Olimpiadi 2024, Parigi dedica una mostra alle origini dei primi Giochi moderni

Dal 24 aprile al 16 settembre 2024, nella scenografica Galérie Richelieu del Louvre, sarà allestita ‘Olympisme. Une invention moderne, un héritage antique’

di MARINA SANTIN -
2 aprile 2024
Alcuni degli oggetti e dei cimeli esposti alla mostra sulle Olimpiadi

Alcuni degli oggetti e dei cimeli esposti alla mostra sulle Olimpiadi

Le Olimpiadi 2024 sono ormai alle porte e a Parigi, che li ospita esattamente cent’anni dopo l’edizione del 1924 (e nella capitale francese ce ne fu una anche nel 1900), si respira già atmosfera olimpica. Nell’attesa della cerimonia di inaugurazione, che si terrà il 26 luglio lungo la Senna, numerosi musei e istituzioni culturali hanno scelto di rendere omaggio all’evento con mostre ed esposizioni dedicate a questo tema e allo sport in generale.

Tra le tante, tutte interessantissime e ciascuna focalizzata su un differente aspetto, spicca ‘Olympisme. Une invention moderne, un héritage antique’, allestita al Louvre nella scenografica cornice della Galérie Richelieu dal 24 aprile al 16 settembre 2024. Davvero da non perdere, la mostra invita a scoprire le origini dei primi Giochi Olimpici e le loro fonti iconografiche alla fine del XIX secolo, a coglierne il contesto politico e a comprendere meglio come gli organizzatori abbiamo voluto reiventare le competizioni della Grecia di un tempo.

Oltre a Pierre de Coubertin, infatti, considerato il padre dei Giochi Olimpici moderni e ampiamente consacrato, sono davvero numerose le personalità greche e francesi che hanno contribuito alla nascita della manifestazione sportiva più grande e più seguita al mondo. Tra i tanti, Emile Gilliéron, disegnatore archeologico d’origine svizzera formatosi all’Ecole des Beaux-Art di Parigi, nominato artista ufficiale dei Giochi Olimpici del 1896 e della Mésolympiade del 1906, ma soprattutto, creatore del trofeo per i vincitori, ispirato ai decori scoperti in Grecia durante i grandi scavi archeologici che aveva seguito. Accanto a lui, anche figure meno conosciute, principalmente storici e politici come Dimitrios Vikélas, Michel Bréil e Spyrodon Lambros, che, cercando di capire lo sport greco partendo dallo studio dei testi antichi e dei reperti archeologici, sono riusciti a reiventare le leggendarie competizioni che si tenevano nella Grecia antica. Con il loro contributo e con la pace promossa dalla pratica sportiva come preoccupazione principale, l’idea del barone Pierre de Coubertin si concretizza nel Congresso Olimpico, organizzato dall’Union de Sociétes Françaises de Sport e dall’Università della Sorbona nel giugno del 1894. Due anni più tardi si tennero ad Atene i primi Giochi Olimpici dell’era moderna e da allora, ogni quattro anni, la celebre fiamma parte da Olimpia e attraversa vari continenti per raggiungere il paese, sempre diverso, che ospiterà i giochi.

La mostra inoltre, a quasi 130 anni da quella prima Olimpiade, vuole anche mostrare come, in nome dello sport, l’alleanza di molteplici discipline scientifiche quali la filologia, la storia, l’archeologia e la storia dell’arte, abbia contribuito in maniera significativa alla creazione di questo evento sportivo internazionale. Davvero numerosissimi i pezzi esposti alla Galérie Richelieu, ma tra i tanti spicca la Coppa Bréal. Storico, linguista e pedagogo, Michel Bréal, presente al Congresso Olimpico e accreditato come l’inventore della moderna maratona (voluta quale omaggio al soldato ellenico Filippide che, secondo la leggenda, corse dalla Battaglia di Maratona fino ad Atene, morendo subito dopo avere annunciato la vittoria), creò nel 1896, per il vincitore della primissima corsa olimpica, il greco Spyridon Louis, una coppa divenuta il trofeo più celebre per la sua forte connotazione storica e simbolica. Realizzata a Parigi da un orafo rimasto anonimo, fino a oggi non era mai stata esposta al pubblico.

In primo piano anche i lavori di Emile Gilliéron, artista ufficiale dei primi Giochi Olimpici della storia, presentati per la prima volta in assoluto e messi a confronto con le opere moderne realizzate in occasione dell’evento (francobolli, manifesti, cartoline postali, trofei e oggetti commemorativi), per sottolineare come si sono evolute le modalità di comunicazione dalle origini a oggi. Emile Gilliéron è una figura chiave nella creazione della nuova iconografia olimpica. Utilizzando tutte le tecniche di riproduzione disponibili (disegno, scultura, galvanoplastica, litografia, stampa e fotografia) ha inventato trofei e immagini utilizzati agli albori per la comunicazione al pubblico e, soprattutto, ha firmato la prima emissione al mondo di francobolli dedicati ai Giochi Olimpici (presente in mostra), che ha decretato la nascita della filatelia olimpica.

Nonostante le testimonianze del passato siano prevalenti e vengano utilizzate anche per rievocare i gesti sportivi degli antichi Greci, oggi adattati alle esigenze moderne, d’obbligo sottolineare, come evidenzia la mostra parigina, che l’olimpismo moderno è un fenomeno tipico del XX secolo che nel tempo ha preso nettamente le distanze dalle antiche competizioni elleniche.