Sanliurfa, la città dei profeti dove nacque Abramo

di GLORIA CIABATTONI -
6 agosto 2023
La piscina sacra dedicata ad Abramo a Sanliurfa

La piscina sacra dedicata ad Abramo a Sanliurfa

Chi arriva dall’Italia in aereo atterra a Istanbul, poi un altro volo conduce a Sanliurfa, o Urfa, e da qui comincia il viaggio in un passato sempre più remoto, fra storia e leggenda, religione, archeologia, fino a quel mistero chiamato Göbekli Tape. Siamo in Turchia quasi al confine con la Siria, nella Mesopotamia sull’alto corso dell’Eufrate, che aveva Edessa (antico nome di Sanliurfa) per capitale. Un’area fortunatamente solo sfiorata dal terremoto dello scorso febbraio, e i siti sono visitabili. Assiri, Babilonesi, Parti e Romani, poi Bizantini e Turchi ottomani hanno attraversato queste terre. Sacre per tre religioni, Cristianesimo, Ebraismo, Islam perché il profeta Abramo nacque a Sanliurfa, in una grotta (Hazreti İbrahim Halilullah) oggi visitabile nel Dergah, un complesso di moschee e giardini con un bel colonnato, dove sorge la Mevlid-i Halil Camii, una grande moschea in stile ottomano. Suggestivo è il vicino lago Balikli o Piscina di Abramo: qui secondo la tradizione il re della città, Nimrod, fece ardere un fuoco e vi gettò Abramo che aveva osato distruggere i suoi idoli. Ma Dio trasformò il rogo nel lago - dove il profeta atterrò dolcemente - e mutò le braci in pesci, progenitori di quelle carpe che vi nuotano oggi e che locali e turisti nutrono generosamente. Vicino sorge l’immenso bazar: un caffè al pistacchio (la specialità locale) nella piazza è un fantastico momento di relax prima di avventurarsi fra stoffe colorate, ori, spezie, oggetti di legno, profumi. È un gioiello il moderno Museo Archeologico, dove spicca la statua di un uomo alta 2 metri, di 11.500 anni, trovata a Balikliogol. Affascinanti i rilievi del periodo neo-assiro, con le immagini di Nabonidus, ultimo re di Babilonia. La visita si dipana dall’epoca ellenistico-romana a quella islamica e molte sale sono dedicate a Göbekli Tepe con una ricostruzione del sito. Che vedremo a 12 km dove, fra colline dolci, s’innalzano i reperti risalenti a 12mila anni fa (7mila anni prima delle piramidi). Vi sono 45 megaliti disposti in 6 cerchi, steli di pietra con animali -fantastici e non - scolpiti e incisi con pietra da popoli di raccoglitori e cacciatori, che non conoscevano la ruota e la scrittura. Usarono questo sito per duemila anni, poi lo interrarono, e non si sa perché. L’atmosfera è magica, difficile andare via ma altro ci aspetta. A circa 40 km da Urfa, a Harran, dove visse Abramo, sono visibili i pochi resti dell’Università di 3mila anni fa, e le case a cupola in mattoni di fango, coni con un foro in alto e con passaggi interni. Sono simili ai trulli di Alberobello, un’altra delle inattese scoperte che ci riserva questo lembo di Turchia.