Vietnam, un tuffo nella storia e nella natura
Il Paese asiatico sta attraversando un cambiamento radicale che lo rende una meta affascinante, nei suoi contrasti e nelle sue contraddizioni
Un tuffo nella storia e nella natura. Un viaggio in Vietnam permette di esplorare un territorio splendido e vivacissimo pur nelle sue contraddizioni e di approfondire la conoscenza di un Paese ancora legato nell’immaginario collettivo a quelle guerre d’Indocina (prima con la Francia, poi con gli Stati Uniti) che hanno segnato la storia del ventesimo secolo in tutto il mondo.
Sviluppo vertiginoso
È quindi a maggior ragione affascinante essere testimoni del cambiamento radicale di una Repubblica ‘socialista’ che ha però ‘sposato’ negli ultimi decenni la libertà del mercato, tanto che del socialismo pare sia rimasto ben poco. Il Vietnam è ormai a tutti gli effetti una delle ‘tigri asiatiche’, e soprattutto negli ultimi anni ha fatto registrare una crescita del Pil superiore al 5% e picchi di esportazioni in diversi settori. Il rovescio della medaglia è costituito dalle dimensioni sempre meno gestibili delle città, in particolare Ho Chi Minh City (ex Saigon) e Hanoi: megalopoli rispettivamente da 13 e 8 milioni di abitanti prive di un sistema di trasporti e invase ogni giorno da milioni di motorini che creano caos e inquinamento a discapito della vivibilità. Un’atmosfera vivace che piacerà però ai più giovani, in una frenesia di sviluppo urbanistico che fa somigliare in particolare lo skyline di Ho Chi Minh City a New York.
Usciti dal caos metropolitano, risultano ancora più affascinanti i panorami mozzafiato delle tre regioni: il nord, il centro e il sud offrono scorci diversi ma hanno in comune la prepotente presenza di una natura rigogliosissima e di grandi fiumi.
Il nord
Un itinerario ideale (per quanto non esaustivo) può quindi partire dal nord. Atterrati ad Hanoi, dopo la visita della città con le sue antiche vestigia (in particolare lo splendido Tempio della Letteratura, università risalente al XII secolo tuttora attiva), si può partire alla volta di Ninh Binh. Qui si può perdersi in un’atmosfera d’altri tempi attraversando sulla barca a remi condotta da una donna ‘Tam Coc’, le “tre grotte”. Ci sono poi da esplorare le terre del ‘Far Viet’, dove tra le montagne coperte da una vegetazione lussureggiante e risaie a terrazza si possono trovare splendide cascate e grotte che paiono foreste di stalattiti e stalagmiti, villaggi di case e palafitte di legno o bambù, mercati coloratissimi e antiche pagode buddhiste.
Imperdibile poi la ‘Baia di Halong’, patrimonio Unesco reso celebre anche da diversi film (tra cui King Kong) dove vengono organizzate minicrociere. Consigliabile però scegliere programmi che consentano di esplorare davvero il ‘miracolo geologico’ dei 1.969 scogli e isolotti concentrati in 1.533 chilometri quadrati (solo 980 sono “battezzati”), anziché stare all’ancora al largo a fare corsi di cucina.
Il centro
Con un breve volo interno (i treni sono lentissimi) si può poi spostarsi nella regione centrale, dove ci attendono la splendida città di Hue, antica capitale devastata dalla guerra nei primi anni ‘70 ma poi magistralmente restaurata. La cittadella imperiale offre un ineguagliabile esempio di armonia tra le antiche costruzioni e la natura circostante. Non meno splendidi i complessi delle tombe reali, in particolare quella di Tu Duc e quella di Minh Manh. Da qui ci si può spostare in auto nella piccola città di Hoi An, anch’essa patrimonio Unesco, caratterizzata da bellissime e antiche costruzioni in legno e da un canale che ogni sera offre l’opportunità di un giro in barca a remi, immersi nel suggestivo e romantico spettacolo di miriadi di altre piccole imbarcazioni che trasportano lanterne colorate.
In poco più di un’ora di volo si può infine raggiungere Ho Chi Minh City, una città sospesa tra un passato tragico, un presente frenetico e aperto al futuro: molto interessanti anche il Museo della guerra e i sotterranei che furono rifugio dei vietcong durante la guerra civile. Da lì vale la pena di esplorare con un’escursione di un paio di giorni il Delta del Mekong, così fertile da costituire il frutteto e la risaia del Vietnam. Da togliere il fiato la biodiversità di questa regione chiamata dei ‘nove draghi’: tanti sono infatti i rami in cui si divide il grande fiume prima di buttarsi del Mar della Cina.
Se poi avanza tempo, sarebbe davvero un peccato non cogliere l’opportunità di raggiungere con un tragitto relativamente breve l’enorme sito archeologico di Angkor in Cambogia: una meraviglia senza paragoni nel suo intreccio di vegetazione e antichi templi e sculture khmer. Come si dice: la ciliegina sulla torta.