Il rinascimento di Ferrara
Le linee delle sue architetture, la luce calda che irradia sui suoi celebri mattoni, arancioni come le pareti arancioni di molti suoi edifici che si stagliano sull’azzurro del cielo. E poi il verde, tanto verde, spesso nascosto e che si intravede dai cancelli di alcune abitazioni nel centro cittadino (ai più curiosi, consigliamo di sperimentare la visione dall’alto su Google Maps) e che si estende per chilometri appena fuori le mura che ancora oggi delimitano la città. E poi l’acqua e la sua costante gestione, la lotta continua dell’uomo per trasformare in terra ciò che prima era palude. Ferrara è a tutti gli effetti città del Rinascimento, è luce e ombra, è gestione dell’uomo sulla terra e sull’acqua alla continua ricerca di un equilibrio, è tradizione, conoscenza, sapere. Così è stata riconosciuta anche dall’Unesco, che ha incluso le sue bellezze nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità in due momenti distinti. Al centro storico, il prestigioso riconoscimento è stato conferito nel 1995, racchiudendo tutta la sua intrinseca bellezza come un unicum, quale “mirabile esempio di città progettata nel Rinascimento, che conserva il suo centro storico intatto e che esprime canoni di pianificazione urbana che hanno avuto una profonda influenza per lo sviluppo dell’urbanistica nei secoli seguenti”. Ferrara è tutta città d’arte e di cultura. Basta passeggiare e lasciarsi trasportare dalla bellezza dei suoi cortili, dalle infinite chiese, dalle piazze e dalle vie. Palazzo dei Diamanti, sede di ben due musei: delle mostre temporanee di arte moderna e contemporanea curate dalla Fondazione Ferrara Arte, ma anche della Pinacoteca Nazionale, istituita nel 1836, dove si possono scoprire dei veri tesori dal Duecento al Settecento. Il primo nucleo di opere proviene infatti da alcune chiese della città. Tra le molte, sono presenti - oltre ai lavori di Mantegna, del Garofalo e di Carlo Bononi, di epoca cinquecentesca - anche le opere di Cosmè Tura ed Ercole de’ Roberti, tra i principali artisti ferraresi del Quattrocento. L’opera dell’Officina ferrarese è riscontrabile anche nei celebri affreschi di palazzo Schifanoia. Oltre al Salone dei Mesi, inaugurato nel 2020 con una nuova e suggestiva illuminazione, si sommano ora altre dieci sale del palazzo quattrocentesco, alcune delle quali mai viste prima. A pochi metri dal Castello Estense, anche sede museale - con il fossato ancora attivo, anche fruibile con un giro in barca - immancabile è una visita al Teatro Comunale dedicato a Claudio Abbado, direttore artistico per molti anni e fortemente legato a Ferrara. L’Abbado è un gioiello del Settecento, costruito su progetto di Antonio Foschini e Cosimo Morelli. Capolavoro mozzafiato è la Rotonda Foschini (sempre per i più curiosi, consigliamo una sbirciatina su Instagram), parte integrante dell’architettura del teatro. Un piccolo cortile ovale, inizialmente progettato per il transito delle carrozze. Dall’ovale si può vedere il cielo e forse, il senno dell’Orlando di Ariosto finito sulla luna. UN CONSIGLIO In alto i calici. Proprio a due passi dalla cattedrale, si trova il locale ‘Al Brindisi’, meta di turisti e ferraresi. Attestato fin dal lontano 1435, di fatto, può essere definito come l’enoteca più antica del mondo