Borgo a Mozzano: le leggende dietro al Ponte del Diavolo

Un piccolo paesino nella valle del Serchio conosciuto per le leggende che si celano dietro a uno dei ponti più suggestivi d'Italia

di Redazione Itinerari
31 agosto 2023

Il ponte di Borgo a Mozzano

Borgo a Mozzano è un bellissimo comune toscano, situato a pochi chilometri da Lucca. Poco meno di settemila anime abitano questo borgo che al suo interno, custodisce una particolarità. Ma cos'ha di speciale Borgo a Mozzano? Il Ponte della Maddalena, collega due lembi di terra separati dal corso del fiume Serchio, ed è una costruzione che ha ispirato numerose leggende. Non a caso, viene detto anche Ponte del Diavolo. Questo soprannome in realtà è piuttosto comune nelle opere architettoniche del passato. In questo modo si indicavano le imprese che al tempo sembravano impossibili, attuabili solo con l'aiuto del Diavolo in persona. Il nome "Maddalena" invece, deriva dalla presenza nel borgo di un'icona raffigurante la santa.

La struttura del ponte

ponte del diavoloIl ponte è fatto in pietra, ed ha una struttura ad arco piuttosto insolita, con la parte centrale che ha un'arcata particolarmente elevata. Lungo poco meno di cento metri e largo quattro, il ponte si regge su cinque campate, e la sua prima costruzione risale all'XI secolo per volontà di Matilde di Canossa, figura centrale nella storia medievale europea. Il famoso detto "andare a Canossa" deriva dall'atto di sottomissione dell'imperatore Enrico IV al papa Gregorio VII, con il pontefice che fu ospitato in quell'episodio proprio nel castello di Canossa da Matilde. Tornando al ponte, la sua struttura originaria subì diverse modifiche a causa dell'alluvione del Serchio prima e della costruzione della ferrovia poi. Sono tante le leggende dietro al Ponte del Diavolo, vediamo le due più note.

L'inganno del capomastro

La leggenda narra la storia di un capo muratore, incaricato della costruzione di un ponte. I giorni passavano e la scadenza era sempre più vicina, ma il lavori sembravano interminabili. La disperazione era così alta da far apparire il Diavolo in persona che si offrì di aiutarlo a finire il ponte in cambio dell'anima del primo essere vivente che lo avrebbe attraversato. Il costruttore accettò e il Diavolo completò la costruzione in una notte. Il capomastro si sentì in colpa e si rivolse a un sacerdote per avere un consiglio. Il prete suggerì di far attraversare il ponte a un maiale (o un cane a seconda della storia) invece che a una persona. Il giorno dell'inaugurazione del ponte, il costruttore seguì il consiglio del prete e fece attraversare il ponte per primo all'animale lanciando sul ponte un pezzo di focaccia. Il Diavolo venne ingannato e per rabbia e imbarazzo, scelse di scomparire per sempre nelle acque del fiume Serchio. Una variante vuole San Giuliano protagonista al posto del costruttore.

Lucida Mansi

villa mansi ponte del diavoloUn'altra versione popolare della leggenda del Ponte del Diavolo vede come protagonista una nobildonna di Lucca, Lucida Mansi, vissuta a cavallo tra il XVI e il XVII secolo. Donna dalla bellezza ammaliante, Lucida Mansi si sposò ben due volte, finendo per assassinare entrambi i mariti per tutelare la propria libertà amorosa. Numerosi furono i suoi amanti, sedotti dal fascino della nobildonna. La stessa Lucida era ossessionata dalla propria bellezza, tanto da far riempire una stanza di Villa Mansi di specchi per potersi ammirare in ogni angolo. Un giorno però, vide una ruga comparire sul proprio volto. Presa dall'affanno e dalla preoccupazione per la paura di invecchiare, cominciò a vagare senza meta, giungendo al Ponte del Diavolo dove incontrò il Re degli inferi in persona. Trent'anni di bellezza in cambio della sua anima: questo fu l'accordo fra il Diavolo e Lucida Mansi. Passato il tempo concordato, la nobildonna cercò di bloccare la campana della Torre delle Ore per evitare lo scoccare della mezzanotte, ma il Diavolo l'anticipò, afferrandola e trascinandola con se dentro il lago dell'orto botanico dove ancora oggi, immergendo la testa, si dice sia possibile notare il volto della nobildonna. Una leggenda che continua ancora oggi ad essere ricordata nella notte di Halloween, quando Borgo a Mozzano si colora di paura: sono moltissimi coloro che partecipano alla festa di Guy Fawkes travestiti da fantasmi, streghe e zombie, vagando per tutto il paese celebrando il 31 ottobre.