“È come un pozzo di San Patrizio”, si usa dire. Questo
detto popolare significa che ci si trova un un buco senza fondo, in una situazione da cui è complicato uscire, simile a quando si scende nelle profondità del Pozzo di San Patrizio e si fatica a risalire. Insomma può significare un problema intricato che richiede uno sforzo significativo per essere risolto o superato, un tunnel in cui non si vede la luce. Il motto in questo caso non è legato a qualche favola o credenza. Il pozzo di San Patrizio è una
struttura architettonica reale, davvero molto profonda, che ha una sua origine e motivazione storica, e che si trova
nella città di Orvieto, in Umbria. A cinquecento anni dalla sua realizzazione oggi è un
monumento storico fruibile dai turisti, o almeno da quelli disposti a scendere fin nelle sue viscere percorrendo la sua doppia scala ad elica.
Il pozzo di San Patrizio cos’è
Veduta dall'alto dentro il pozzo di San Patrizio, realizzato nel cuore della città per avere l'acqua anche in caso di assedio
Il Pozzo di San Patrizio è un pozzo storico costruito a Orvieto
tra il 1527 e il 1537 per ordine di papa Clemente VII che si era rifugiato nella città umbra durante il sacco di Roma nel 1527. Lo scopo dunque era proprio quello di
accumulare acqua di scorta nel cuore della città
contro eventuali assedi o per garantire un approvvigionamento costante d'acqua in caso di assedio alla città o anche solo di siccità o calamità. I lavori furono affidati all’architetto fiorentino Antonio da Sangallo il Giovane a cui si deve dunque questa originale struttura. Si scavò innanzitutto nello
strato di tufo e poi nell'argilla: gli operai al lavoro si imbatterono anche in un
sepolcro pre-etrusco. Una volta raggiunta la falda acquifera lo scavo venne reso fruibile con una struttura di consolidamento che dura ancor oggi dal 1537.
Il doppio accesso ad elica
La caratteristica più originale del pozzo è la presenza di
due scale sovrapposte a doppia elica che non si incrociano mai: una per scendere fino alla sorgente sotterranea, l'altra per risalire, il tutto evitando ‘ingorghi’ sul percorso tra
gli asini che trasportavano l’oro blu. Un piccolo ponte collega le due scale in fondo alla cavità, che è
profonda 62 metri e larga 13. Il pozzo, benché oggi destinato a funzione museale, può contenere fino a 20mila mila metri cubi d'acqua.
Grande opera di ingegneria e architettura rinascimentale, il pozzo è composta da due scale a chiocciola, percorribili anche dai muli, che non si incrociano mai
Ogni camminamento ha
248 ampie scale percorribili, appunto, anche alle bestie da soma. La luce, pur affievolendosi mentre si scende in profondità, è data da
72 finestre ad arco. Sull'entrata è posta la scritta latina "
quod natura munimento inviderat industria adiecit", ovvero "ciò che non aveva dato la natura in difesa, procurò l'industria". Il pozzo è infatti considerato un’opera che testimonia il
valore dell'ingegneria e dell'architettura rinascimentale italiana, ed è il monumento che più attira turisti dopo il Duomo di Orvieto. L'ingresso al Pozzo di San Patrizio si trova vicino ai giardini con resti etruschi e accanto alla stazione superiore della funicolare che collega la rupe con la parte sottostante. Il Comune di Orvieto e la Regione Umbria promuovono la visita al Pozzo di San Patrizio, aperto tutti i giorni.
Fino a fine ottobre l'orario di apertura (ma la biglietteria chiude mezz'ora prima) è 9-19; da novembre a febbraio, quando cala prima il buio, dalle 10 alle 16.45 per poi tornare all'orario ottobrino fino ad aprile e all'apertura serale fino alle 20 tra maggio ed agosto.
Perché il nome San Patrizio
Il pozzo di San Patrizio è il monumento architettonico più visitato ad Orvieto dopo il Duomo
San Patrizio usava pregare in una profonda cavità. Pare dunque che nell’Ottocento i frati della chiesa dei Servi che conoscevano bene la sua storia abbiano deciso di dedicare proprio al
Patrono d’Irlanda il pozzo che racchiude un bene comune alquanto prezioso per l’umanità,
l’acqua, aprendo nel punto più buio le porte verso il Paradiso.