L'importante è esagerare, cantava Enzo Jannacci. Lo sanno bene
a Dubai, non a caso ribattezzata
la città dei record. La “capitale morale” degli
Emirati Arabi Uniti – quella politica è la fascinosa e colta
Abu Dhabi – nota per i
negozi di lusso, gli
hotel a sette stelle, i
palazzi avveniristici e la vivace
vita notturna, negli anni prima del Covid aveva addirittura inaugurato un
ministero della Felicità. Per realizzare sogni, come quelli dei tanti vip che qui trovano un rifugio dorato come fece un tempo
Diego Armando Maradona. Oggi, grazie a una
doppia economia, che consente a tutti di farle visita anche a prezzi più contenuti, per esempio mangiando nei giganteschi mall dove si può trovare di tutto, è diventato un sogno alla portata di tutte le tasche. O quasi.
L'Expo delle connessioni
Complice
Expo Dubai 2020 (dall'anno in cui l'evento fu bloccato dalla pandemia), la prima esposizione universale che si svolge in un paese arabo e che nel solo
Padiglione Italia ha portato più di un milione e 100mila visitatori. Se Expo, 192 padiglioni ispirati al tema “Connecting minds, creating the future” in programma fino a fine marzo (ma
potrebbe essere prorogata) su un'area estesa il doppio del Principato di Monaco e una grande cupola con schermo a 360 gradi con una capienza di diecimila persone, rappresenta un'occasione valida per riportare a Dubai chi ci è già stato, tanti sono i motivi per vederla per la prima volta.
Grattacieli da record
Dal be
l mare del Golfo Persico a due passi dai grattacieli fino alle
dune arancioni del deserto, ma soprattutto uno
skyline unico, quello dei suoi edifici da primato. Come quelli della
Palma, costruita fra il 2001 e il 2006 su un'isola artificiale dall'omonima forma, o l'
hotel Atlantis, dove una camera costa seimila dollari a notte, o ancora
La Vela, col suo
sette stelle da diecimila dollari a camera: qui ha soggiornato anche
Cristiano Ronaldo. Ma il vero record è quello della torre
Burji Khalifa,
l'edificio più alto del mondo con i suoi 828 metri e due terrazze panoramiche al 124esimo e 125esimo piano che ogni giorno attrae migliaia di turisti. Alla base dell'imponente torre, ristoranti e spettacoli, come le
fontane danzanti e i negozi del
Dubai Mall.
Il futuro è qui
Nella città che corre, dove basta entrare in un centro commerciale per farsi
una sciata sulla neve mentre fuori ci sono 40 gradi, l'ultimo nato non poteva che essere il
Museo del Futuro, un edificio iconico inserito dal
National Geographic nella lista dei 14 più belli al mondo per la sua architettura originale, dedicato alla realtà virtuale e allo spazio, con
un'astronave che vi atterra dentro ormai diventata virale nei video. Ma Dubai è anche la
città dei pescatori che fece la sua fortuna agli inizi del Novecento con la scoperta delle
perle naturali, soppiantata a metà del secolo dalle perle artificiali del Giappone e poi capace di risollevarsi grazie alla scoperta del
petrolio ad Abu Dhabi: fu così che per quelli che oggi sono gli Emirati Arabi Uniti, nati nel 1971 da un patto a sette, cominciò un'altra storia.
Il vecchio e il nuovo: la Cornice
Il passaggio tra il vecchio (esiste ancora una città vecchia dove vivere il rito del
caffè di zafferano e cardamomo servito coi
datteri, addentrarsi nei
souk delle spezie e dell'oro, fare un giro in
barca sul Creek o visitare la moschea) e il nuovo a Dubai ora ha un simbolo architettonico altamente evocativo, la Cornice, un moderno arco che ricorda quello della Defense a Parigi. Come tutto il resto, anche
The Frame punta sulle dimensioni: una faraonica struttura in vetro e acciaio con un
ponte panoramico a 150 metri d'altezza. Una vista mozzafiato su un paese di 10 milioni di abitanti, di cui 3,8 sono concentrati a Dubai: di questi, solo 200mila sono i nativi. Una tratto cosmopolita facilmente leggibile nella
cucina internazionale e nella tolleranza nei confronti delle abitudini di chi arriva da fuori.
La moschea di Abu Dhabi
Più rigide sono invece le norme soprattutto riservate alle donne che entrano nella colossale
moschea di Abu Dhabi, la
capitale degli Emirati Arabi Uniti. La bianca moschea di
Sheikh Zayed, in grado di ospitare più di
trentamila fedeli, è la
più grande del Paese e la quarta al mondo: più di
mille colonne di marmo di Carrara, il tappeto per le preghiere e il
lampadario placcato d'oro da primato. Qui il misticismo si mescola agli affari dei centri commerciali, dove è possibile acquistare una tunica in grado di coprire ogni centimetro di pelle rimasta improvvidamente scoperta e assicurarsi l'ingresso senza difficoltà, oppure, al termine della visita o della preghiera, mangiare un
McArabian da McDonald's.
Il Louvre: la grande bellezza
Ma la vera sorpresa di Abu Dhabi è il Louvre. Prima una tappa d'obbigo è al
forte di Al Hosn, il palazzo delle
tradizioni:
l'edificio più antico della città (il corpo centrale di fine '700 fu ampliato nel 1939) con le sue linee geometriche perfette, si sposa in maniera naturale ai grattacieli che si affacciano sulla piazza, in un contrasto perfetto di luci e ombre, pieni e vuoti, dove cilindri, parallelepipedi e piramidi creano un effetto quasi metafisico. Un altro ponte ideale tra passato e futuro come
il Louvre,
.un museo di arte e di civiltà
realizzato sull'isola di Saadiyt. Chi entra vi trova molto di più di una dependance del Louvre parigino, dove le etichette di ogni capolavoro in mostra sono datate in base alla
nascita di Cristo al posto di quella di
Maometto. Un allestimento pulito in una cornice mozzafiato, progettata come una medina araba sotto la vasta
cupola argentata dall'
architetto francese Jean Nouvel, vincitore del
premio Priztker. Lungo le sale, pezzi di grande qualità che raccontano la storia della grande bellezza del mondo, dalle civiltà più antiche ai giorni nostri. Un nastro che si srotola dalla civiltà egiziana, greca e romana a quelle orientali, per arrivare fino a
Van Gogh, riscoprire
Monet e Manet, e approdare in un tuffo dai fiamminghi a
Mondrian e
Rodin.
Info: www.expo2020dubai.ae www.atthetop.ae www.enjoydestinations.it