La magia di Petra: dai Nabatei a Indiana Jones

Un viaggio in Giordania che si rispetti non può che passare per una delle nuove Sette Meraviglie del Mondo. Magari con una tappa nel deserto e il relax galleggiando sul Mar Morto

di GLORIA CIABATTONI
13 luglio 2024

Petra

Si dice Giordania e in molti di noi si affacciano alla mente le immagini di “Indiana Jones e l’ultima crociata”, il celeberrimo film del 1989 con Harrison Ford nei panni di “Indi” e Sean Connery (nella pellicola suo padre, il professor Jones) impegnati nella ricerca del Santo Graal che li porta a Petra (che nel film sarebbe Alexandretta) e al “Tesoro del Faraone” (Al Khazneh), l’imponente edificio diventato simbolo della città stessa, patrimonio dell’umanità dell’Unesco dal 6 dicembre del 1985 e dal 2007 una delle nuove Sette Meraviglie del Mondo.

Il siq di ingresso a Petra
Il siq di ingresso a Petra

A circa 250 chilometri a sud da Amman, percorrendo la Strada dei Re, fra le montagne del Wadi Araba, la grande valle che va dal mar Morto al golfo di Aqaba sul mar Rosso, Petra ebbe con il film in questione un boom turistico incredibile facendo aumentare i visitatori da qualche migliaio all’anno a oltre un milione. Fondata nel VI secolo dai Nabatei, in parte costruita e in parte scavata nella roccia, tra montagne tagliate da passaggi e gole, con la pietra che varia dal giallo al bianco, al rosso, all’ocra, al marrone, Petra incanta fin dall’arrivo. Si entra dal Petra Visitor Center (il biglietto per un giorno costa 50 DJ, circa 66 euro), si percorre il siq, lo stretto passaggio in un canyon lungo circa 1,2 km con pareti alte 80 metri (il cammino è agevole e ben lastricato e volendo ci sono a disposizione auto elettriche e cavalli) e alla fine si rimane a bocca aperta vedendo apparire il “Tesoro del Faraone”, monumento funerario dall’imponente facciata che contrariamente a quanto avviene nel film non custodisce tesori ma una piccola stanza vuota dove si dice ci fosse la tomba di un re nabateo.

La storia millenaria di Petra e le sue meraviglie

Guerrieri e mercanti, i Nabatei commerciavano dal sud della Penisola Arabica al Mediterraneo e Petra era sulla via di incenso, mirra, spezie, che le diedero ricchezza fino all’ VIII secolo, quando nuove rotte commerciali e terremoti – quello del 19 maggio 363, danneggiò i monumenti compreso il teatro e gli acquedotti – indussero all’abbandono (anche se restarono ad alloggiare nelle grotte e nei monumenti fino a tempi recenti delle famiglie beduine). Petra sembrava sparita, se ne favoleggiava come di un mito, ma quei racconti affascinarono l’orientalista svizzero Johann Ludwig Burckhard, che in abiti arabi e sotto il nome di Cheikh Ibrahim riuscì a farsi portare nella città perduta nel 1812.

Il Tesoro del Faraone a Petra
Il Tesoro del Faraone a Petra

La prima missione archeologica inglese si svolse nel 1929 e anche oggi non si smette di scavare: la città fu abitata per circa 10mila anni quindi sono venuti alla luce imponenti monumenti funebri, ma anche templi, un teatro che poteva ospitare 8mila persone, chiese e costruite da romani e bizantini, la Strada delle Colonne: ci sono oltre 800 monumenti, tra i quali ben 500 tombe. Vicino al Siq c’è la Tomba dell’obelisco, davanti al “Tesoro” troviamo la Sacra Sala che aveva funzioni rituali , poi proseguendo ai lati della strada vediamo una quarantina di tombe. La porta di Traiano divideva la zona commerciale da quella destinata al culto. Tra i monumenti troviamo anche il Tempio Grande; il Qasr al-Bint , ovvero il castello della figlia del Faraone; il Tempio dei leoni alati; la chiesa; il Museo di al-Habis e il Museo Nabateo.

Se la passeggiata ha messo appetito, l’unico ristorante del sito è Basin Restaurant, un ottimo self service con specialità locali. Che è anche la base per imboccare il sentiero che porta a un’altra meraviglia: Al Deir, il Monastero. Per arrivare ci sono 850 scalini irregolari scavati nella roccia, che gli asinelli a disposizione dei turisti percorrono agilmente, ma è bello andare a piedi e fermarsi nelle bancarelle dei beduini, per bere un bicchiere di tè contrattando una sciarpa di lana di cammello. Il Monastero era la tomba del re Obodas, costruita tra il II e il I sec. a.C, sullo stile del Tesoro ma più grande, bellissimo quando è accarezzato dal sole che si prepara al tramonto, e vien voglia di restare lì a guardarlo seduti al bar in stile beduino, ma bisogna ricordare che alle 19 il sito chiude. Per riaprire il lunedì, mercoledì e giovedì dalle 20,30 alle 22,00 per Petra By Night, con il siq illuminato da 1800 torce per arrivare ai piedi del “Tesoro” anch’esso illuminato da luci colorate, dove si esibiscono artisti locali.

La ferrovia che vide le gesta di Laurence d' Arabia
La ferrovia che vide le gesta di Laurence d' Arabia

Petra è collegata dal Back Route Trail, un sentiero di 12,6 chilometri che in circa due ore e mezza porta a Piccola Petra, altro sito nabateo con palazzi scolpiti nell’arenaria come a Petra, ma è più piccolo e nato per i mercanti, che qui esponevano le merci. Fa parte del parco archeologico di Petra, e l’accesso è gratuito. E come anche la zona circostante è dal 1993 parco nazionale archeologico, di 240kmq. Wadi Musa è la città vicinissima al sito di Petra e non mancano alloggi di ogni tipo. “Petra Moon Luxury Hotel” è un bel 5 stelle veramente a 5 minuti a piedi dall’ingresso del sito, con belle camere spaziose e personale gentile.

Wadi Rum, nel deserto di Laurence d’Arabia

A un’ora e mezza di auto da Petra, la Giordania rivela un altro luogo di rara bellezza (anch’esso set di molti film): il deserto del Wadi Rum, detto anche La Valle della Luna. È un deserto dai toni rossastri che è stato set di alcuni film per rappresentare Marte, come “Mission To Mars” di Brian De Palma nel 2000, e “The Martian” di Ridley Scott nel 2015. Ma il film che ha fatto conoscere per primo questo luogo è stato “Lawrence d'Arabia” di David Lean, 1962, con Peter O'Toole, vincitore di sette Premi Oscar.

È la storia di Thomas Edward Lawrence, archeologo, scrittore e ufficiale dei servizi segreti inglesi, artefice della Rivolta Araba del 1917/18, che ebbe la base operativa in questo deserto. Scrisse le sue memorie nel libro “I sette pilastri della saggezza”, che diede il nome alla suggestiva formazione rocciosa che si ammira dal Centro Visitatori. Altri ricordi di Lawrence si trovano nella stazione abbandonata con alcune locomotive a vapore, che s’incontra prima di arrivare alla riserva: sono i resti della ferrovia verso l’Arabia Saudita e set originale di “Lawrence d’Arabia”, e fu la ferrovia che Lawrence d’Arabia fece saltare in aria per bloccare i rifornimenti dell’Impero ottomano. Oggi è un cimelio che fa brevi giri turistici.

Dweserto Wadi Rum cammelli al tramonto
Dweserto Wadi Rum cammelli al tramonto

Nel Wadi Rum vi sono numerosi resort, molto attrezzato è “Oasis Luxury Camp” dove si può alloggiare nelle bubble, che da lontano sembrano gigantesche palline da golf, ma sono confortevolissime camere con bagno dove si possono tirare le tende se si vuole privacy, o lasciale aperte per godesi lo spettacolo del deserto intorno e del cielo stellato di notte. “Oasis Luxury Camp” ha un ottimo ristorante con cucina locale (particolare è la cena zarb, con carne, soprattutto agnello, riso e verdure cotte a lungo in griglie poste in un pozzo sotto la sabbia con sopra delle braci) e una grande piscina attorno alla quale alla sera si canta e balla. Il Camp è base per gite nel deserto di ogni tipo, come le escursioni in 4x4 per vedere le zone più suggestive come Umm Fruth Rock Bridge il ponte di roccia fotografatissimo, le pitture rupestri del Karazali dell’epoca dei Thamudeni, le alte dune, con sosta in una tenda beduina per sorseggiare una tazza di tè. Imperdibile poi, partendo proprio da “Oasis Luxury Camp”, una gita a dorso di dromedario (che qui chiamano camel) per arrivare a un’altura e goderci lo spettacolo del sole che lento sparisce dietro le rocce ammantandole di rosa.

Mar Morto per galleggiare sull’acqua

Mar Morto
Mar Morto

A circa 220 km dal Wadi Rum, e a 66 km da Amman, il Mar Morto, a 430 metri sotto il livello del mare (è il punto più basso della Terra) è un lago salatissimo dove ogni turista si fa fotografare mentre galleggia leggendo un giornale. Lungo 90 km e largo 17, bagna Giordania, Cisgiordania e Israele, e consta di un bacino più ampio nella parte settentrionale e di una piccola laguna più a sud, separati dalla penisola di Lisan a sud-ovest. Non mancano certo i bei resort, come il grande “Crown Plaza Dead Sea Resort & Spa”, un 5 stelle affacciato sul mare, dove ci si bagna in queste acque mai troppo fredde che hanno un benefico effetto sulla pelle.

Il Dead Sea è famoso anche per i fanghi, se ne trovano delle vasche sulle spiagge dei resort, si possono usare liberamente e sono consigliabili per diverse malattie, soprattutto reumatiche e cutanee. Poiché l’acqua molto salata e i fanghi rendono la pelle liscia, setosa, impossibile resistere alla tentazione di portarsi a casa questi benefici acquistando cosmetici come scrub, creme per il corpo e per il viso: un ricordo che ci farà rivivere un viaggio indimenticabile.

Da sapere

Bubble nel Wadi Rum
Bubble nel Wadi Rum

La Giordania è una destinazione sicura, e continua ad essere un’oasi di pace in quest’area mediorientale. Dal 1999 il Re di Giordania è Abd Allah II, che con la moglie Rania di Giordania gode di una grande popolarità nel Paese e oltre, per il suo impegno nel mantenimento della stabilità interna ed il suo equilibrio in politica internazionale. La Giordania è in maggioranza musulmana e c’è un grande rispetto per la maggioranza cristiana, circa il 6% della popolazione.

Per accedere al Paese bisogna avere un passaporto valido e richiedere il visto (costo circa 50 euro) online o all’areoporto internazionale Queen Alia di Amman o presso quasi tutte le frontiere. I visti sono validi un mese, ma possono essere prolungati presso le stazioni di polizia (https://moi.gov.jo/EN/Pages/Visa_E_Applications). Interessante è il Jordan Pass, un pacchetto turistico che consente l’ ingresso prepagato a prezzo ridotto in oltre 40 tra le principali attrazioni turistiche (molto conveniente ad esempio per Petra), e l’annullamento del visto d'ingresso se si acquista il Jordan Pass prima dell’ arrivo in Giordania con almeno tre pernottamenti consecutivi (https://jordanpass.jo/Default.aspx). Per altre info https://www.visitjordan.com/.