Giordania, il fascino intramontabile della storia: ecco perché andarci

Tra le mete preferite dai turisti italiani, in tour o in un viaggio ‘fai da te’, nelle città del Paese sembra di tornare indietro di millenni. Natura incontaminata e ottima cucina fanno il resto

di GLORIA CIABATTONI
11 giugno 2024
Jerash, Piazza monumentale (Ph. Nadia Pasqual)

Jerash, Piazza monumentale (Ph. Nadia Pasqual)

È vicina geograficamente all’Italia (Amman si raggiunge in poco più di 4 ore di aereo da Milano e da Roma con Royal Giordanian, la compagnia di bandiera), ma non solo per questo la Giordania è una delle mete preferite dagli italiani: qui si trovano diversi spunti di vacanza, a cominciare da quello archeologico e culturale, ma anche di benessere e natura, senza dimenticare l’aspetto gastronomico.

La Giordania è una meta sicura, grazie alla sua politica mediatrice in quest’area del Medio Oriente, e si può andare ovunque senza problemi. Le distanze non sono eccessive e anche in sette giorni si possono vedere le parti più interessanti del Paese.

Si può scegliere un tour organizzato dall’Italia, affidarsi a un Tour Operator locale oppure optare per il ‘fai da te’ noleggiando un’auto: le strade sono buone (guida a sinistra), l’hotellerie propone soluzioni per tutte le esigenze, i ristoranti sono una piacevole scoperta e la popolazione è cordiale, quasi tutti parlano inglese e molti italiano nei luoghi turistici, ed è piacevole fermarsi a chiacchierare, magari per scoprire nuove ricette.

Il cuore antico e moderno di Amman

Mercato di Amman
Mercato di Amman

Come ad Amman, quando nel centro storico ci si ferma incantati a Souk el-Kodra, il mercato di frutta, verdura e spezie, con i venditori che mostrano i prodotti e il loro utilizzo, ad esempio le foglie di vite in un cesto saranno ottimi involtini, e le melanzane diventeranno la gustosa salsa babaganoush. Sapori forse antichi, come lo è la storia di questa città, che risale a 7mila anni fa.

Sorta su sette colline e nel tempo estesasi su 19 Jabal, o montagne, a oltre 800 m. slm, dove grazie all’altitudine anche d’estate le temperature non supera i 33 gradi, qui vivono 5 milioni degli oltre 11milioni abitanti del Paese. Nell’età del ferro era denominata Rabbath- Ammon, poi nel III secolo a. C. il faraone d’ Egitto Tolomeo II Filadelfo la chiamò Filalelfia, per tornare Amman nel VII secolo d.C. con il Califfato del Rashidun.

Tempio romano di Ercole, Amman, Giordania
Tempio romano di Ercole, Amman, Giordania

Per camminare fra la storia bisogna recarci su un’altura, la Cittadella (jabal al- AQal’a) con resti di edifici dell’epoca romana, bizantina e omayyade, tra i quali spiccano il Tempio di Ercole, il Palazzo degli Omayyadi e vicina una chiesa bizantina. Il Tempio di Ercole, del 160 d.C, di epoca romana, sembra dominare il luogo, e ne accresce la suggestione anche per una sorta di giallo: vicino si trova una gigantesca parte di mano e gomito attribuiti a una statua di Ercole, mai ritrovata, che avrebbe dovuto essere alta sui 15 metri. Dov’è finita? Dalla Cittadella vediamo la città e il teatro Romano, che poteva ospitare 6mila spettatori, con attiguo un teatro più piccolo da 500 posti un tempo frequentato dall’élite cittadina e oggi adibito a concerti.

Boulevard di Amman
Boulevard di Amman

Camminare nel cuore antico di Amman è suggestivo, ma la città ha anche un lato moderno e occidentale: è The Boulevard, un’area pedonale con grattacieli, negozi, ristoranti. E qui è interessante fermarsi per una cena-degustazione da JR The Wine Experience un elegante locale dove degustare vini giordani, perché in questo Paese prevalentemente musulmano vi sono numerose valide aziende vinicole. Nei ristoranti giordani non troveremo alcolici ma ottime bibite come quella a base di limone e menta tritata, preparata al momento. È perfetta per l’infinita serie di verdure, crude e cotte, che vengono portate in tavola in quantità, seguite poi da agnello, pollo e altre carni (in umido o arrosto). Molto buoni anche i dolci, anche se nella tradizione famigliare vengono gustati, come la frutta, fuori dai pasti. In pratica è una cucina adatta a tutti, vegetariani e non, molto gustosa. Due ottimi ed eleganti indirizzi ad Amman: Sufra Restaurant ( Rainbow Street) e Wispers Restaurant (Suleiman Al Hadeedi). Si può fare base ad Amman per un paio di giorni (per dormire, il Radisson Blue Amman Hotel è un elegante 5 stelle dalle belle camere classiche).

As-Salt, la città della tolleranza

As Salt, Giordania
As Salt, Giordania

A 30 km a nord- ovest di Amman si trova As-Salt, già capitale nel 1922, e patrimonio dell’Unesco, che l’ha definita “città della tolleranza e di ospitalità urbana” per l’antica convivenza tra cristiani e musulmani. Convivenza forse dovuta al fatto che, posta sull’antica via commerciale che va da Gerusalemme a Amman, qui transitavano mercanti di Nablus, della Siria e del Libano, e la città ebbe un notevole sviluppo negli anni 1860-1920. Così possiamo ancora ammirare antichi edifici in stile locale e neocoloniale, per lo più in arenaria gialla, e case dalle tipiche finestre ad arco con le porte di legno. Dopo un passaggio in Al Hammam Street, con le bancarelle di ortaggi, frutta, spezie, si visita il Palazzo di Abu Jaber del XIX secolo, un bell’edificio di tre piani che a pianterreno ospitava dispense e stalle e ai piani superiori alloggi per gli ospiti importanti, come Abd Allah I, il primo re di Giordania. Oggi il palazzo ospita un Museo sulla storia antica della città. Che mostra tutta la sua antica bellezza se ammirata dall’alto, da una delle sue terrazze, all’imbrunire.

Umm Quais, la città del grano

Teatro di Umm Quais, Giordania
Teatro di Umm Quais, Giordania

Vale la pena di fare due ore d’auto (117 km) da Amman, per arrivare a Umm Quais (l’antica Gadara), sito archeologico che affascina subito per il suo panorama: siamo di fronte al lago di Tiberiade, si vedono i monti di Nazareth, le alture di Golan, il Giordano. Città fondata dai Tolomei dopo la morte di Alessandro Magno nel 323 a.C., fu importante per il commercio del grano che dalla Siria andava a Giaffa per poi essere imbarcato sulle navi. L’area fu poi danneggiata da una serie di terremoti, e dopo quello del 1929 la città subì un inarrestabile declino. Oggi ammiriamo la terrazza della Basilica, i resti di una chiesa bizantina, il decumano massimo che era la strada principale, il teatro, e un bell’edificio, già residenza del governatore ottomano ed oggi sede di un piccolo museo, con un delizioso giardino con reperti di basalto nero che fanno un bel contrasto con palme e melograni.

Jerash, la grandezza romana

Jerash, Giordania
Jerash, Giordania

Tre quarti d’ora in auto da Amman e si arriva a quella meraviglia chiamata Jerash, l’antica Gerasa, che vide il suo massimo splendore quando nel 64 a.C fu conquistata da Pompeo e divenne parte della Repubblica Romana, presso la provincia siriana. Adriano nel 129 visitò la città e impresse un’impronta urbanistica che la portò ad avere nel 130 una popolazione di 20mila abitanti. Gerasa, nel III secolo, divenne colonia romana, nel V secolo Giustiniano promosse un processo di cristianizzazione e fece edificare sette chiese, poi la città fu conquistata dagli arabi nel 636, e infine fu devastata da un terremoto nel 747, per essere riscoperta archeologicamente nel 1900.

Tanti sono gli edifici da ammirare. Si entra dall’Arco di Adriano, eretto nel 129-130 d.C. quando l’imperatore visitò la città, si ammira il vicino ippodromo – che era fuori dalle mura della città –, costruito fra il I e il III secolo, che con le sue gare atletica e corse di bighe poteva contenere 15.000 spettatori. Poi si incontrano il Tempio di Zeus del 162 d.C., l’anfiteatro del 90 d.C. ancora praticamente intatto, la grandiosa piazza ovale di forma elittica circondata da colonne ioniche, il cardo massimo lungo 800 metri e con la pavimentazione originale, suggestivo da percorrere al tramonto, fiancheggiato da edifici come il tempio di Bacco, il Ninfeo, il tempio di Diana o Artemide, e le terme.

I mosaici di Madaba e il Monte Nebo di Mosè

Memoriale di Mosè, Monte Nebo
Memoriale di Mosè, Monte Nebo

Lasciando Amman per andare a sud. A 34 km di distanza troviamo Monte Nebo, da dove Mosè secondo la Bibbia vide quella Terra Promessa che non raggiunse mai (e la tradizione vuole che sia morto e sepolto nei dintorni). Dagli 817 metri del monte si scorgono il Mar Morto e il deserto, la valle del fiume Giordano e le montagne da Hebron a Nablus, Jebel Ousha e le pendici meridionali del Wadi Zarqa, e se è bel tempo si vedono Betlemme, Gerusalemme, il passo di Gerico.

Il Monte Nebo fu comprato ai beduini dai frati francescani nel 1933, che oggi si prendono cura della basilica bizantina del IV secolo dedicata al profeta Mosè, con gli splendidi mosaici, della stele alta sei metri dell’artista Vincenzo Bianchi, che raffigura i profeti dell’Antico Testamento, della Croce Serpentina, opera dello scultore italiano Gian Paolo Fantoni, che rappresenta insieme il serpente di bronzo forgiato da Mosè nel deserto.

Mabada, laboratorio di mosaico
Mabada, laboratorio di mosaico

Vicinissima, Mabada è la città dei mosaici: edificata verso l’850 a.C. dal re moabita Mesha, ebbe la massima espansione coi Bizantini artefici degli splendidi mosaici come quelli della Chiesa Ortodossa di San Giorgio, con la famosa Mappa di Madaba, del VI secolo, un enorme mosaico che è la più antica raffigurazione Terra Santa, con 150 località illustrate con le tessere dei mosaici. La cittadina è una vera tentazione per chi ama l’artigianato. Infatti pullula di negozi che vendono tappeti, scialli, borse, monili, profumi. Proseguendo sulle tracce dei mosaici, a circa 30 km a sud-est di Madaba Umm Al-Rasas, patrimonio Unesco, uno luogo di meraviglie: il paesaggio è brullo e rilassante, e il complesso di Santo Stefano vanta splendidi mosaici pavimentali, voluti nel 586 dal vescovo Sergio di Madaba (576-603). Anche qui ci si incanta davanti alle mappe dei mosaici: a sinistra la Palestina e a destra la Giordania, per un tuffo nel passato seguendo piccole antiche pietre colorate.