In Catalogna alla scoperta del Triangolo Daliniano

Figueres, Cadaqués-Portlligat e Púbol sono i vertici di un itinerario alla scoperta dei luoghi che hanno ispirato il genio surrealista di Salvador Dalì

di CEDITORIALI
4 giugno 2024
Casa-Museo di Portlligat

Casa-Museo di Portlligat

C'è un itinerario in Catalogna che vale la pena percorrere almeno una volta nella vita: quello che segue le orme di Salvador Dalí, che permette di conoscere da vicino e in modo più personale il grande genio del surrealismo. Si tratta di quello che viene definito come il Triangolo Daliniano.

Il percorso infatti presenta tre punti geografici molto marcati, che formano una sorta di triangolo immaginario: Figueres, Cadaqués-Portlligat e Púbol, tutti luoghi che si trovano sulla Costa Brava, nella provincia di Girona dove è possibile ammirare il Teatro-Museo che lui stesso volle creare per la sua opera, la casa al mare in cui visse per 40 anni e il castello medievale che donò a Gala, sua compagna e musa ispiratrice. Visitare i luoghi che hanno contribuito a forgiare la sua opera e il suo universo particolare nell'anno in cui ricorre il 120esimo anniversario della sua nascita è un'esperienza che lascia senza parole. Per godere appieno dell'esperienza daliniana l'ideale sarebbe dedicare almeno una giornata per ogni luogo, ma è possibile anche ultimare il percorso anche in meno tempo visto che in auto ogni vertice del triangolo dista circa 40 chilometri.

Figueres, dove tutto ebbe inizio e tutto finì

Museo Dalì a Figueras
Museo Dalì a Figueras

La città di Figueres occupa un posto privilegiato. La capitale dell'Alto Ampurdán lo ha visto nascere e morire. Le migliaia di turisti che da tutto il mondo vi si recano ogni anno confermano la presenza costante del genio in città: in via Monturiol e Plaza de la Palmera, dove nacque e visse, ma anche nella chiesa di Sant Pere, nel quale fu battezzato. A Figueres tutti i passi portano al cuore dell'immaginazione di Dalí. Conviene iniziare il tour nel luogo dove tutto ha inizio, la sua Casa Natale. Un edificio modernista del 1898 situato in via Monturiol in cui la famiglia visse al piano rialzato fino al 1912, anno in cui si trasferì in un'altra casa sulla stessa strada. La casa natale di Dalí è un museo per accogliere visitatori e offrire, attraverso immagini, spazi, oggetti, ologrammi, mappature, effetti visivi, caleidoscopi giganti e paesaggi immersivi, un viaggio con cui ripercorrere il suo lavoro dall'infanzia ai bagni di massa. Il pezzo forte di Figueres è però il Teatro-Museo Dalí. L'edificio fu progettato dall'artista stesso e costruito sui resti dell'antico teatro di Figueres, distrutto durante la Guerra Civile Spagnola. Al suo interno troviamo un gran numero di capolavori dell'artista, che spaziano su diversi generi, dalla pittura alla scultura, dalle incisioni ai disegni, passando per installazioni e fotografie. Dalí voleva costruire questo museo per ospitare le sue opere, la sua cupola geodetica trasparente è diventata un simbolo della città e sia l'interno che l'esterno sono pieni di accenni surrealisti, impressionisti, futuristi e cubisti. Sebbene non fosse la volontà del pittore, poiché la sua idea era di finire con la moglie Gala a Púbol, i suoi resti riposano qui.

Seconda tappa, la Casa-Museo a Portlligat

Interno della Casa-Museo di Portilligat
Interno della Casa-Museo di Portilligat

Dopo Figueres, la seconda coordinata nel triangolo daliniano è la Casa-Museo di Portigliola. Seguendo la strada che va dalla luminosa cittadina di Cadaqués, simbolo turistico della Costa Brava e altro dei luoghi preferiti del pittore catalano, dove trascorse lunghi periodi della sua infanzia e giovinezza, al faro di Creus, appare Portlligat. Questo era il luogo che Dalí, insieme a Gala, sua moglie e musa ispiratrice, elevò come il suo rifugio più duraturo. I due infatti amavano particolarmente questo luogo in cui le barche da pesca sonnecchiano accanto a una baia e i pini lambiscono il mare. Nella Casa-Museo, originariamente una capanna di pescatori, che si trova direttamente sulla spiaggia di Portlligat, si possono vedere le stanze, i mobili e gli oggetti di uso quotidiano di Dalí e Gala. La casa nel corso degli anni è diventata una sorta di labirinto organizzato attorno alla Sala dell'Orso. Da questo asse centrale si disperde in una successione di piccoli ambienti collegati da corridoi, piccoli dislivelli e vicoli ciechi. Le stanze hanno finestre di diverse forme e dimensioni, ma con un denominatore comune, sono tutte affacciate sulla baia, luogo che è una costante nel suo lavoro. Nella casa si possono distinguere chiaramente tre aree: la parte più intima della vita di Dalí, che era situata al piano terra, la zona conosciuta come Studio, dove si sviluppò parte del suo lavoro e che ospita numerosi oggetti legati all'attività artistica. e gli spazi esterni, con vialetti di giardino dove Dalí e Gala vivevano una vita più pubblica.

Ultimo vertice, il Castello Gala-Dalí di Púbol

Castello di Púbol
Castello di Púbol

L'ultimo vertice del triangolo daliniano si trova a Púbol, piccola località appartenente al comune di La Pera. Qui nel 1969 Dalì acquistò un castello medievale, una fortificazione del XIV-XV secolo molto deteriorata ma che emanava un'aria misteriosa e romantica che lo affascinò, per donarlo alla moglie Gala, per mantenere la sua promessa di renderla una regina. L'edificio gotico-rinascimentale è documentato fin dall'XI secolo e al momento dell'acquisto si trovava in uno stato praticamente diroccato e con il giardino allo stato semibrado. Dalí creò spazi inaspettati con pareti e tetti semidiroccati utilizzando rappresentazioni pittoriche e false architetture, stile barocco tessile, oggetti d'antiquariato e simbologia romantica. Il tutto per ottenere uno spazio intimo, quasi misterioso, ma sempre armonioso e bello. Il suo restauro e la sua decorazione hanno richiesto un grande sforzo creativo, ma il risultato è incredibile. Oggi, passeggiando per le sue stanze, si possono vedere i luoghi più iconici del sito come la sala del pianoforte, la collezione di abiti di alta moda di Gala, la Cadillac che apparteneva alla coppia e la cripta dove fu sepolta la musa. L'obiettivo dell'artista era quello di creare un luogo adeguato per offrire riposo e rifugio alla sua amata, tanto che finì per diventare un mausoleo.