Reperti storici del Museo di Torino ‘in vacanza’ nella perla della Versilia. Un viaggio nel tempo e nei luoghi

In esposizione rarità mai viste prima. La mostra, aperta fino al 2 febbraio 2025 al Fortino Leopoldo I, mira a svelare la complessità della cultura egizia, focalizzandosi sulle persone e non solo sugli oggetti

di LARA MARIA FERRARI -
4 agosto 2024
Statua di Ramesse II

Statua di Ramesse II

La storia millenaria dell’antico Egitto in mostra a Forte dei Marmi. Un racconto attraverso 24 preziosi reperti provenienti dal Museo Egizio di Torino nell’unica esposizione organizzata in spazi esterni al Museo nell’anno del bicentenario.

‘Gli Egizi e i doni del Nilo’– visitabile fino al 2 febbraio 2025 al Fortino Leopoldo I – nasce dal rapporto di collaborazione instaurato dalla Fondazione Villa Bertelli e dal Comune di Forte dei Marmi con il Museo Egizio, seconda istituzione più importante al mondo dedicata alla civiltà nilotica. L’inaugurazione giovedì scorso alla presenza del direttore del Museo Egizio Christian Greco.

Statuetta di gatto
Statuetta di gatto

L’esposizione rappresenta un vero e proprio viaggio nel tempo, dall’epoca Predinastica (3900 - 3300 a.C.) all’età greco-romana (332 a.C. - 395 d.C.), attraverso vasi, stele, maschere, amuleti e papiri: reperti di grande valore provenienti dai depositi del Museo (l’Egizio custodisce 40mila oggetti, di cui 12mila in esposizione), pertanto normalmente non visibili al pubblico e, in alcuni casi, mai esposti prima. Immagine guida, una maschera funeraria di età romana (30 a.C. - 395 d.C.) proveniente da Assiut: una riproduzione idealizzata del volto del defunto, realizzata in cartonnage (simile alla cartapesta) e destinata alla protezione magica della mummia.

maschera funeraria in stile egizio
Maschera funeraria in stile egizio

Tra i reperti in mostra, un tipico modellino di imbarcazione dei corredi funerari del Primo Periodo Intermedio (2118 - 1980 a.C.), in legno stuccato e dipinto, decorato con la coppia di occhi udjat a protezione dello scafo. Queste imbarcazioni rappresentano il viaggio del defunto verso la città sacra di Abido. Dalla Galleria della Cultura materiale del Museo Egizio proviene invece il set completo di vasi canopi in alabastro di Ptahhotep, vissuto durante il Terzo Periodo Intermedio (1076 - 722 a.C.). I 4 vasi sono chiusi da coperchi che ritraggono i Figli di Horus, con teste zoomorfe, per conservare separatamente gli organi del defunto. Il percorso espositivo sarà arricchito da due significative riproduzioni provenienti dall’Egizio – la statua monumentale di Ramesse II e il sarcofago di Butehamon – per offrire testimonianza di reperti inamovibili, ma di interesse storico e artistico.

Canopi di Ptahhotep
Set di vasi Canopi di Ptahhotep

"La mostra intende sollecitare la curiosità, illustrando la complessità di quello che presentiamo. – dichiara Christian Greco – Gli oggetti esposti ci parlano di cultura funeraria, non perché gli Egizi fossero ossessionati dalla morte. Noi conosciamo la loro cultura materiale principalmente per aver scavato in necropoli e questa è la nostra principale chiave di accesso all’antico Egitto. Il racconto che facciamo qui, grazie a un approccio prosopografico, vuole invece presentare le persone, oltre l’oggetto". Il Fortino è aperto al pubblico dal 2 agosto al 15 settembre, negli orari 10-13 e 17-24; chiuso il martedì e il 28 agosto. Info sulle successive aperture sul sito. Ingresso 10 euro.