente sconsigliato di mettersi in moto è ovviamente agosto quando le temperature sono sempre sopra i 30 gradi con tratti di percorso sempre esposti al sole. La bellezza del cammino Kalabria Coast to Coast, oltre al fatto di poter compiere un'esperienza attraverso una Calabria fuori dalle rotte turistiche, è proprio nella sua mutevolezza. Si parte dal lungomare per salire poi in quota tra piantagioni di ulivi, vitigni, fichi d'India, boschi di castagni e di faggi antichi riconosciuti per il loro pregio, formazione granitiche e la suggestiva oasi del lago Angitola, cui viene dato accesso proprio solo ai ‘pellegrini’ (anche se non si tratta affatto di un cammino religioso) che si sono accreditati lungo il percorso.
Dalla Costa degli Aranci a quella degli Dei
L'itinerario prende l’avvio dalla Costa degli Aranci, e in particolare dalle bianche spiagge di Soverato, situata nel Golfo di Squillace e conosciuta come la Perla dello Ionio per il suo mare cristallino, più volte Bandiera Blu. Il simbolo della città è il cavalluccio marino, in quanto nelle sue acque vivono due specie di ippocampi, entrambi in via di estinzione. Risale dunque subito verso le Serre calabre attraversando caratteristici villaggi quali Petrizzi, San Vito sullo Ionio e Monterosso Calabro, per poi scendere nuovamente verso il mare sul promontorio di tufo dove sorge Pizzo dal quale è possibile godere il panorama delle spiagge dorate della Costa degli Dei, sul Tirreno. Pizzo Calabro, uno dei borghi più pittoreschi della costa al centro del golfo di Sant’Eufemia apre, per chi arriva da Nord, la visuale sulla Costa degli Dei, caratterizzata da arenili sabbiosi e insenature ricche di scogli. Tanti i riconoscimenti ottenuti dal Cammino Kalabria Coast to Coast, benché sia fruibile da poco: il Times nel 2022 l’ha riconosciuto come World’s greatest place.
Passaporto del viaggiatore
Prima di mettersi in marcia è bene ottenere il Passaporto del viaggiatore (erogazione liberale di 5 euro) che consente di ottenere tariffe riservate nelle strutture ricettive convenzionate con il Cammino Kalabria Coast to Coast, i codici di accesso all’Oasi naturalistica del Lago Angitola, altrimenti preclusa, e soprattutto l'assistenza a distanza e il servizio di geolocalizzazione. L’itinerario è completamente segnalato ma nella zona collinare-montana si potrebbero avere dei problemi di orientamento in caso di nebbia, inoltre in alcune zone dell’area montana non vi è copertura telefonica. Dunque, per muoversi in assoluta sicurezza, i volontari di kalabriatrekking consigliano di scaricare le tracce per dispositivi Gps e Smartphone (area download del loro sito), e di effettuare, sempre online, il check-in ed il check-out, all’inizio e alla fine della camminata, per essere monitorati e in caso assistiti su tutto il percorso. Il contributo dato per il Passaporto servirà inoltre alla manutenzione del cammino, dato che si tratta di un’attività autofinanziata da un gruppo di appassionati, amanti della propria terra. Come di prassi si possono ottenere i timbri lungo i luoghi attraversati in modo da meritarsi, alla fine, il Testimonium, che certifica di aver completato l'itinerario Kalabria Coast to Coast.
Kalabria Coast to Coast, tappa 1
Il percorso è lungo 13,3 km ed è considerato di difficoltà media a causa del dislivello perché si raggiungono i 716 metri in altezza e se ne scendono poi 327 fino a Petrizzi, a quota 400 metri slm. Lungo il percorso il cammino non ci sono fontane per cui è necessario dotarsi dell’acqua.
Si parte dal lungomare Europa, dove è d’obbligo un selfie presso la grande scritta di Soverato, e si prosegue verso nord fino al lido “Tamada Beach”. Quindi si procede verso l'interno in direzione del centro commerciale “Le Vele” per poi imboccare via Po fino al villaggio Calaghena dove inizia un’impegnativa salita su strada asfaltata-sterrata per raggiungere l’imbocco di un’antica mulattiera che conduce fin quasi alla vetta del monte La Rosa, che domina il Golfo di Squillace. Un ripido sentiero conduce verso Petrizzi fino a piazza Regina Elena col suo pioppo nero e la sua “menzalora”, antica unità di misura delle granaglie. Da visitare anche la chiesa della SS. Trinità.
Kalabria Coast to Coast, tappa 2
È la tappa più lunga, 23,5 km, per l'80% sterrati, da Petrizzi a Monterosso Calabro (286 metri slm) attraversando Chiaravalle Centrale, San Vito sullo Ionio, Polia, Capistrano, con un dislivello di circa 1000 metri tra salite e discese; per questo motivo la difficoltà è considerata media - difficile. Per chi pernotta nelle strutture Villa Velia e Sant’Elia seguire le indicazioni in quota, prima di scendere a Monterosso. Lungo il percorso sono due le sorgenti: la fontana presso villa comunale di San Vito sullo Ionio e la sorgente nei pressi del lago Acero, uno dei luoghi da visitare.
Da Petrizzi si seguono le indicazioni fino al torrente Beltrame. Quindi si imbocca l’antico sentiero costeggiato da muri a secco. Raggiunta la provinciale sp 144, 50 metri a sinistra si imbocca un altro sentiero che porta sul vecchio tracciato dell’ex littorina che collegava Soverato a Chiaravalle Centrale fino all’ex casello in pietra della Stazione di San Vito, dove si consiglia di visitare la filanda e la chiesa Matrice. Un dislivello di 400 metri conduce all’area attrezzata del lago Acero, dove c'è il bivacco Free Zone, per una bella sosta. Dopo aver incrociato il Sentiero Italia (705), che collega la Penisola da nord a sud, si attraversa una spettacolare foresta di faggi fino alla dorsale di Monte Coppari, il punto più alto di tutto il Cammino, scoprendo le numerose niviere (dove si accumulava la neve per farne scorta) e la leggendaria pietra della fata. Si scende quindi verso località Pozzetti (sorgente di acqua e bivacco free zone) e poi fino allo chalet di Monterosso Calabro dove sono presenti alcune strutture ricettive convenzionate immerse nella natura. Segue la ripida discesa verso il borgo di Monterosso Calabro dove è possibile passeggiare tra i vicoli della Capana e tra gli antichi palazzi nobiliari del centro storico.
Kalabria Coast to Coast, tappa 3
La tappa numero 3 conduce da Monterosso Calabro a Pizzo passando per Maierato lungo un percorso di 19,100 km con una difficoltà media che prevede una salita di 585 metri e una discesa di 864 metri, fino al livello del mare. Il 60% del percorso è asfaltato e non ci sono fonti di acqua potabile.
Dal cimitero di Monterosso Calabro si prende a destra una strada immersa negli ulivi fino al lago Angitola, oasi naturalistica con varie specie di uccelli tra cui l’airone cinerino, simbolo del Parco Naturale Regionale delle Serre, dove c’è uno chalet gestito dal Wwf di Vibo Valentia. Lasciando gli splendidi panorami della riserva si prende, dopo aver attraversato la ex statale 110, la strada in salita fino alla Rocca Angitola, dove si trovano i ruderi dell’omonima città Normanna, completamente distrutta dal terremoto: il panorama su tutta l'area naturalistica delle Serre vale la fatica. Scendendo poi verso Pizzo ci sono bellissimi scorci del golfo di Sant'Eufemia, dei monti dell’Orsomarso nel Parco Nazionale del Pollino, della Costa degli Dei e, nelle giornate più terse, è possibile vedere anche l’isola di Stromboli.
Nel caratteristico centro storico di Pizzo, arroccata su un promontorio affacciato sul mare, non può mancare una visita al Castello Aragonese per poi scendere fino al lungomare Cristoforo Colombo e al quartiere Marina di Pizzo. È possibile fruire di visite guidate nel castello, nella chiesa di Piedigrotta, e negli altri rilevanti beni architettonici della città.
Dove dormire
Per ottenere ospitalità è necessario raggiungere uno dei paesi lungo il percorso. Sul sito kalabriatrekking.it sono indicate le strutture ricettive che mettono a disposizione bed and breakfast, camere e varie forme di alloggio. Tra queste, per la particolarità, segnaliamo solo Dharma House, in località Vingiuli a Petrizzi, che mette a disposizione dei camminatori una tenda stile yurta. La raccomandazione è di prenotare con largo anticipo il soggiorno nelle strutture disponibili, perché i posti letto potrebbero essere esauriti.
Cosa mangiare
Gli alberi da frutto producono agrumi e fichi, la zona di Maierato è ricca di una gran varietà di prodotti orticoli che in Calabria vengono spesso messi sott'olio; inoltre, sulle alture lungo la costa, si trovano diverse erbe selvatiche come capperi, asparagi, finocchio, rosmarino e origano. Lungo il cammino, nella giusta stagione, i turisti fanno scorpacciate di frutti del bosco (more, fragole e mirtilli) che crescono spontanei. Ricca anche la produzione di funghi, tra cui porcini, ovuli e sanguinelli.
Sull'Appennino, bovini, pecore e capre forniscono latte per la produzione artigianale di formaggi: rinomati quelli prodotti in particolare a San Vito. La cucina è quella tipica calabrese pur con le differenze tra costa e Appennino: legumi, come ceci e fagioli, pesci come acciughe, sarde, tonno, baccalà e stoccafisso, carne di maiale e di pecora. I condimenti principe sono l’olio di oliva, il pepe nero e, soprattutto, il pepe rosso piccante.
Tra i dolci particolari della zona ci sono le Cuzzupe, ciambelline pasquali con la’’interno un uovo sodo, preparate con farina, zucchero, uova, lievito, limone, anice e strutto, Taraji, biscotti anche a forma di serpente, ricoperti di glassa, Popatuli, biscotti ex voto con una glassa bianca offerti a Monterosso durante le celebrazioni religiose, Torroni. Ma chi conclude il cammino, al suo arrivo a Pizzo, non può perdere la specialità del gelato al tartufo, ripieno di crema di nocciola ed altre golosità tra cui cremolate, granite, cassate.
Cosa bere
La Calabria si rivela, a sorpresa, molto più verde di quanto ci si aspetti: lungo il percorso non solo ulivi e fichi d’india ma anche coltivazioni di grano e di altri prodotti che è poi possibile degustare sulle tavole nei paesi in cui si fa tappa. I vigneti sono contraddistinti da Uva vinciguerra a Monterosso e zibibbo a Pizzo. Il vino bianco Zibibbo secco Igp, unico prodotto sul posto in Calabria dalle Cantine Benvenuto dell’agronomo e sommelier Giovanni Celeste Benvenuto, con uve autoctone prodotte sulle colline terrazzate che si affacciano verso il mare, è quello più premiato e distintivo.
Fonte: kalabriatrekking.it