Ex colonia francese, il Ciad è una meta di viaggio quasi mai considerata. Non solo per l'ormai “genetica” condizione di instabilità politica che affligge quasi tutto il continente africano, ma anche per un'apparente scarsa “appetibilità”. Il territorio - a Nord confinante con la Libia, a Est con il Sudan, a Ovest con Niger, Nigeria e Camerun, a Sud con la Repubblica Centraficana - è prevalentemente desertico, i panorami sono perlopiù brulli, il mare è lontano. Una conformazione geologica e climatica per cui il Paese viene a volte definito “
il cuore morto dell'Africa”. Eppure, per il viaggiatore attento, che non si limita a una fugace toccata e fuga in cerca di comodità e confortevoli lussi,
questo “cuore morto” racchiude luoghi di profonda bellezza, dove gli occhi e la mente possono trovare, o, almeno, cercare, l'essenza della vita stessa. LEGGI ANCHE -
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Dalla capitale N'Djamena verso l'Africa saheliana
Un viaggio in Ciad presuppone
spirito di avventura e un pizzico di adattamento. E' un viaggio vero, profondo,
“off the road” per chi vuole davvero provare a
comprendere l'anima dell'Africa. Una volta lasciata la capitale N'Djamena (generalmente i voli di collegamento passano da Parigi) il mezzo per muoversi è la macchina, dritti verso il deserto. Raggiunto
il villaggio di Massaguet, immersi nell'autentica Africa saheliana, si prende in direzione Est, attraversando la regione del Guerà, una regione viva, costellata di mercati e picchi granitici. Il più noto è quello che domina il villaggio di
Ab Toyour, noto anche come la montagna degli avvoltoi, che regala un
panorama difficile da dimenticare. Ultima tappa sarà
l'antica capitale del Paese, Abeche, oggi capoluogo della regione del Ouaddai.
Nel cuore del deserto: l'Ennedi e l'oued Archei
Sviluppato su circa 60.000 kmq, nella parte nord-orientale del sahara ciadiano,
il massiccio dell'Ennedi regala al viaggiatore lo spettacolo del Sahara più selvaggio. Seguendo la direzione del gigantesco bacino dell'
oued Archeï, ci accompagnano
dune variopinte, formazioni tassiliane arenacee che vanno a formare stravaganti castelli e cattedrali, le cui fondamenta poggiano nella sabbia sinuosa, alternandosi a intricati labirinti. In tutta la regione di Archeï sono presenti
testimonianze di arte rupestre, pitture lasciateci da civiltà antiche e sconosciute, echi del Sahara neolitico
subpluviale, quando il deserto che conosciamo oggi era ancora una distesa verde e rigogliosa. L'oued termina in
un anfiteatro verdeggiante da cui prendono vita le gole della millenaria guelta. Con questo termine arabo - usato in Nordafrica - vengono indicati i bacini d'acqua naturale.
La Guelta di Archeï è uno dei luoghi più belli del deserto del Sahara, una vera oasi, tra canyon spettacolari e dune di sabbia dove è facile incontrare i nomadi Toubou. Qui si trovano anche gli ultimi esemplari viventi di coccodrilli sahariani.
Oasi e vecchi forti: Fada, Derbili ed Eyo Demi
Un'oasi verdeggiante che vive attorno a un vecchio
forte coloniale francese
: Fada e il suo piccolo ma vivace mercato sono la prima tappa del tragitto attraverso il massiccio dell'
Ennedi, l'altopiano è stato dichiarato Patrimonio mondiale dell'Unesco nel 2016. Tra canyon e vallate si muove verso le
dune del Mourdi e, poi, seguendo l’
antica pista carovaniera che collegava la regione alle oasi libiche del Nord, ci si immette nel
Derbili, un altro sistema di dune barcane. Tappa di una bellezza selvaggia quanto “inospitale” è il
villaggio di Eyo Demi che sorge ai piedi di una formazione arenacea rossastra. Gli abitanti di questo insediamento vivono sull'esiguo commercio del "sale rosso cristallino", ricavato con procedimeti ancora rudimentali da saline a cielo aperto e poi scambiato nelle oasi del Sud e scambiato con generi alimentari.
I laghi di Ouniana
Il primo lago della zona è il
Teguedei e custodisce l'accesso a una regione molto diversa da quella che si è in precedenza attraversata. Il paesaggio cambia, qui le dune lasciano spazio a
laghi e palmeti, costantemente spettinati dal vento, che fanno da contrasto alle formazioni rocciose di arenaria.
Il rosso della roccia, l'oro della sabbia, il blu e il verde dei bacini d'acqua regalano un paesaggio davvero inaspettato nel cuore del Sahara, consentendo anche una sosta per un bagno ristoratore. Il viaggio è terminato, da qui si ritorna alla capitale - passando Bichagara, l'Oued Achim e il Bahr el Ghazal, il fiume delle gazzelle - o si muove verso gli scali del Mediterraneo. Con il Sahara negli occhi e nel cuore.