Bella e ‘buona’ in ogni stagione questa perla delle Marche nasconde tanti tesori all’interno delle sue antiche mura. Cibo e vini di altissimo livello regalano emozioni senza pari
E’ tra i borghi più belli e visitati d’Italia e per capirlo basta osservare la prospettiva delle sue mura: campeggiano...
E’ tra i borghi più belli e visitati d’Italia e per capirlo basta osservare la prospettiva delle sue mura: campeggiano quasi sospese tra le nuvole nella collina che si affaccia all’autostrada, tra le Marche e la Romagna. È Gradara il cui nome è legato a una vicenda d’amore e che sta a Paolo e Francesca come Verona sta a Romeo e Giulietta. Ci ha pensato Dante a rendere eterna questa vicenda nel V canto della Divina Commedia, storia potrete rivivere visitando gli ambienti del castello. Il quale resta il centro della vostra visita (dal lunedì alla domenica dalle 9 alle 19) e dove potrete respirare ancora i segni della contesa tra i Malatesta e i Montefeltro che espugnarono il maniero con Federico nel 1463. Tra i tesori del castello, la pala di Santa Sofia di Giovanni Santi e una terracotta di Andrea Della Robbia. Ma prima di entrare alla rocca, sulla destra, ecco la chiesa di San Giovanni Battista, fatta edificare nel Trecento sempre dai Malatesta, dove si trova un crocifisso ligneo osservando il quale, a seconda delle posizioni, potrete leggere i segni della Passione del Cristo.
Gradara è buona per ogni stagione e in quella estiva ha una attrazione in più: lo spettacolo di falconeria, con il volo del rapace simbolo del Medioevo e capace di tagliare l’aria con traiettorie suggestive. Tenete d’occhio il Marv (museo d’arte Rubini Vesin) che ospita periodicamente mostre di grande interesse. Cogliete il fascino di questo luogo. Il giro delle mura, la passeggiata tra i vicoli, fino ai giardini, sono, specie nella stagione di mezzo quando il turismo non è al massimo dell’affluenza, un tuffo nel tempo andato. Guardatevi attorno. Scoprirete che Gradara è un castello tra i tanti. A un tiro di schioppo c’è Granarola, un tempo fortilizio rivale, oggi albergo dove soggiornare con, di rimpetto, l’osteria del Melograno, dove l’ostessa Natascia cucina piatti fatti a mano di gran pregio, come i cappelletti in brodo, e poi buonissimi spaghetti alla carbonara, quindi carni grigliate e dolci squisiti. In carta buone etichette locali.
E a proposito di vini, Gradara e dintorni sono una bella e buona risorsa. Sul vicino Colle San Bartolo potete prenotare una visita alla cantina Carlini, che produce vini biologici valorizzando uve locali come l’Albanella, così come prelibati Pinot noir di estrazione napoleonica, perché qui, nelle colline poco distanti da Gradara, l’esercito francese piantò il vitigno che oggi dà calici di eleganza francese e sapidità adriatica, vista la vicinanza al mare. In estate la cantina Carlini propone aperitivi in vigna e stessa cosa dicasi per la vicina cantina Mancini i cui vigneti stanno a strapiombo sul mare. Gradara è da vivere anche a piedi: le colline sono ricche di sentieri per chi ama camminare e anche per chi, in mountain bike, vuole partire dal castello per inerpicarsi per i sentieri del Parco san Bartolo, con stupendi panorami marini e lo sfondo, nelle giornate limpide, delle cime della Croazia.