Emilia Romagna, la dolce vita
Templi della salute e della bellezza tornati prepotentemente alla ribalta. Aveva visto lungo Roberto Paribeni, archeologo e accademico fra i maggori della prima metà del Novecento, che accusava i contemporanei di non apprezzare fino in fondo le Terme. E lo faceva immergendosi nel passato, in ciò che avevano rappresentato fin dal tempo dei Romani: “Gli uomini moderni non riescono a comprendere o a sentire la passione degli antichi per il bagno, e infatti il mondo moderno non ha nulla che corrisponda alla magnificenza, alla signorilità, al gusto delle antiche Terme. La ragione più profonda di tale perduto gusto è che noi non sappiamo trarre dal bagno tutto il vantaggio, tutto l’effetto e tutta la profonda sensazione di piacere e di benessere che se ne può ottenere”. Era il 1920, da allora molta acqua (calda…) è passata sotto i ponti. L’Emilia Romagna ha nei suoi stabilimenti termali un vero e proprio tesoro, luoghi dove il rito si celebra ai massimi livelli. Ce ne sono in ogni provincia, di sfarzosi ed essenziali, ma tutti rispondono alla loro essenziale funzione: preservare o recuperare la salute delle persone con trattamenti specifici e sempre professionalmente realizzati al meglio e ridare alla gente che le frequenta la dote della bellezza. Alcuni di questi centri sono storici e rappresentano il fulcro vitale dell’economia cittadina e sono un veicolo essenziale per la conoscenza del luogo. Uno degli esempi più virtuosi è quello di Salsomaggiore che per molti anni è stata la capitale della bellezza italiana ospitando la finale di Miss Italia, quando il concorso era atteso con emozione da tutto il Paese e veniva proposto in prima serata su Raiuno. Nella cittadina del Parmense un punto di riferimento sono le Terme Berzieri, uno straordinario esempio di Art Déco, vero e proprio monumento dovuto agli architetti Ugo Giusti e Giulio Bernardini che lo hanno edificato tra il 1914 e il 1923 e decorato da uno dei grandi protagonisti del Liberty italiano, il fiorentino Galileo Chini. Tutt’intorno un florilegio di ricordi di inizio Novecento che fanno di Salsomaggiore una chicca architettonica. Un eclatante esempio di Liberty termale è anche quello di Monticelli, sempre nel Parmense: lo stabilimento Borrini risale al 1927. Ma è un po’ in tutta la Regione che la praticità dei trattamenti fa pendant con la bellezza degli edifici che ospitano le cure. Risalgono al 1870 le Terme di Riolo dei Bagni, che ora si chiama semplicemente Riolo Terme, immerse in un vasto parco secolare e i cui fanghi hanno proprietà considerate uniche. Dalla Vena del Gesso, fra Senio e Santerno, scaturiscono acque che rimettono a posto l’apparato digerente e chi soffre di asma e malattie respiratorie. L’impronta medicea si apprezza particolarmente a Bagno di Romagna e nella vicina San Piero in Bagno che fanno parte di quella Romagna Fiorentina a cavallo fra Emilia e Toscana immersa nelle Foreste Casentinesi. Le Terme Roseo, Sant’Agnese ed Euroterme rendono il centro storico una vera e propria perla. Da immergersi dopo una bella passeggiata lungo il Sentiero degli Gnomi. A metà Ottocento venne invece costruito il primo piccolo stabilimento termale di Castrocaro la cui fama fu immediata. Gli interventi effettuati fino a metà Novecento in stile razionalista ne fanno anche in questo caso un monumento oltre che un luogo utile per la salute delle persone, unito, in questo e in altri casi, a una tradizione enogastronomica che fa dell’Emilia Romagna una delle regioni più… appetite d’Italia.