Farsettiarte. La poetica dello spazio secondo Corsini
La nuova mostra personale proposta da Farsettiarte a Cortina d’Ampezzo vedrà protagonista l’artista livornese Vittorio Corsini, con una serie di...

La nuova mostra personale proposta da Farsettiarte a Cortina d’Ampezzo vedrà protagonista l’artista livornese Vittorio Corsini, con una serie di...
La nuova mostra personale proposta da Farsettiarte a Cortina d’Ampezzo vedrà protagonista l’artista livornese Vittorio Corsini, con una serie di lavori recenti, realizzati in un periodo compreso tra il 2018 e il 2022. Si tratta di sculture e opere da parete che riprendono alcuni dei nuclei tematici fondanti della ricerca dell’artista, docente di scultura all’Accademia di Belle Arti di Milano, che annovera tra le sue mostre personali quelle tenute al Macro di Roma e al Palazzo delle Papesse di Siena, e con il quale Farsettiarte ha già collaborato in passato.
Il tema del paesaggio, quello dello spazio aperto e dello spazio abitato, della casa e delle relazioni umane vengono affrontati su livelli differenti, con approcci e attraverso suggerimenti più o meno diretti, rispondendo a esigenze, necessità, aspirazioni più o meno nascoste.
Le opere da parete hanno diverse dimensioni e utilizzano la luce. Alcune sono di carattere figurativo con soggetti facilmente riconoscibili come un bosco o una libreria, altre hanno una visione più astratta, costituite da superfici monocrome messe in relazione tra loro mediante una fascia luminosa.
Sia negli spazi concreti che in quelli astratti le linee verticali che li attraversano e li illuminano suggeriscono allo stesso tempo unione e separazione, secondo un’idea di esperienza e di conoscenza affine ai tagli di Fontana, i neon di Merz o i monocromi di Klein, autori di riferimento per Corsini. E allora gli spazi e i luoghi diventano situazioni, i segni vengono a significare sensazioni, impressioni, finanche ’carezze’.
Le sculture hanno tutte a che fare con l’idea della casa. L’abitazione è in vetro e accoglie al suo interno dei pigmenti; è posta in una situazione di precarietà statica poggiando su una base di marmo dalla forma irregolare. Eppure proprio la sua trasparenza, la sua posizione incerta ne fanno un simbolo della condizione umana capace di trovare la sua serenità laddove avverte un senso di protezione ma desiderosa altresì di aprirsi verso l’esterno, verso il mondo, in una tensione vitale e intimamente carica di bellezza.