Gli anni di Lord George. A Palazzo Guiccioli apre il Museo Byron
Il nuovo Museo Byron a Ravenna racconta gli anni infuocati del poeta in città, tra amore, politica e Risorgimento. Un percorso interattivo svela la storia di Byron e Teresa Guiccioli, con un'appendice sul Risorgimento e un Museo delle bambole.
Furono due anni fiammeggianti, quelli che George Gordon Byron trascorse a Ravenna, dal 1819 al 1821: anni di ardente amore, ma anche di potente passione civile e politica, il seme di quel Risorgimento che – nell’arco di qualche decennio – avrebbe condotto all’Italia unita. Ed è proprio a quegli anni che ci (ri)porta il nuovissimo Museo Byron che la Fondazione Cassa di risparmio di Ravenna ha inaugurato in questo weekend nell’antico ed elegante Palazzo Guiccioli lungo via Cavour, nel cuore di Ravenna: nelle stanze di questa fastosa dimora signorile Lord Byron alloggiò, scrisse alcune delle sue opere più note, intrecciò relazioni e amicizie, ma soprattutto amò.
Byron, all’apice della fama, arrivò infatti a Ravenna al seguito di Teresa Gamba sposata Guiccioli, forse l’unico, vero, grande amore della sua vita irriducibilmente libera e libertina: "Byron era amante appassionato con sistematicità inglese", sottolinea Antonio Patuelli, presidente della Cassa di Ravenna che già più di dodici anni fa lanciò l’idea del museo. Durante la sua permanenza in Romagna, il poeta simbolo del Romanticismo conobbe anche alcuni esponenti della Carboneria locale, a cui fornì armi e denaro, e quindi sposò la causa di un’Italia libera dal dominio straniero.
Nelle sale di Palazzo Guiccioli, riportato al suo splendore originario, un modernissimo allestimento interattivo, con proiezioni immersive e oggetti ‘parlanti’, ci fa conoscere George e Teresa, ci fa ascoltare la loro storia e i loro racconti, ci fa scoprire anche aspetti curiosi della loro relazione: la contessa conservò tutte le lettere dell’amante, ma anche i suoi riccioli e frammenti della sua pelle, squamata al sole dell’estate. E il percorso prosegue poi al piano nobile, dove è anche lo studiolo di Byron (con gli affreschi che lui stesso fece realizzare e che sono ricomparsi a sorpresa durante il restauro): qui – sempre con tecnologie all’avanguardia – è stato aperto il nuovo Museo del Risorgimento che ripercorre gli ideali e gli eventi che portarono a una nuova Italia, con i suoi protagonisti, fra cui ovviamente Gioberti, Farini, Mazzini e Giuseppe Garibaldi, con Anita, che morì nelle valli attorno a Ravenna: alcuni preziosi cimeli in mostra provengono dalle collezioni delle Fondazione Spadolini e Craxi.
In un’ala novecentesca del Palazzo ha trovato spazio anche l’incantevole Museo delle bambole, con la collezione di Graziella Gardini Pasini, quasi duemila bambole e balocchi dal 1850 alla metà del ‘900, fra cui le eleganti pupe col viso di porcellana o di celluloide, di pezza e di carta, con tutte le loro case in stile Liberty, Art déco o Biedermeier. Fra le tante sorprese, anche la copia di un’antichissima bambola micenea del 1100 e le bamboline di carta che furono inviate alle bambine italiane con il piano Marshall. Un vero viaggio nella fantasia, per chi sa conservare sempre un cuore bambino. Info su www.palazzoguiccioli.it