Da Warhol a Banksy e Haring. A Parma il magico racconto della ‘Street Art Revolution’

La mostra "Street Art Revolution. Da Warhol a Banksy" a Palazzo Tarasconi di Parma racconta l'evoluzione della Street Art come rivoluzione culturale e sociale, esplorando le diverse linee artistiche degli Stati Uniti, Parigi, Regno Unito e Europa, con opere che affrontano temi urgenti e provocatori.

6 ottobre 2024
Da Warhol a Banksy e Haring. A Parma il magico racconto della ‘Street Art Revolution’

La mostra "Street Art Revolution. Da Warhol a Banksy" a Palazzo Tarasconi di Parma racconta l'evoluzione della Street Art come rivoluzione culturale e sociale, esplorando le diverse linee artistiche degli Stati Uniti, Parigi, Regno Unito e Europa, con opere che affrontano temi urgenti e provocatori.

Libertà, provocazione, sorpresa. Ma anche urbanità, legalità e perfino degrado... Quando si parla di ‘Street Art’ vengono alla mente tutte queste parole e tutti questi concetti. "Ma la Street Art è stata ed è soprattutto una ‘rivoluzione’, una sfida alle convenzioni che ha saputo portare l’arte direttamente alle persone", dicono gli organizzatori della mostra ’Street Art Revolution. Da Warhol a Banksy’ che fino al 2 marzo 2025 a Palazzo Tarasconi di Parma racconta l’evoluzione di un genere che dai muri della grandi città è arrivato fino alle gallerie più blasonate.

"Il nostro è un vero e proprio viaggio culturale e sensoriale", sottolinea Luca Bravo, direttore artistico dell’evento curato da Giuseppe Pizzuto e dalla galleria Wunderkammern e con l’organizzazione a cura di Deodato Arte. Nella Street Art convergono infatti temi urgenti come la giustizia sociale, l’oppressione politica e le diseguaglianze economiche: "È una voce che ci parla con forza del cambiamento sociale", aggiungono gli esperti.

La mostra è idealmente articolata in quattro percorsi, come quattro linee di metropolitana di una rete di trasporti, ciascuna legata a un diverso Paese. La linea 1 è ovviamente quella degli Stati Uniti d’America, dove il movimento è nato in parallelo alla cultura hip hop. Si parte già da Andy Warhol che non si può propriamente definire uno ‘street artist’ ma che, con il suo concetto di riproducibilità e di provocazione, ha avuto un’enorme influenza sull’immaginario anche degli ‘artisti di strada’. E poi Keith Haring con i ’Subway drawings’ e le figure stilizzate che sono diventate simbolo di una nuova era: in mostra anche il Fiorucci Wall che realizzò 40 anni fa per lo store Fiorucci di Milano. I primi anni ‘80 nella Grande Mela hanno visto affermarsi JonOne che ha portato i graffiti da Harlem a Parigi e dalla strada alla tela. Poi sono arrivati Obey (al secolo Shepard Fairey), celebre anche per ’Hope’, il ritratto di Barack Obama, e Mr. Brainwash (nella foto grande ’Work Well Together’, foto Deodato Arte Gallery). La linea 2 è quella di Parigi, di cui è simbolo Blek Le Rat, considerato padre della ‘Stencil Art’.

Il suo ‘ratto’ ha sicuramente influenzato una generazione d’artisti, fra cui quelli della linea 3, di cui Banksy è ancora oggi la figura centrale: "Le sue creazioni e le sue immagini satiriche – sottolineano i curatori – hanno definito la Street Art come una potente forma di espressione politica e sociale".

Di questa linea britannica fanno parte anche Pure Evil, nome d’arte di Charles Uzzell-Edwards, street artist gallese, e il londinese Dean Stockton, in arte D*Face. Viene anche esplorato un quarto percorso, quello di una European Wave che già dagli anni ‘90 è arrivata a toccare anche l’Italia, a partire dalle grandi città, Milano, Roma, Bologna: fra i pionieri italiani, Microbo e Bo130, coppia nella vita e talvolta anche nell’arte, Sten Lex, duo romano che ha introdotto lo ‘stencil poster’.

"Gli artisti italiani – viene fatto notare – hanno affrontato temi controversi come immigrazione, corruzione politica e cambiamenti climatici". C’è tanta vita sui muri: la vita di tutti. Informazioni utili sulla mostra su www.streetartparma.it