Calabria, icona del made in Italy
È un’icona del made in Italy e all’Expo di Dubai lo ha ribadito con tutta la potenza della magnifica combinazione tra artigianato, tradizione e cultura d’impresa. Pensare alla liquirizia significa evocare colorate scatole di latta e il nome della famiglia Amarelli e quindi Rossano e quindi la Calabria. Da qui inizia una delle storie più longeve di un prodotto la cui lavorazione fa scuola in tutto il mondo e appassiona cultori, collezionisti e persino chef stellati. È dal 1500 che la famiglia Amarelli commercializza i rami sotterranei della Glycyrrhiza Glabra, radice dolce. Ma è nel 1731 che la trasformazione di questa radice si avvia sulla strada della produzione industriale, con la creazione del ‘concio’, un impianto proto-industriale per l’estrazione del succo dalle radici. Ecco allora le liquirizie nere tanto amate dai bimbi. In undici generazioni gli Amarelli hanno seguito e in molti casi anticipato la storia, l’innovazione, attraverso esperienze di marketing ante litteram o continui processi di aggiornamento industriale. Nel 1996, a solo un anno dalla liberalizzazione di internet, la famiglia Amarelli fu tra le prime aziende ad avere un proprio sito web. Nel 2001 arriva il ‘Premio Guggenheim Impresa & Cultura’ in relazione alla creazione di un luogo unico al mondo, il Museo della liquirizia ‘Giorgio Amarelli’.
Incisioni, documenti, libri, foto d’epoca ma anche attrezzi agricoli, oggetti quotidiani e splendidi abiti antichi raccontano la vita di questa famiglia e i segreti della lavorazione della li99quirizia: dai covoni di radice agli antichi cuocitori dove si addensa la pasta nera di liquirizia e le trafile in bronzo. Quante forme ha la liquirizia? Infinite, si direbbe, a osservare il frutto dell’ingegno e della creatività degli Amarelli: bastoncini di legno grezzo, liquirizie pure o con menta e anice, gommose all’arancia, al limone, alla violetta, confetti, liquori, caffè. La liquirizia a Dubai entra insomma nell’antologia di simboli della Calabria la cui essenza, come ha spiegato Nino Spirlì, all’Expo in rappresentanza della Regione, “è racchiusa nei suoi scorci più belli e famosi, ma anche in quelli più nascosti e misteriosi; ma la straordinarietà di questa terra si trova anche nei tanti prodotti unici e identitari, ormai diventati elementi preziosi e irrinunciabili tanto per chef stellati quanto per cultori dei prodotti bio, genuini e a chilometro zero”.
Top 5 della Calabria
1 ESSENZA CALABRA
Il peperoncino è il re della tavola ma anche simbolo della cultura gastronomica calabrese e intorno a esso la Regione e il Consorzio dei produttori stanno costruendo prospettive e opportunità per l’intero territorio in relazione al riconoscimento del marchio Igp.
2 IL BORGO DEI BORGHI
Tropea, Borgo dei Borghi 2021, si è presentata all’Expo con le sue meraviglie: lo Scoglio di Santa Maria dell’Isola con il suo Santuario e il mare blu cobalto. Un un’importante vetrina di promozione che rafforza il brand ‘Tropea’ ponendolo tra le destinazioni più esclusive del pianeta.
3 I BRONZI SIMBOLO GLOBALE
Il Centro per il restauro del Museo archeologico di Reggio Calabria è un luogo di innovazione e avanguardia mondiale nella ricerca e la conservazione di manufatti storico-artistici che nasce in seguito alla scoperta dei Bronzi di Riace, simbolo della Calabria nel mondo. Si trova nel Museo Archeologico e impiega professionalità di alto profilo e strumentazioni di ultima generazione.
4 IL PARCO ARCHEOLOGICO DI SCOLACIUM
Una meraviglia che continua a riservare sorprese. È il parco archeologico di Scolacium, a Roccelletta di Borgia. Qui si racconta la storia di Skylletion, colonia magno-greca, e poi romana col nome di Scolacium. Un sito che, protetto e quasi nascosto in un uliveto secolare, conserva il Foro in laterizio, unico al mondo, e i resti di altri edifici pubblici, tra cui l’unico anfiteatro romano in Calabria.
5 GLI GNUDI IL RIPIENO È SERVITO
La Calabria è l’unica regione italiana, insieme alla Basilicata, ad ospitare popolazioni stabili di Pino Loricato, un gigante preistorico. Sul lato meridionale della Serra delle Ciavole (una delle principali vette del Parco del Pollino), a pochi metri dal confine con la Basilicata, si trova Italus: il più antico pino d’Europa e, quindi, anche il più antico d’Italia e della Calabria.