Viaggio nei luoghi del film
'Killers of the Flower Moon', diretto da
Martin Scorsese. Da poco uscito al cinema, è il 20esimo lavoro del maestro. Tratto dal
best seller di David Grann 'Gli assassini della terra rossa' e interpretato da un
cast d’eccezione (Leonardo DiCaprio, Robert de Niro, Lily Gladstone e Jesse Plemons), narra le drammatiche vicende subite dagli
Osage, una tribù di
nativi americani.
La trama
Siamo negli anni ’20 e gli Osage vivono in una riserva nella contea di Osage in Oklahoma. Nei loro territori però viene trovato il
petrolio. La prospettiva di grandi guadagni attira i bianchi e, con loro, la violenza, che si concretizza con una catena di
omicidi sospetti - compiuti proprio nei campi dove crescono i fiori della luna della tradizione pellerossa - che spingerà
l’Fbi a indagare. 'Killers of the Flower Moon' è stato girato dove i crimini sono avvenuti realmente, in
Oklahoma, nella terra degli Osage, perché, come afferma Scorsese “raccontare questa storia nella terra in cui si sono svolti questi eventi è incredibilmente importante e fondamentale per permetterci di dare una rappresentazione accurata dell'epoca e della gente".
I luoghi del film
Pawhuska
Primo e principale set del film,
Pawhuska, nel cuore della contea di Osage, in Oklahoma. La città, chiamata così in onore del
capo Paw-Hiu-Skah, conta circa 3.000 abitanti ed è un vivace mix di storia, di paesaggi naturali e, soprattutto, di due culture, quella indiana americana e quella occidentale. A dimostrarlo, gli 86 dei 98 edifici che si trovano nel suo centro, iscritti al
Registro nazionale dei luoghi storici; l'
Osage Nation Museum, il più antico museo di proprietà tribale degli Stati Uniti e la
Joseph H. Williams Tallgrass Prairie Preserve, la più grande
prateria protetta del Nord America, dal particolare ecosistema con vaste distese popolate da bisonti in libertà, cervi dalla coda bianca, coyote, linci rosse e più di 300 specie di uccelli. Pawhuska è quindi perfetta per offrire uno sfondo autentico ai temi centrali della narrazione del film, aggiungendo profondità alla storia.
Un coyote a Fairfafax
Accanto,
Fairfax, sempre nella Contea di Osage. Fondata all'inizio del XX secolo, la città ha una storia legata all'
industria petrolifera ed è stata un importante
centro industriale e commerciale durante l'apice della produzione di petrolio. Protagonista delle pagine del libro di David Grann, è nota anche per la sua bellezza e per i
misteri che ancora nasconde legati proprio all’epoca in cui gli Osage erano
tra le persone più ricche degli Stati Uniti grazie alle
royalty pagate dai bianchi per avere l’oro nero. Una terza città che ha parte del suo territorio nella terra degli Osage è
Bartlesville. Anche qui è evidente il perfetto
convivere di due realtà, come dimostrano il
Phillips 66, grattacielo realizzato da Frank Lloyd Wright, il
museo nazionale Frank Phillips Home, dalle architetture neoclassiche, punto di riferimento storico che risale all'inizio del XX secolo e che evidenzia l'influenza dell'industria petrolifera nella città, e le numerose testimonianze dei nativi americani.
Altri luoghi dei nativi americani
Negli Stati Uniti però ci sono anche altre località particolarmente significative per conoscere e approfondire la
storia dei nativi americani, come suggerisce Civitatis (principale distributore online di visite guidate, escursioni e attività in italiano nelle principali destinazioni del mondo). Ad esempio. il
National Museum of the American Indian, il Museo nazionale degli Indiani d'America a
Washington DC. Dedicato esclusivamente alla storia, alla cultura e all'arte delle popolazioni indigene delle Americhe, ospita un'impressionante collezione di manufatti e propone interessanti mostre. In
South Dakota, invece, si trova la P
ine Ridge Reservation. Seconda riserva indiana più grande d’America, territorio degli
Oglala Lakota, appartenenti alla tribù
Sioux, offre l'opportunità di conoscere la storia e la cultura di questo popolo con visite ai musei e interazioni con la comunità locale. Per panorami mozzafiato, la scelta la
Monument Valley, pianura fluviale al confine
tra Arizona e Utah abitata dal
popolo Navajo. A caratterizzarla, i
'testimoni di erosione', impressionanti guglie rocciose celebri in tutto il mondo come icona del West. Per visitare la regione e conoscere meglio i Navajo è possibile partecipare a escursioni guidate come il Monument Valley Panoramic Tour.
Cherokee, Museum
Altra meta imperdibile,
Cherokee, contea nella
Carolina del Nord che deve il suo nome all’omonima tribù. A testimoniarne la presenza in questi territori, l’
Oconaluftee Indian Village, un villaggio che replica il modo di vivere di una comunità Cherokee del XVIII secolo, nonché il Museo e il Centro Culturale Cherokee. Tappa anche a
Taos Pueblo, nel
deserto del New Messico. Dichiarato Patrimonio dell’Unesco, questo antico pueblo di una tribù di
nativi americani di etnia Pueblo, è una delle più antiche comunità indigene degli Stati Uniti. Da non perdere le visite guidate che permettono di esplorare la sua architettura unica e di conoscere la cultura Pueblo. Assolutamenteda vedere anche il
Parco nazionale di Mesa Verde, area nazionale protetta e patrimonio l’Umanità dell’Unesco, situato in
Colorado, nella contea di Montezuma. Questo parco nazionale, con zone desertiche, ripidi canyon e altopiani boscosi è famoso per i cliff dwellings, antichi villaggi rupestri scolpiti all’interno di nicchie rocciose costruiti dagli antenati dei popoli Pueblo e incredibilmente ben conservati.
Hopi Reservation
Ultima destinazione, ma non certo per importanza, la
Hopi Reservation, riserva indiana in
Arizona. Abitata da oltre mille anni principalmente da Pueblos Hopi e Tewa e completamente circondata dalla
riserva Navajo, accoglie tradizionali villaggi con case in adobe dove le tribù mantengono vivo il loro patrimonio ancestrale.