Arte, natura e storia un viaggio mondiale
I dodici tratti dei 62 chilometri complessivi di portici che rendono Bologna la dotta, la grassa, la rossa, unica nel mondo proprio per questa sua caratteristica architettonica, sono solo l’ultimo arrivo nella lista mondiale dell’Unesco. L’Emilia Romagna ne aveva già 12 inseriti nell’heritage globale, tra cui le bolognesi Abbazia di Santa Cecilia alla Croara (appena fuori città sulle colline di San Lazzaro di Savena) e la Chiusa di Casalecchio, incredibile opera di idraulica medievale che costringe il Reno a deviare il suo corso naturale verso la pianura. La primogenitura assoluta spetta però a Ferrara. Nel 1995, la prima città d’Europa a realizzare il sogno umanistico di città ideale, venne premiata per l’armonia perfetta delle sue prospettive (Corso Ercole d’Este ne è l’esempio più eclatante, intitolato proprio al Duca che chiamò a corte architetti, matematici, astrologi e cabalisti per renderla il simbolo del Rinascimento). Dal capoluogo ci si può perdere nel contado (forese per i ferraresi) per andare a visitare le trenta Delizie Estensi, ovvero le dimore di campagna degli Este, alcune delle quali restaurate e recuperate nelle loro meravigliose decorazioni. A Voghiera, la reggia estiva estense di Belriguardo nel secolo scorso venne definita la ‘Versailles degli Estensi’. Accipicchia! A Gambulaga di Portomaggiore invece è visitabile la Delizia del Verginese così come a Mesola il fascinoso Castello Estense. In piena zona deltizia, vi è un altro sito Unesco. Ormai dal ‘lontano’ 1999. Regno del birdwatching per le 360 specie diverse di uccelli (tra cui l’airone viola e i fenicotteri rosa) che lo abitano indisturbate, gioiello per gli amanti della natura grazie a dune, lagune, pinete, zone umide salmastre, l’antichissima Salina e i Casoni da Pesca con la loro epopea dei fiocinini, è a un tiro di schioppo dall’abbazia di Pomposa, da Comacchio e dalla costa dei sette Lidi. Già tre anni prima però, nel 1996, l’Unesco si era invece concentrata sui monumenti paleocristiani di Ravenna: la Basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia, quello di Teodorico (costruito con blocchi di pietra d’Istria, è l’unico monumento funerario superstite di un re barbarico), Sant’Apollinare in Classe, il Battistero degli Ariani e quello Neoniano, la Cappella di Sant’Andrea. Una Ravenna che, in questo 2021, è anche il fulcro delle celebrazioni per i 700 anni dalla scomparsa di Dante che qui chiuse gli occhi per sempre. In provincia, a Faenza, ecco il Mic, Museo Internazionale delle Ceramiche con 60mila pezzi di ogni epoca e continente: dai reperti dell’antica Mesopotamia alle creazioni di geni contemporanei come Chagall, Matisse, Picasso. Nel 1997 era stata Modena la new entry nel novero delle città Unesco grazie agli alti esempi di romanico europeo di cui è testimone con i suoi capitelli, le colonne, i bassorilievi con figure di profeti ed esseri fantastici che si ritrovano nella Cattedrale, candida e abbagliante sulla famosa Piazza Grande. Ma non è tutto. E ci mancherebbe. Nel 2005 l’onore è toccato alla Biblioteca Malatestiana di Cesena, la prima civica d’Europa, aperta cioè dai cittadini già nel XV secolo e anche l’unica monastica umanistica al mondo rimasta perfettamente conservata. E da lì è un attimo allungarsi verso la Foresta di Sasso Fratino che nel 2017 è stata riconosciuta per i suoi 800 ettari di faggete di quasi seicento anni, tra le più antiche d’Europa. Parte del Parco delle Foreste Casentinesi, invoglia a visite al Monte Falterona (sorgenti dell’Arno e seconda vetta più alta dell’Appennino tosco-romagnolo), a Campigna, a Santa Sofia e Bagno di Romagna con le sue antiche Terme. C’è da perdersi, insomma.