Diamanti di viaggio nel paesaggio toscano
Le maestose torri che delineano uno skyline conosciuto in tutto il globo. Una Manhattan medievale, uno scrigno lascito dei secoli da cui si innesca un viaggio in una terra dalle geografie contrastanti, una rotta che conduce fino a una delle più antiche e potenti Lucumonie etrusche. C’è un filo rosso che intreccia connessioni fra San Gimignano (Siena), la città patrimonio dell’Unesco con le sue imperiose torri, e Volterra (Pisa), città con oltre tremila anni di storia in cui ogni secolo ha lasciato impronte indelebili, dagli etruschi ai romani, dal medioevo fino a arrivare a uno dei più grandi artisti e scultori della contemporaneità, il volterrano Mauro Staccioli, uno dei padri della scultura contemporanea, scomparso nel gennaio 2018. C’è un limen fertile che mette in circolo, grazie anche all’impegno delle istituzioni e dell’associazione FotoImmagine Volterra e all’Archivio Staccioli, un nutrimento a un’arte disseminata sul territorio, una retina di immagini dove Anelli, Steli e Tondi diventano i diamanti di un viaggio nel viaggio (info su www.volterrastaccioli.it). Ed ecco che lungo la Ss 68, l’arteria di collegamento fra la zona della Val d’Elsa Senese e Volterra, in una natura di scontri e opposizioni, dopo Castel San Gimignano e in direzione Volterra, troviamo ‘Primi Passi’ nel cuore della tenuta di MonteRosola, ellisse in acciaio corten (materiale che fu tra i più cari a Staccioli) che abbraccia un panorama intimo all’artista, divenendo un punto verso l’orizzonte in cui sono limpidi i luoghi dell’infanzia di Staccioli. Ancora lungo la Ss 68, direzione Volterra, spiccano ‘Al bimbo che non vede crescere il bosco’, un intreccio di varie steli che è omaggio alla grande foresta di Berignone che abbraccia la Valdicecina e la Valdelsa, e l’ ‘Anello di San Martino’, una delle opere-simbolo di Staccioli, con il suo color rosso ossido. Scultura fra le più famose, l’Anello non è solo l’affaccio verso un paesaggio che mozza il respiro, ma è un vero e proprio punto di vista sul mondo, interiore e esteriore. In località San Giacomo a Fognano, il segno del maestro si trasla in un arco rovesciato posto poco prima di un dirupo. Emblema dell’oscillare fra dolcezza e asprezza del paesaggio di Volterra. La campagna qui è un museo open air dell’arte ambientale di Staccioli: nella provinciale del Monte Volterrano si manifesta ‘Portale 2009’, un gigantesco arco triangolare, mentre nel tratto di Ss 68 che da Volterra declina verso Cecina (Livorno), troviamo il ‘Tondo Vuoto’, omaggio all’antica ‘via del Sale’, l’oro bianco estratto e lavorato a Volterra, e ‘Tondo Pieno’, tributo all’universo rurale di questa terra. Ma altre opere troneggiano in un’antica Badia Camaldolese: qui, in una pace empirea, risalta ‘Barriera’, cubi in cemento in cui si stagliano barre in ferro quasi a ricordare una battaglia, e ‘Sbarra e Cemento’, una lunga punta acuminata che è fra le prime opere di Staccioli. E al centro di una rotatoria di Pomarance, nelle terre geotermiche del Pisano, arriva infine ‘Segno’, un’opera di Staccioli collocata nel 2013 su richiesta dei cittadini.