Colori e sapori dell'Alpe di Siusi, dove l'autunno è d'oro

di DIEGO CASALI
19 ottobre 2022
Laghetti di Fiè

Laghetti di Fiè

La quiete è nei colori delicati delle montagne che cambiano ogni giorno man mano che l'inverno sembra fare capolino e poi ritirarsi lasciando spazio a giornate cariche di sole. Un po' di pioggia e poi l'autunno è magico all'Alpe di Siusi. Forse, e non è eresia, il momento migliore per godere dei sapori del desco e degli odori del bosco ai piedi del massiccio dello Sciliar che veglia sull'abitato da fiaba di Fiè allo Sciliar e protegge gli alpeggi e i boschi che si stagliano in un orizzonte fatto di verde, amaranto, ocra e blu assoluto di un cielo cristallino.

La stagione è scandita da riti ancestrali legati alla raccolta delle castagne, della mescita del vino novello, dei krapfen che addolciscono anche i palati meno abituati alla forza dirompente di questo periodo dell'anno. Il tempo è lento. L'estate proprio non c'entra, la neve ancora lontana e la regione torna agli abitanti, ma soprattutto si regala a quei visitatori consapevoli che vogliono vivere un'atmosfera unica e irripetibile. La luce entra fino in fondo al cuore. E' intensa e tocca l'anima. Mette l'accento sul bulbo del campanile della chiesa parrocchiale di Fiè allo Sciliar, attorno al quale si stringono una manciata di case, il Romantik Hotel Turm (www.hotelturm.it) e i locali municipali con l'immancabile biblioteca comunale. Perché la cultura a queste latitudini si traduce nella storia di un popolo giovane e nei servizi sempre impeccabili. Ma la cultura è anche tradizione. Così, incedendo sul selciato di pietra del borgo vecchio si respira la storia passando sotto la porta cinquecentesca che si trova proprio di fronte all'hotel Rose Wenzer (www.hotel-rose-wenzer.it), si torna indietro nel tempo sgattaiolando nei vicoletti e si odono le voci antiche della montagna. L'acqua della fontana nel cuore del paese, un campanaccio nella valle, il vento che si insinua negli anfratti. Dormire al Turm è un'esperienza da assaporare almeno una volta nella vita. Dalla cucina escono i sapori più autentici che rendono estasiati palato e vista. Nei corridoi dell'hotel sembra di camminare all'interno di una galleria d'arte. Nelle camere e nelle suite oggetti di design si fondono a un contesto montano di classe. Insomma cinque stelle di relax per un edificio storico tutelato e che si sviluppa su ben cinque torri. Dormire qui è veramente top. Al mattino in piazza, i raggi del sole rinfrancano lo spirito e scaldano il volto. È una bella giornata. Non è un caso ma, quasi, una felice consuetudine. "L'ottobre è d'oro" sentenziano gli altoatesini. E allora perché non fare un'escursione verso i Laghetti di Fiè. Sono un po' più a monte. A piedi con un paio d'ore di camminata, in auto con un quarto d'ora tra curve, salite ripide e scenari da favola. Laghetti perché sono due. Quello vicino al parcheggio e uno specchio d'acqua accoglie in estate anche bagnanti che amano tuffarsi nelle sue acque non particolarmente gelide. La folla di agosto però adesso è un ricordo e nel parcheggio le auto in sosta si contano sulle dita di una mano. L'altro specchio d'acqua, il laghetto Huber, è leggermente più in alto, ma di poco. Dieci minuti di trekking appena. O altrettanti in... carrozza. Proprio così. Il percorso verso la malga Tuff (sentiero n. 1) si può dunque coprire anche comodamente seduti su una 'poltrona' a dodici posti trainata da due cavalli, ma solo fino alla metà ottobre. Mezz'ora in carrozza, 45 minuti a piedi (anche con passeggini al seguito) in un bosco che sembra una tavolozza di colori tenui dal verde scuro al giallo, passando per un rosso fuoco. Poi, in quota, il bosco si apre in un alpeggio da fiaba che toglie il fiato. La Tuffalm (www.tuffalm.it) è là in mezzo che si specchia in un cielo blu osservata costantemente dal massiccio dello Sciliar che la protegge dai venti da Nord. Siamo nel paradiso dei bambini, delle famiglie, di qualsiasi escursionista. All'esterno uno zoo didattico alla portata di selfie con due cammelli (sì, avete capito bene) e altrettanti alpaca che brucano serenamente la deliziosa erbetta. La brezza scompiglia le chiome delle decine di camminatori, mountain biker e visitatori più o meno attrezzati mentre, convivialmente seduti ai tavoli da 8 o più avventori, gustano canederli, taglieri di speck e salsicce allietate da una birra o una Radler (metà birra e metà limonata) che si beve come altrove un'aranciata. Rinfrancati stomaco e spirito si può tornare a valle oppure muovere alla volta di un luogo altrettanto magico e un po' misterioso. Il riferimento alla grotta di Migg è tutt'altro che scontato. Ma chi era costui? Un uomo che ha vissuto per anni e anni in solitudine dopo la Seconda Guerra Mondiale in una cavità sotto lo Sciliar che aveva trasformato in casa. Il sentiero che conduce al 'buco' di Migg è il numero 8 (il percorso non è adatto a famiglie con passeggino ma è comunque semplice anche per escursionisti non esperti) e il suo rifugio nella pietra è ancora lì, con un giaciglio a mo' di letto qualche pentola e un sacco di rami intagliati a forma di animali della montagna che rendono il luogo fiabesco e al tempo stesso romantico-avventuroso. Si può entrare, ma la grotta è bassa e quindi, occhio alla testa. Il rientro verso i Laghetti può avvenire anche tornando indietro dalla Malga Tuff rimanendo sul sentiero 8. In una mezz'ora l'arrivo al parcheggio. Da Fiè allo Sciliar a Presule il passo è davvero breve. A piedi, un po' di più, in auto qualcosa come dieci minuti. Si osservano giorno e notte questi due luoghi unici, quasi a sbirciare l'un l'altro la meraviglia dei colori d'autunno. Da un lato il borgo con il bel campanile della parrocchiale gotica e vicino, su un verde colle, un'antica chiesetta di epoca romana. Dall'altro il meraviglioso castello (www.schloss-proesels.seiseralm.it) fatto costruire prima dai signori di Fiè allo Sciliar nel XII secolo e poi adeguato ai canoni rinascimentali con grande sfarzo dal capitano del Tirolo Leonhard von Völs molto amico di Massimiliano d'Asburgo, principe del Tirolo. Intorno, prati e boschi con alberi anche di deliziose castagne che rappresentano la delizia del periodo. Per gli amanti del genere, o anche per coloro che vogliano assaggiare il vino novello con i gustosi frutti della foresta arrostiti sul fuoco, vi sono numerosi masi nelle vicinanze. A pranzo però, la scelta gourmet non può che ricadere su Presulis Kitchen, la declinazione gastronomica del Presulis Lodge (www.presulis-lodges.com/it) che si trova proprio di fronte al castello. La dispensa in questo locale racconta di un manzo marinato nostrano con castagne, olio alla rucola ed erbe, ma anche degli gnocchi di pino mugo al ragù di selvaggina o il risotto cremoso di mele, fieno, speck di Fiè allo Sciliar per chiudere in dolcezza con i canederli alle mele e zabaione d'uva. Rinfrancato stomaco e spirito una passeggiata pomeridiana consente di raggiungere una miriade di masi nella zona di Aica di Sopra ad esempio dove la concentrazione di destinazioni doc è elevatissima. Una delle più vivaci e conviviali è sicuramente l'agriturismo Fronthof (www.fronthof.com/it), dove si respira - all'interno o sulla terrazza pergolata tutta la tradizione della 'Buschenschank', l'osteria contadina che offre il meglio di ciò che il territorio regala, dallo speck alla salsiccia affumicata, dalle castagne ai succhi di frutta fatti in casa, dai krapfen caldi ripieni di mele al vino di poche settimane. E' il tempo del Törggelen, è il tempo di attendere l'inverno. Che, per adesso, non arriverà.