Eriro, rifugio alle porte della foresta: nuovo concept per il lusso in alta quota
Pareti in lana di pecora, pietra dello Zugspitze, la vetta che fa da spettacolare cornice alla valle di Erhwald, in Austria, legname del bosco, vasca e giradischi in camera al posto della tv (e una sauna personale nella suite), spa e uno chef capace di sublimare le materie prime del territorio

Eriro, nuovo concept di albergo-rifugio di lusso con solo camere che, come dice il suo nome, si trova 'alle porte della foresta' ad Erhwald, in Austria
Oggi il lusso è il tempo, così come il ritorno alle materie prime, ai prodotti a chilometro zero (non solo nel cibo), alle esperienze da provare in prima persona, al benessere, a vivere qualche giorno senza un dress code, senza per questo rinunciare ad una cucina da chef. Sicuramente lontani dal fenomeno dell’overtourism.
È il concept di Eriro Alpine Hideaway avviato nell’agosto 2024 a 1550 metri ai piedi della vetta dello Zugspitze, la più alta delle Alpi tirolesi, ad Erhwald, in Austria. Lusso non è dunque sinonimo di ori e broccati: in questo caso è dato dagli elementi naturali tipici della zona usati in modo creativo per fare di un vecchio rifugio alpino del 1930, mantenuto identico nella caratteristica facciata esterna, lo scrigno per un relax ‘biologico’: la lana di pecora riveste le pareti, le luci escono dalle pietre grezze, legno antico e nuovo si alternano alle maestose vetrate e l’acqua sgorga fresca dal pozzo a 150 metri. Ci si lasciano alle spalle auto, borghi, impianti di risalita (ad Eriro si arriva in cabinovia e con un tratto a piedi) con l’idea di ritrovarsi in un ‘ritiro’ intimo, di sole nove camere, dove gli ospiti sono invitati a infilarsi i calzettoni di lana in dono e girare in libertà. L’attenzione agli ospiti non è garantita solo al momento dell’arrivo. Il direttore Henning Schaub contatta gli ospiti prima del loro arrivo per coglierne aspettative e bisogni e costruire loro un ‘ritiro’ su misura.
Detox: nel ‘ritiro’ senza tv (e smartphone)

La libertà è anche dalla scelta di non avere tv, sostituita nelle camere da un giradischi a ‘scomparsa’ con tanti Lp in vinile con musiche evergreen, da scacchiere e giochi in scatola, e possibilmente anche dalla decisione di staccarsi dall’iperconnessione odierna (ma il wi-fi, a richiesta, c’è): è letteralmente quello che si dice ‘staccare la spina’. Il nuovo concept dell’hotellerie di lusso 2025, dunque, non sono solo alberghi grandi o piccoli con una ‘personalità’ ma riguarda anche la sfida alla tecnologia che invita l’ospite a mettere da parte gli smartphone e a cogliere l’attimo.
Sauna o vasca in camera

Per disintossicarsi dalla frenesia e dal cellulare ci si può sedere a leggere o chiacchierare attorno al grande camino aperto a 360 gradi, o sull’ampia terrazza esterna o rilassarsi nella sauna al piano interrato. In ogni camera, comunque ci sono vasche da bagno (in ceramica o in legno) e il cuore della grande penthouse nel sottotetto, che ha anche funzione di divisorio nell’open space, è una vetrata che racchiude una sauna personale caratterizzata da fenditure negli arredi di legno che creano suggestivi giochi di luce.
Nei boschi a caccia di erbe per l’infuso

La passeggiata nel bosco (d’inverno con le ciaspole; c’è neve e si pratica anche lo sci) a raccogliere erbe con una guida fotografando la vetta dello Zugspitze illuminato da sole, per poi sorseggiare insieme una tisana detossinante, è tra le experience della formula all inclusive (1500 euro al giorno) di Eriro insieme allo yoga e al laboratorio di ceramica per realizzare, sotto la guida di un’esperta, coppe, tazze e bicchieri che già caratterizzano l’originale servizio di stoviglie di Eriro.
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Nel piatto il gusto della foresta

Ciliegina sulla torta, o per meglio dire ceviche di gambero ricoperto da essenza di cetriolo ghiacciata (come da ricetta di cui ci ha fatto omaggio), è la cucina dello chef Alexander Thoß (Thoss), che usa le materie prime tirolesi, rigorosamente a chilometro zero (il gambero è allevato nei dintorni), per creare piatti originali che si distinguono per sapore e colore. I cibi vengono preparati a fuoco vivo sotto gli occhi degli ospiti oppure sono frutto di fermentazione (c’è una ricca ‘cantina’ con le materie prime conservate, in barattoli o bottiglie di vetro) e di elaborazione dello chef. Il cibo, genuino e poco lavorato, senz’altro con piatti non da menu classico (quello coi canederli, per intendersi) e dunque costante sorpresa, risulta anche particolarmente digeribile. Non c’è dunque neppure una cucina ‘internazionale’ ad affiancare quella locale, come ci si aspetta oggi da chi ha compiuto la scelta di aprire un ritiro di lusso ‘alle porte della foresta’ che è ciò che vuol dire, nel dialetto austriaco locale, la parola Eriro.