I sentieri del foliage in Garfagnana, lungo la Via di Matilde

di MARTINO DE MORI
14 ottobre 2022

garfagnana-foliage

La Toscana è una delle migliori regioni italiane in cui immergersi nel foliage autunnale. In special modo la Garfagnana, in provincia di Lucca, è il paradiso degli amanti delle passeggiate, e dei trekking immersi nel bosco colorato di rosso. I sentieri del foliage in Garfagnana sono tanti e si sviluppano lungo la Via di Matilde, il cammino che attraversa questa parte di Itali, portandoti alla scoperta di natura, borghi e tradizioni in una zona ancora poco esplorata dal turismo di massa. Ecco i sentieri più belli da percorrere per un bagno nel foliage.

Giro del Diavolo

Il Giro del Diavolo è un itinerario molto breve, lungo circa 2 km, che ha la località di San pellegrino in Alpe come punto di partenza e arrivo. Dal villaggio, che è il borgo abitato più alto dell’Appennino (1595 m), si parte costeggiano la strada asfaltata, per arrivare al Passo dell’Agadello e a un bosco che in autunno si colora di mille sfumature di rosso. Da qui ti inoltri in un sentiero panoramico che ha una vista spettacolare su tutta la Garfagnana (Alpi Apuane comprese) e una storia molto suggestiva alle spalle. È il luogo in cui San pellegrino, il monaco giramondo proveniente dall’Irlanda, venne tentato dal Diavolo e, stanco delle provocazioni del maligno, lo schiaffeggiò fino a farlo capitolare. Per secoli i pellegrini hanno eletto questa zona a luogo di culto, in cui portare massi che rappresentavano i peccati: più ne hai e più deve essere grande la pietra; dopo la camminata, i massi venivano lanciati in un’area (la Pietraia del Diavolo), che ancora oggi è piena di pietre ‘del peccato’. Una volta mollato il peso delle cattive azioni, si può proseguire fino al crinale lì vicino, e poi scendere verso San Pellegrino per chiudere il giro: si cammina in un bosco in cui i passi vengono attutiti dalle foglie arancioni, un vero bagno di foresta piacevole e rigenerante. A San Pellegrino ci si può fermare a mangiare nei piccoli ristoranti e bar sempre aperti. Il bar Pecetto ha una particolarità unica che racconta bene le traversie politiche della Garfagnana: è diviso su due province e puoi prendere il caffè al banco nella provincia di Modena, per poi pagare alla cassa, pochi centimetri più in là, che si trova in provincia di Lucca.

San Pellegrino in Alpe-Castiglione

Un’altro percorso che ti permette un’immersione nel foliage autunnale è quello che da San Pellegrino in Alpe porta a Castiglione di Garfagnana. È una lunga discesa di 15 km che attraversa i boschi di faggi e castagni, dove si possono incontrare i ‘metati’, strutture in cui venivano (e vengono) essiccate le pregiate castagne della Garfagnana (piccole e gustose), per farci la farina, base di molti piatti locali. È un percorso abbastanza impegnativo di circa 2 ore, che dopo la discesa sullo sterrato diventa più pianeggiante e asfaltato. Siamo sulla Via di Matilde, il cammino che da Mantova arriva a Lucca, seguendo le antiche Terre Matildiche, governate da Matilde di Canossa, una delle più illuminate figure politiche del Medioevo (XII secolo). Si snoda tra Garfagnana e Media Valle del Serchio ed è un trekking che si sviluppa in 11-12 tappe, portandoti a conoscere un pezzo di Italia poco battuto, poco conosciuto ma davvero sorprendente.

Castiglione-Castelnuovo di Garfagnana

Si può proseguire fino a Castelnuovo di Garfagnana, centro più importante della zona, dove ha sede la Rocca Ariostesca, in cui soggiornò Ludovico Ariosto, che oltre a essere l’autore dell’Orlando Furioso, fu governatore dell’area. Quest’anno si festeggiano i 500 anni della sua permanenza qui: oltre alle celebrazioni, è in corso una imponente opera di restauro del palazzo e di trasformazione in museo dedicato all’Ariosto. Sono circa 7 km in cui la Via Matildica prosegue verso Lucca, passando per altri boschi fitti di abeti, faggi e castagni, che in autunno si riempiono di funghi, altra prelibatezza della gastronomia della Garfagnana. Da non perdere il ponte medievale in mezzo alla foresta.

Castelnuovo-Barga

Da Castelnuovo si può proseguire fino a Barga, passeggiando nelle foreste selvagge in cui spesso non c’è campo per lo smartphone; un salto indietro nel tempo in cui accogliere tutti i benefici del foliage. Si passa per Fosciandora e San Pietro in Campo, spesso senza incontrare anima viva, seguendo il corso del Serchio. Barga è annoverata fra i borghi più belli d’Italia ed è davvero un gioiello. Ha un’importanza storica, artistica e culturale notevole. C’è il magnifico Duomo di San Cristoforo, che risale al X-XII secolo e svetta sul centro storico, tutto vicoli e saliscendi dentro le mura. C’è l’abitazione di Giovanni pascoli, che visse qui 20 anni; c’è il loggiato del caffè Capretz, dove il poeta scriveva e si intratteneva con gli amici. E c’è il Teatro dei Differenti, che dagli anni ‘60 del secolo scorso ospita rassegne importanti. Vicino a Barga è da non perdere il Ponte del Diavolo, a Borgo a Mozzano, dall’arco molto alto sul fiume Serchio. Impressionante, iconico.