Oman, nel Musandam crociere nei fiordi giocando coi delfini
Nella ‘Norvegia d’Arabia’ le profonde insenature della penisola, nel caldo mare tropicale, consentono escursioni sui tipici Dhow per godersi il silenzio e la natura tutto l'anno. Da non perdere anche la zipline da Guiness e la Zighy bay
Non è un caso se la parola fiordo, che indica un braccio di mare che si estende per chilometri all'interno della costa, caratterizzato da acque tranquille e da montagne o pareti rocciose a picco sulle acque, derivi dalla parola norvegese fjord ,che significa approdo. La Norvegia è conosciuta proprio come il paese dei fiordi, utilizzati tanto per le attività ittiche quanto per il turismo. Avendo un’origine per lo più geologica, di morene di antichi ghiacciai, i fiordi caratterizzano anche altre località ‘polari’ tra cui l'Islanda, l'Alaska, il Canada e la Groenlandia, e all'opposto, nel Sud del mondo, la Patagonia in Cile, la Nuova Zelanda e l'Antartide.
I fiordi? Sì, ma ai tropici
Esistono però dei fiordi all’altezza dei tropici in cui è possibile effettuare delle crociere tutto l'anno, compresa quella che per noi è la stagione invernale, godere della vista dei delfini che rincorrono giocosi le imbarcazioni in queste profonde insenature, praticare il kayak o fare una nuotata, dato che le temperature, quando in Italia è inverno, sono primaverili e miti, di notte possono scendere al massimo appena sotto i 20 gradi. È il caso dei fiordi del Musandam, spettacolare enclave dell'Oman situata nella punta più ad Est della penisola arabica, interamente affacciata sullo Stretto di Hormuz che divide il Golfo Persico dal Golfo dell'Oman (mare Arabico). Qui le montagne che si affacciano sui fiordi sono arse dal caldo torrido estivo (il Tropico del Cancro attraversa, poco più a sud, la capitale dell’Oman, Mascate), e hanno sfumature di colore intense, che si staccano nitide dalle acque verdi e blu e dal cielo terso. Una crociera sulle piccole imbarcazioni tipiche locali, i Dhow, in queste profonde insenature significa immergersi nel silenzio di una natura incontaminata, dove per pescare quanto necessario per il pranzo o la cena a bordo (accompagnata da verdure e datteri) non serve neppure la canna: è sufficiente calare in mare un amo legato ad un filo per tirare su, nel giro di qualche minuto, qualche esemplare pronto a finire sulla griglia. Il Musandam, uno degli 8 Governatorati dell’Oman (ma un lembo di terra degli Emirati Arabi Uniti lo separa dal resto del territorio), di pari passo con l’Eau, sta sviluppando il turismo e le crociere nei fiordi, con le tipiche golette locali, sono una delle particolarità distintive. Per cui ci sono turisti che arrivano in Oman (con voli diretti di circa 7 ore dall’Italia all’aereoporto di Sharjah o di Dubai) per degli itinerari turistici in Musandam, che comprendono in genere la visita della capitale, Mascate, escursioni in montagna, il divertimento sulla zipline sul mare più lunga del mondo, e la crociera di uno o più giorni, dormendo a bordo dei Dhow (in quelli più grandi ci sono cabine per 6-10 persone), oppure che visitano Dubai (dista circa un’ora di macchina), negli Emirati, e poi ‘concludono’ il viaggio con una minicrociera nei fiordi, tra i delfini, godendosi l’aspetto più naturalistico della zona.
A bordo c’è un ambiente interno, da cui si scende nelle cabine. Ma pranzo e cena sono all’aperto, su queste strutture in genere a due piani, arredate con salottini sia di tipo occidentale che tipici arabi, con tappeti e cuscini. Nei fiordi l’acqua è calma, i delfini spuntano regolarmente e fanno spesso a gara di velocità con i Dhow, e ogni escursione si conclude con la vista spettacolare di un tramonto acceso, in un cielo terso, quasi sempre senza nubi.
Kumzar, il paese delle capre, tra passato e futuro
Nell’insenatura più profonda del fiordo di Khor Al Sham si trova il pittoresco villaggio di Kumzar, dove la vita sembra essersi fermata da secoli ma che nasconde in realtà degli slanci verso il futuro. La strada principale, che divide in due il paese, è costituita dall'alveo di un fiume che si riempie solo con le grandi piogge, a febbraio. Un ponte, in questo caso, collega i due argini-quartieri del villaggio, arroccato sulle pendici dei monti e aperto sulla spiaggia, dove si trovano i pescherecci. Lungo la mainstreet, fatta di pietre, ci sono un ristorante e dei negozi di alimentari. Per le strade si incrociano più capre che persone: si arrampicano sulle rocce, per le calli, tentano di entrare nelle case di pietra e mangiano tutto ciò che trovano, tessuti compresi. I piccoli orti sono infatti protetti da reti metalliche. Sono tante, gli esemplari maschi lottano tra loro, e sembrano loro, le capre, le padrone del villaggio, ma poi le donne vengono fuori, incuriosite, nonostante il burqa copra loro il volto (di quelle sposate). Sostano sui gradoni o sui tradizionali salottini impalcati. Si lasciano fotografare in gruppo, anche se col viso coperto, hanno i vestiti colorati, non neri, scrutano sorridenti. Ma il borgo di circa 4mila abitanti, ha anche una parte più nuova, sul moderno lungomare, che conduce alla scuola, dove maschi e femmine, in gruppi separati, si alternano dalle sette del mattino fino a sera. Ci sono poi un parco giochi, un piccolo ospedale e un posto di polizia, mentre sul lato opposto della baia è stata realizzata una strada asfaltata che risale la montagna rocciosa. Lì sorgeranno le nuove abitazioni per gli abitanti di Kumzarm attualmente raggiungibile solo via mare. L’acqua, in paese, è garantita da un impianto di desalinizzazione del mare: un segno di modernità che non ha ancora raggiunto le nostre località del Sud d’Italia più assetate, a partire dalla Sicilia, ma che si trova in questo piccolo villaggio nel Musandam, in Oman.
Navi da crociera, tramonti e contrabbandieri
Per uscire da un fiordo ed entrare in un altro, ancora più grande, il Khawr Shim, con isole al centro, come quella del ‘Telegrafo’, e trovare altre famiglie di delfini, è necessario percorrere un tratto dello Stretto di Hormuz, che collega il Golfo Persico con il Golfo di Oman (mare Arabico): è lungo oltre una cinquantina di chilometri e largo una trentina. Nel mezzo, ovviamente non visibili da chi naviga sotto costa, ci sono le acque internazionali dove transitano petroliere e navi commerciali. Vicino alla costa omanita, invece, si possono incrociare navi da crociera, che sbarcano turisti nel porto di Khasab e frotte di contrabbandieri che partono dalla penisola del Musandam, nel punto in cui il canale marino è più stretto, e portano beni verso l’Iran, stato soggetto ad embargo. Le merci, ci viene detto, lasciano l’Oman e dunque escono dalla frontiera in maniera legale. Poi è un rischio del ‘commerciante’ quello di rivenderle lungo le coste iraniane, lontane da occhi indiscreti, piuttosto che altrove. I motoscafi corrono veloci, carichi di masserizie, sembra quasi di assistere ad un rally nautico: invece trasportano gomme d’auto, vestiti, generi alimentari diretti al mercato nero.
Il forte di Khasab
Che il forte di Khasab fosse costruito in una posizione strategica per impedire uno sbarco di ospiti sgraditi in Oman, è evidente. Un vecchio cannone, ora in mostra come reperto storico, dalla sua cavità nelle mura difensive della torre di osservazione del castello, punta dritto contro la nave da crociera oggi ancorata nel porto. All’epoca, quando il mare era ancora più vicino, il suo tiro doveva essere micidiale. L’intero fortino, costruito nel XVII secolo dalle forze occupanti portoghesi che volevano dominare il commercio attraverso lo stretto, e poi modificato dagli omaniti, è meta turistica imprescindibile: col suo caratteristico torrione al centro, luogo di ultima difesa estrema, cui si accede da una rampa elicoidale, con le sale in cui è stata ricostruita la vita tipica degli abitanti del Musandam, dalle stanze degli sposi (dove la donna indossa il Burqa che gli copre il volto), alla scuola, dal laboratorio artigiano al salotto, è un prezioso scrigno che aiuta i turisti a cogliere la realtà locale, tra storia e modernità.
Al centro del cortile è stata anche ricostruita la tipica Arish, l’abitazione estiva che gli abitanti dell’Oman, provenienti dalle zone montuose dell’interno, creavano sulla costa, dove si recavano per la pesca: si tratta di alloggi realizzati con fronde di palma e sollevati da terra per consentire alla brezza marina di rinfrescare i locali, con un piccolo balcone esterno. Accanto, in gran parte interrato, il Bait al Qufl, un edificio di ‘sicurezza’ dove chi si recava sul posto in estate, custodiva i beni di prima necessità. Alcune giare sono così grandi da non poter essere portate fuori dall’unica, piccola, porta di accesso, che aveva due meccanismi di chiusura. L’edificio gli è stato costruito attorno.
Oman, la zipline da Guiness dei primati
La zipline più lunga del mondo sull'acqua si trova presso l'Oman Adventures Centre nel Musandam, che si trova a Khasab, nei pressi dell’Atana Khasab Hotel. Il riconoscimento ufficiale del Guinness World Records consegnato al Ministero del turismo dell'Oman e all'ufficio del Governatorato del Musandam è del 31 gennaio 2023 e certifica che la zipline di 1770 metri è la più lunga sopra l'acqua. La zipline più lunga del mondo, che va invece da una montagna all’altra, si trova non molto distante, nel confinante Emirato di Ras al Khaimah (Eau). Dal centro avventura si viene portati con un van sino al punto di partenza, a 220 metri sul livello del mare, salendo il fianco della montagna lungo la baia con una serie di tornanti. Qui l’imbragatura e il ‘go’: possono partire anche due persone contemporaneamente su linee affiancate. Il suono è simile al ‘decollo’ di un aeroplano.
L’emozione di gettarsi nel vuoto da una piccola piattaforma di legno e di prendere velocità mentre si scende in picchiata verso il mare a 80km/h è forte, il vento può creare qualche oscillazione, ma sorvolare l’acqua dà una scarica di pura adrenalina. Tra le esperienze ci sono anche l’arrampicata fino al punto in cui, da una cresta, si vedono i due mari (Golfo arabico e mare dell’Oman), un safari in montagna, lo snorkeling o la pesca in mare.
Zighy bay e SixSenses
Per arrivare alla splendida Zighy bay, bisogna addentrarsi in una vallata e risalire il fianco di una montagna: una volta in cima il paesaggio è subito mozzafiato. Dopo tanta roccia il pianoro sottostante è ricco di palme, i colori del mare si fondono con la sabbia e il resort di lusso SixSenses ed il villaggio di pescatori che si trovano uno accanto all’altro nella baia, sembrano un piccolo paradiso. Il resort, in pietra e legno che si fondono con l’ambiente circostante, ha 82 ville di varie dimensioni, anche su due piani, con vetrate che danno su piscine a sfioro con acqua riscaldata, spiaggia, mare ed ambienti che, volendo, possono essere molto riservati. Le strutture, gli arredi sono quelli tipici omaniti, con qualche tocco in più, come la vasca in ottone o la doccia nel cortile esterno sul retro della casa.
All’esterno non mancano le tipiche Arish create con le palme, dove trascorrere il tempo in compagnia, nel pieno rispetto delle tradizioni locali. Tante le experience disponibili: nuotare per vedere le tartarughe marine, volare col parapendio sulla baia (è possibile fare il proprio ingresso nel resort proprio scendendo in volo dal passo, insieme ad un esperto, ed atterrando sulla spiaggia), immergersi nella spa con Hammam, frequentare i laboratori in cui le bottiglie di vetro vengono riciclate, prima frantumate e poi ‘sciolte’ e trasformate in altri oggetti, oppure cucinare o fare artigianato con la locale associazione Dibba Women che sostiene appunto le omanite della comunità. Oltre a cene private sulla spiaggia o nell'esclusiva wine tower con veduta a 360 gradi, tra ristoranti, bar e bistro e cene tematiche organizzate, segnaliamo il Mezzeria, di stampo beduino, sulla spiaggia, e il Sense on the edge, immerso tra le rocce delle montagne Al Hajar, dove è bello cenare o prendere un aperitivo al tramonto. L’accoglienza è quella tipica omanita, ma a portare un tocco di italianità è la nuova direttrice marketing del SixSenses, l’italiana Maria Cristina Cesareo, che vanta una lunga esperienza in resort esclusivi.
Khasab, dove dormire
A Khasab ci sono l’Atana Khasab, un resort 4 stelle con una vista sul lungomare, e l’Atana Musandam, inspirato ad un tipico villaggio omanita, che si affaccia su due tranquilli canali che si dipartono dal porto. Ci sono poi il Khasab Hotel, il Diwan Al Amir Hotel, il Khasab Musandam Camp site, il Lake Hotel, gli appartamenti Esra e At Taif.
Come raggiungere il Musandam
Il Musandam è una enclave dell'Oman sulla punta dello stretto di Hormuz che collega il Golfo Persico a quello, appunto, dell'Oman. Intorno ha il territorio degli Emirati Arabi Uniti. Per chi proviene dall'Italia, dunque, gli aeroporti di riferimento sono Dubai (Eau) o Sharjah (Oman) ed è necessario poi raggiungere il Musandam in auto, entrando nel territorio emiratino e poi facendo il proprio ingresso attraverso la frontiera nel Governatorato omanita del Musandam. L’Oman è poco più grande dell’Italia ma l’80% del territorio è desertico e la popolazione conta solo 4 milioni di abitanti.
Il Sultanato, una monarchia costituzionale, vive di esportazione di petrolio e gas naturale, della sua posizione strategica sullo snodo commerciale dello stretto di Hormuz, di pesca, agricoltura e, sempre più, di turismo. La valuta è il Ryal dell’Oman ma è possibile pagare con carte di credito. La settimana va dalla domenica al giovedì. I giorni festivi sono il venerdì e il sabato. La religione di stato è l’Islam ma nella variante dell’Ibadismo che attribuisce importanza al pacifismo e alla tolleranza. Fonte: si ringrazia il Governatorato del Musandam, il Ministero del Turismo dell’Oman, Oman Experience, Aigo, Khasab Travels&Tours (khasabtours.com)