Un tuffo nei Caraibi: sei isole in sette giorni

La crociera delle meraviglie da Santo Domingo a Barbados fino a Guadalupa, toccando altre perle come Santa Lucia, Antigua e Tortola

di MONICA GUZZI
12 marzo 2024
Dickenson Bay

Dickenson Bay

Una settimana a ritmo lento, fra isole vulcaniche, acque cristalline e foreste tropicali. Siamo ai Caraibi e tra le isole famose per le spiagge bianche, le storie di pirati, il rum e il merengue c’è solo l’imbarazzo della scelta. Basti pensare ad Antigua, che di spiagge ne ha ben 365, una per ogni giorno dell’anno. E allora, come vederle tutti in pochi giorni? La formula più comoda è quella della crociera: tappa su un’isola al giorno, navigando fra l’oceano e il mar dei Caraibi.

Un’occasione per scoprire che i Caraibi sono sì splendide spiagge, barriere coralline, delfini e tartarughe, ma anche isole ricche di storia, le cui vicende si sono spesso intrecciate con quelle del Vecchio Continente, che non ha mai rinunciato a piantarci una bandiera. Da Santo Domingo a Barbados, fino a Guadalupa, la lingua cambia dallo spagnolo all’inglese, per arrivare al francese dei territori d’oltremare. Ad affiancare la prima lingua, il creolo di questi popoli tanto fieri quanto ospitali.

Pigeon Island
Pigeon Island

Santa Lucia

Un giorno e una notte di navigazione separano il porto di La Romana, nell’isola di Santo Domingo, dall’attracco di Castries a Santa Lucia. I biglietti da visita dell’isola delle Piccole Antille solo i due vulcani gemelli, i Pitons, la barriera corallina, ma anche l’isola di Pigeon con la vista mozzafiato tra palme e mare e le rovine di Fort Rodney, base strategica del famoso pirata Gamba di legno. Un’isola dalla storia travagliata, dominata sette volte dai francesi e altrettante dagli inglesi, fiera del suo rum, della natura rigogliosa e dell’artigianato dei batik. Non solo spiagge dunque: da non perdere una visita all’interno, dove si producono 20 tipi di banane diversi e 80 varietà di mango. La natura domina anche l’originale cattedrale dell’Immacolata concezione, interamente affrescata con raffigurazioni esotiche di ananas.

La casa museo di George Washington
La casa museo di George Washington

Barbados

In quest’isola corallina si gioca a cricket e si beve il tè alle cinque del pomeriggio. Ha una presidente donna ed è diventata indipendente nel 1966, subito dopo la Giamaica. La città di Bridgetown, dal nome del ponte levatoio ancora oggi in funzione, con le sue case coloniali colorate, è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. A due passi dal centro, la spiaggia di tutti, Carlisle Bay, chilometri di sabbia finissima e mare cristallino. Nell’isola arrivò nel 1751 il futuro primo presidente degli Stati Uniti, George Washington, che qui visse col fratello. A lui è dedicata una casa museo in stile inglese. E qui si può visitare la più antica distilleria di rum dei Caraibi, Mount Gay.

La cascata dei gamberetti
La cascata dei gamberetti

Guadalupa

L’isola a forma di farfalla in realtà è un arcipelago, dove spiccano le due ali, la Grande Terre e la Basse Terre, collegate da un istmo centrale con due ponti. Qui si parla francese e si telefona in Italia alla tariffa di casa, come in tutt’Europa e si usa l’euro (in quasi tutte le altre isole la moneta più usata resta il dollaro).

Meravigliosa spiaggia caraibica
Meravigliosa spiaggia caraibica

Guadalupa infatti è un dipartimento francese d’oltremare, dal 1946 è una regione della Francia. La capitale è Pointe-à-Pitre, sull’isola di Grand Terre, costruita e distrutta più volte dai diversi conquistatori. Qui c’è il Memorial Acte, museo sulla storia della schiavitù: occupa un ex zuccherificio sul lungomare ed è un moderno complesso a forma di scatola sormontato da una rete attorcigliata. Curiosa anche la Cattedrale del ferro, dedicata ai santi Pietro e Paolo, con gli archi in metallo per resistere a terremoti e uragani. L’isola vulcanica di Basse Terre è un miracolo della natura, fra cascate (famosa la sua cascata dei gamberetti), mangrovie, riserve marine, parchi e fiori. Dei sette vulcani esistenti, solo uno è ancora attivo, il Soufrière, è ancora attivo, ma non viene considerato pericoloso: l’ultima eruzione, nel 1976, è stata solo freatica, senza lava.

Il Parco nazionale della Guadalupa è Patrimonio Unesco. In quest’isola non ci sono serpenti, sterminati dalla mangusta, introdotta per proteggere le coltivazioni di canna da zucchero. Da non perdere una visita al Giardino floreale di Valombreuse. Tra le tappe, la famosa distilleria di rum Montebello, che usa le biomasse della canna da zucchero per alimentarsi. Qui viene distillato il rum Agricola e qui si trova anche l’ultima caldaia del Caribe, dell’Ottocento.

Antigua e Barbuda

Il suo simbolo sono i mulini: ancora oggi ce ne sono un centinaio, utilizzati ormai come negozi, ristoranti, abitazioni. La sua storia è legata alla resistenza dei Caribi agli Spagnoli prima e in generale alla colonizzazione europea. Finì sotto la colonizzazione britannica e divenne importante per la coltivazione di canna da zucchero. Orazio Nelson arrivò qui nel 1784 e costruì i suoi cantieri navali. L’indipendenza risale al 1981. Famosa per le sue 365 spiagge, paradiso dei sub per la straordinaria barriera corallina. A 24 chilometri dal porto sorge Half Moon Bay, una mezzaluna di sabbia e mare che fa parte di un parco naturale protetto. Famose anche Long Bay e Dickenson Bay, con l’iconica cabina telefonica rossa sulla spiaggia. La capitale è Saint John’s, con la cattedrale dai curiosi interni in abete rosso, il mercato vibrante di Market street e il recente Heritage Quay, quartiere paradiso dello shoppping, con casino e duty free. A presidiare l’ingresso al porto ci sono due forti del 1700 con i cannoni originali puntati sulle navi nemiche in arrivo.

Tortola

Benvenuti nelle Isole Vergini Britanniche. Una di queste 15 isole è Tortola, un tempo rifugio di bucanieri, oggi meta di appassionati di sport nautici, grazie alle sue splendide baie, raggiungibili spesso solo via mare o attraverso stradine tortuose che si snodano da ripidi pendii sui quali annaspano i pittoreschi autobus scoperti. Un consiglio: non perdetevi il giro dell’isola con i suoi scorci mozzafiato tra foresta e mare, la sosta in un bar pittoresco a strapiombo sulle baie o in una distilleria di rum. Smuggler’s Cove è una delle spiagge più belle: qui ci si può imbattere nelle tartarughe marine e il suo profilo è stato immortalato nel film “Il vecchio e il mare”.

Santo Domingo

Cucina creola
Cucina creola

La crociera termina a La Romana, terza città della Repubblica Dominicana, una delle più famose e collaudate mete turistiche dei Caraibi. Oltre alle famose spiagge e ai villaggi turistici, merita una tappa una visita alla capitale, Patrimonio Unesco, con le antiche vestigia coloniali spagnole e la Cattedrale, la prima ad essere costruita nel Nuovo Mondo. La Romana, a pochi chilometri dal porto delle crociere, meritano una visita l’esclusiva Casa de Campo e l’Altos de Chavòn, un villaggio in stile mediterraneo progettato dall’architetto italiano Roberto Coppa, a picco sul rio Chavòn, con un anfiteatro noto per i concerti dei big, da Frank Sinatra nel 1982, che lo inaugurò, ad Andrea Bocelli.

In mezzo al mare

A solcare il caldo mar dei Caraibi nei mesi più freddi dell’anno in Italia c’era la nave battente bandiera italiana Costa Pacifica del comandante Giovanni Boccaccio. A bordo, il meglio del made in Italy soprattutto a tavola, con 200 cuochi di una quindicina di nazionalità dietro le quinte diretti dall’executive chef Salvatore Luppino e dal restaurant manager Giovanni Pani. “Portiamo l’Italia nel mondo”, raccontano. Una vera industria viaggiante al servizio di tremila persone che mangiano dalla mattina alla sera e anche oltre: in nave si produce il pane (mille chili di farina al giorno), il gelato e si fabbrica la mozzarella, si consumano 30mila uova la settimana e 300 chili di anguria, 2.500 di ananas, 4mila chili di patate, 1000 chili di salmone. “Facciamo la pizza col lievito madre e consumiamo 400 chili di pasta al giorno”. Oltre ai menu italiani e ai ristoranti più blasonati, come l’Archipelago con i piatti firmati da Bruno Barbieri, Hélène Darroze e Angel Leon, e il ristorante Club all’undicesimo piano, anche a tavola si parlano tutte le lingue, spaziando dall’orientale Teppaniaki ai piatti caraibici. I preferiti dallo chef Luppino? Il saccoccio dominicano misto di carne con mais e verdura cotto a bassa temperatura, e la moqueca di pesce.

Un viaggio da cominciare a sognare già per la prossima stagione. In questi giorni infatti il capitano Boccaccio intraprenderà la traversata del ritorno da Antigua a Savona, dove la sua nave si concederà qualche piccola crociera nelle acque tranquille del Mediterraneo.