Dai monti al mare: Emilia Romagna extra large
Qualche volta possiamo sentirci piccoli piccoli, come Gulliver a Brobdingnag, la terra dei giganti. In Emilia Romagna, la regione che vanta il portico più lungo, l’università più antica e perfino il ristorante più premiato del mondo, possiamo imbatterci in una serie di luoghi dove sbocciano altri record, con oggetti veramente fuori misura: da Piacenza a Rimini è tutto un fiorire di creazioni extralarge – o XXL, come si usa dire – che sorprendono e divertono. È lungo sette metri, per 15 quintali di peso, l’uovo colossale realizzato dall’artista Romano Bertuzzi e ‘depositato’ nel cortile della Cavallerizza, l’area delle scuderie del Convento di Sant’Agostino a Piacenza: ‘Favole’ si intitola l’opera che è stata trattata anche con speciali resine solitamente utilizzate nei cantieri navali. E, sempre in tema di cibo, all’ingresso di Bibbiano (Reggio Emilia) veniamo accolti dal maxi-spicchio di Parmigiano Reggiano (3 metri e mezzo di altezza, 32 tonnellate di peso) che l’artista Michelangelo Giuliani ha scolpito nel marmo di Carrara: insieme all’immancabile coltellino, è collocato al centro di una rotatoria, proprio come la ‘Porta del Lambrusco’, l’enorme grappolone d’uva, con 240 acini in vetro di Murano, nato dall’idea dell’eclettico artista Erio Carnevali, che svetta da qualche anno sulla rotatoria della tangenziale di Modena, a poca distanza dal casello di Modena Sud. Mentre alle porte di Spilamberto (Modena), patria della Consorteria dell’aceto balsamico tradizionale, veniamo accolti da una colossale goccia (ideata dagli architetti Nadia Ugolini e Alessandro Zomparelli), simbolo di quell’oro nero che è un’eccellenza conosciuta nel mondo. Grande, grandissima, smisurata è la biglia (di quattro metri di diametro) con l’immagine del grande campione Marco Pantani, che da molti anni ‘saluta’ gli automobilisti in viaggio lungo l’A14, nei pressi di Imola. Ed è alto tre metri il Cavallino Rampante, realizzato in metallo battuto, che dà il benvenuto a Maranello, la terra della Ferrari, nel Modenese. Mentre accanto alla tangenziale di Modena, nei pressi dello svincolo per via Formigina, compare... una papera giocattolo con le ruote, lunga sei metri e alta tre, modellata con 16 tonnellate di acciaio: è la ‘Kimera’ ideata dall’artista Carlo Cremaschi, un omaggio al Novecento, “come un grande balocco arrugginito abbandonato da un bambino gigantesco”. Ed enormi sono anche le panchine rosse posizionate in tre punti panoramici dell’Appennino reggiano: la prima ‘Big bench’ è a Ligonchio (in Comune di Ventasso), il paese che ha dato i natali a Iva Zanicchi, e si raggiunge attraverso un sentieri che parte dalla piazza del borgo, la seconda è sul tracciato del Sentiero Spallanzani a Monte Fosola (Castelnovo de’ Monti), la terza è a Baiso, sulla sommità del monte a cui si arriva attraverso un sentiero del Cai, con una camminata di circa 25 minuti. Altre panchine sono a San Valentino di Castellarano e a Prignano sul Secchia. Sono tutti punti ideali da immortalare e condividere sui social, ma per fare una grande foto ci vuole una macchina fotografica grande: magari come la versione monumentale di una classica Ferrania Galileo che fu costruita nel 1948 da Elio Guerra come negozio di fotografia e negli anni è divenuta una dei simboli di Rimini, tra la spiaggia e il Grand Hotel.