Anglona, la Sardegna più selvaggia tra la Foresta pietrificata, le Tombe dei giganti e le Domus de Janas

Non solo mare. Nel nord dell'isola, l'Unione dei comuni dell'Anglona e della Bassa Valle del Coghinas promuove un turismo alternativo a base di trekking, archeologia, folklore ed enogastronomia

di LAURA DE BENEDETTI
4 marzo 2024
Abbazia di Santa Maria di Tergu

Abbazia di Santa Maria di Tergu

Una Unione dei comuni come promozione turistica e non solo per una migliore funzione amministrativa. È per questo che i comuni dell'Anglona e della Bassa Valle del Coghinas, situati nel nord della Sardegna a est di Sassari e poco distanti dalla costa, anche se comunque non sul mare, hanno iniziato una campagna di promozione, a partire dalla Borsa internazionale del turismo di Milano, per far conoscere gli elementi architettonici, archeologici, ma anche ricreativi e gastronomici che li rendono particolarmente attrattivi.

Certo, chi va in Sardegna, lo fa in particolare per le sue splendide spiagge. Ma i turisti sono sempre più esigenti e cercano anche luoghi da visitare la sera, in alcune giornate o in altre stagioni. L'unione dell'Anglona con la foresta pietrificata diffusa, i siti archeologici tra i più antichi del Mediterraneo, il centro termale, i diversi sentieri del trekking offre una ricca varietà a chi si trova nella parte più a nord dell'isola.

L'unione dei comuni e dell'Anglona e bassa Valle del Coghinas

La Sardegna e, nel Nord, il territorio dell'Unione dei comuni dell'Anglona e della Bassa valle del Coghinas (Google maps)
La Sardegna e, nel Nord, il territorio dell'Unione dei comuni dell'Anglona e della Bassa valle del Coghinas (Google maps)

L’Unione dei Comuni dell’Anglona e Bassa Valle del Coghinas è un ente istituito innanzitutto per la gestione delle funzioni associate intercomunali. Ha la sua sede a Perfugas, in provincia di Sassari. Ne fanno parte anche i comuni di Bulzi, Chiaramonti, Erula, Laerru, Martis, Nulvi, Osilo, Santa Maria Coghinas, Sedini e Tergu. L’Unione, però, come detto, si preoccupa anche di promuovere il territorio in generale e, in particolare sotto il profilo turistico, evidenziando le tracce lasciate dalla storia e le ricche tradizioni culturali e gastronomiche.  

La foresta pietrificata

Gli alberi marmorizzati 20 milioni di anni fa della foresta pietrificata
Gli alberi marmorizzati 20 milioni di anni fa della foresta pietrificata

La foresta pietrificata di Santa Maria Coghinas è datata attorno ai 20 milioni di anni ed è costituita da diversi esemplari di alberi fossilizzati, trasformati in pietra a causa di lunghi processi geologici. I resti degli alberi sono visibili lungo l’argine del Riu Altana: alcuni sono forati al centro, altri sono completamente mineralizzati. Durante questo processo hanno assunto la forma di vere e proprie sculture naturali e sono dunque un’attrazione per la loro particolarità sia per gli amanti della natura che per gli esperti di paleobotanica. La foresta pietrificata si trova a pochi chilometri dal Lago Coghinas e dalle Terme di Casteldoria. Santa Maria Coghinas, infatti, chiamata Cuzina dai sardi, è nota sin dall'antichità per le acque termali. Le terme, dette Li Caldani, che si trovano in località Casteldaccia, sono acque Salso-bromo-iodiche di origine vulcanica che sgorgano a circa 70 gradi centigradi. Nello stabilimento termale è possibile effettuare inalazioni, aerosol e trattamenti come la fangoterapia.

Cosa vedere a Santa Maria Coghinas

Oltre alla foresta pietrificata e al centro termale, a Santa Maria Coghinas si consiglia una visita anche al nuraghe Barula posto in un'altura a 300 metri d'altezza così come alla torre di Casteldoria del XI secolo collegata al mito della Giudicessa sarda Eleonora d'Arborea e agli scritti di Grazia Deledda Premio Nobel per la letteratura. Particolare anche la statua lignea della Vergine Maria rivestita con foglie d'argento nella chiesa della Madonna delle Grazie risalente al XIII secolo. Tra i percorsi naturalistici, oltre alla zona fluviale del fiume Coghinas con la foresta pietrificata, caratteristiche sono anche le cascate di Lu Tuvu e di Lucantaru.  Dal punto di vista gastronomico e ricreativo il comune sardo il 25 aprile celebra la sagra del carciofo mentre il 12 agosto si fa festa al cinghiale.

Il Pozzo Sacro

Il pozzo sacro di Perfugas
Il pozzo sacro di Perfugas

Il Pozzo Sacro di Pèrfugas, situato nel l'omonimo comune che fa parte dell'Unione dell'Anglona e del Coghinas, è un sito archeologico di grande interesse storico e culturale. Il pozzo sacro, situato nel centro storico del paese, risale all’Età del Bronzo e rappresenta un esempio significativo dell’architettura nuragica. La sua struttura è ipogea, scavata nella roccia. Una serie di gradini conducono alla camera sotterranea che veniva utilizzata per il culto delle acque, considerate fonte di vita, e delle divinità ad esse legate: le persone vi facevano offerte e compivano riti per propiziarsi la benevolenza degli dei. Oggi il pozzo sacro è aperto ai visitatori: è possibile scendere nella camera sotterranea e ammirare la struttura e le incisioni sulla roccia.

Cosa vedere a Pèrfugas

Tutta la zona fu tra le prime abitate nell'isola e dunque vi si trovano insediamenti umani risalenti al Paleolitico inferiore tra cui appunto la fonte sacra, strutture megalitiche, ipogei, nuraghes e Tombe dei Giganti. I resti della foresta pietrificata rinvenuti lungo le sponde del Rio Battana sono custodite presso il Map Museo archeologico paleobotanico. Vi si trovano anche il museo Etno antropologico dell'Anglona e il museo Diocesano d'arte sacra. Nella chiesa di Santa Maria degli Angeli del XII del XVII secolo si trova il retablo, ossia una palla d'altare tipica spagnola, dedicato a San Giorgio Martire. 

Domus de Janas

Domus De Janas
Domus De Janas

La Rocca di Sedini, è particolare per diversi motivi. Innanzitutto è una delle Domus de janas presenti sul territorio, luoghi funerari preistorici e poi abitazioni scavate nelle rocce erranti che spiccavano sul terreno, come la Roccia dell’Elefante, altro celebre ipogeo funerario dalla caratteristica forma a proboscide che si trova a pochi chilometri di distanza.  La Domus di via Nazionale, inoltre, è situata appunto nella via principale del centro del paese di Sedini, e non, come negli altri casi, in località isolate. 

Il grosso macigno calcareo, nato in età preistorica come tomba, ha subito nei secoli numerose trasformazioni dovute al diverso utilizzo. Nel periodo medievale la roccia scavata venne utilizzata come prigione, in seguito fu anche luogo di ricovero per animali, negozio, e abitazione privata. Gli ambienti sono disposti su due piani indipendenti. Nel piano inferiore venne aperta una botola per accedere con una scala in legno a quella che una volta era la tomba, con sei celle scavate nella roccia, e che successivamente venne usata come cantina e pollaio. A metà degli anni Novanta il comune di Sedini ha acquistato la Rocca e nel tempo l'ha trasformata nel Museo delle tradizioni etnografiche di Sedini e dell'Anglona.

Cosa vedere a Sedini

Tra le tante festività, soprattutto legate a eventi religiosi, si segnala la Notte delle janas, festival culturale che si svolge in agosto e la Notte dei Poeti dedicato alle lingue minoritarie, a settembre. Molti i sentieri ideali per il trekking tra le vallate con pareti a picco. Da vedere la Pilchina di Li Caadaggi, una cascata racchiusa nella valle di Concaniedda. La produzione è agroalimentare è caratterizzata da paste fresche, seadas e curizzoni, vino, miele, torrone.

Muraglia Megalitica e abbazia di Tergu

Abbazia di Santa Maria di Tergu
Abbazia di Santa Maria di Tergu

L'Abbazia della Nostra Signora di Tergu, di origine medievale, spicca nell'altipiano collinoso caratterizzato dalla macchia mediterranea. Ma la piccola comunità di circa 600 abitanti a 284 m di altezza da cui si gode la vista del Golfo dell'Asinara e del Borgo turistico di Castelsardo, è da visitare anche per la Muraglia megalitica e il villaggio nuragico di Monte Elias che si trovano a poca distanza dal centro abitato. La Muraglia è lunga 120 metri e arriva a toccare i 5 metri di altezza: è stata edificata in blocchi di trachite in quello che era un insediamento archeologico cui ha fatto seguito la colonizzazione romana. Da vedere anche il nuraghe Tudderi a pianta quadrilobata. Anche per la presenza dell'Abbazia gli eventi principali hanno carattere liturgico e sono concentrati nella settimana Santa; i festeggiamenti veri e propri della Nostra Signora di Tergu si svolgono il primo maggio e l'8 settembre.

Cosa vedere a Tergu

La zona dell'altipiano, si presta particolarmente alla fruizione turistica per gli splendidi panorami; inoltre è possibile acquistare sul luogo formaggi e salumi locali. A Tergu esiste anche un grande parco sensoriale con area giochi per bambini, area Fitness e area Gym.

La Grotta de su coloru

Una delle attrattive più note di Laerru è la Grotta de su coloru, anfratto carsico ricco di testimonianze dell'uomo in Sardegna e dove vive una colonia di pipistrelli endemici dell'isola. Per questo motivo è molto frequentata dagli esperti speleologi, archeologi e zoologi.

Cosa vedere a Laerru

Ma l'intera zona di Laerru è ricca gli elementi attrattivi come l'area archeologica di Monte Ultana, con la fonte sacra, alcune Domus de janas un protonuraghe e due tombe medievali. Ci sono le tombe dei giganti che sono sepolture collettive in località Tanca Manna e Boppitos. Non mancano anche qui elementi di foresta pietrificata e il Museo della pietra. Per gli amanti del trekking ci sono i sentieri di Corona Maiore e Rocca Rutta, dove c'è anche una parete di arrampicata. Anche a Laerru le principali festività coincidono con le feste dei Santi. Ad agosto però c'è il Festival Jazz Musica sulle Bocche. L'economia è vitivinicola e pastorale e il paese è noto per la produzione di pipe in radica.

I Candhaleris

Candhaleris a Nulvi
Candhaleris a Nulvi

Nulvi è l'unico comune dell'Anglona ad aver conservato gran parte del vestimento tradizionale femminile e maschile popolare utilizzato in occasione di manifestazioni religiose e folkloristiche . Tra queste c'è la Sa essida de sos Candhaleris, ossia L'uscita dei candelieri che si svolge il 14 agosto in onore della Madonna Assunta . Si tratta di una processione in cui vengono portati a spalla tre grandi tabernacoli arricchiti di preziose bandiere e stoffe. Nulvi dunque ospita il Museo del candeliere

Cosa vedere a Nulvi

Manifestazioni liturgiche e chiese sono numerose a Nulvi la cui economia comunque è principalmente legata all'allevamento e alla produzione di latte e derivati unita al più recente sviluppo del turismo anche grazie ad agriturismi e attività ricettive all'insegna del benessere e della buona cucina. Dal punto di vista archeologico ci sono l'area di Irru, con i resti di un insediamento abitativo e di un Pozzo Sacro, e il nuraghe Alvu, con la torre principale e quattro torri laterali.

Il Castello Malaspina

Castello Malaspina a Osilo
Castello Malaspina a Osilo

Il Borgo di Osilo, a 650 metri di altezza su una delle Tre Cime del Monte Tuffudesu, in passato era considerato una posizione strategica per il controllo militare. Pur avendo quindi origini preistoriche con le sue Domus de janas, Tombe dei Giganti e nuraghes, a caratterizzare il centro storico sono i resti del Castello della famiglia Malaspina risalente al periodo tra il XXII e il XIII secolo. Ad Osilo da visitare anche la frazione San Lorenzo ricca di Mulini.

Cosa vedere a Osilo

Tra le tradizioni popolari della cittadina di tremila abitanti che si estende su un vasto territorio alquanto panoramico, da cui si possono scorgere le coste della Corsica, c'è la Corsa dell'anello, giostra equestre lungo la via principale del paese. Numerosi i sentieri per gli amanti del trekking presso la valle dei Mulini; per chi ama il free climbing esistono pareti attrezzate nel canyon San Lorenzo.

La civiltà nuragica

In tutta l'unione dei comuni della Anglona sono diffusi i resti di insediamenti preistorici. In particolare ad Erula, oltre ai Domus de Janas, agli ipogei funerari situati a Bulguni e Bullone, sono presenti numerose nuraghes: il Nuragheddu, e i nuraghes Soggiu, Pubattu, Sa Toa e Ispiene. In quest'ultimo è stata ritrovata una "navicella votiva" in bronzo. In località Giagone si trova la sepoltura collettiva detta Tomba dei giganti. 

Cosa vedere a Erula

Numerosi i sentieri anche con aree picnic attrezzate che permettono di godere del panorama. Tra le varie feste liturgich , l'ultima domenica di maggio c'è la festa patronale dedicata al Cuore immacolato di Maria, in primavera c'è il rally Italia Sardegna ed in estate invece c’è Time in Jazz

Le fortezze megalitiche e le tombe dei giganti

Nel territorio di Chiaramonti, sono presenti 12 siti con ipogei funebri preistorici. I più noti sono Baldedu e Murrone. Tre le fortezze megalitiche da visitare ci sono circa 20 Tombe dei Giganti, oltre 100 nuraghes e 10 betili, pietre sacre poste in verticale, come monoliti: le stesse, quando non sono isolate ma composte in forme di recinti, vengono chiamate appunto Tombe dei giganti. 

Cosa vedere a Chiaramonti

Svettano i Ruderi del Castello fatto edificare dai Doria nel XIII secolo che fu sede del potere politico dell'Anglona prima e degli iberici conquistatori dopo. In seguito parte delle Mura furono smantellate per costruire l'Antica parrocchiale di San Matteo. Oggi meta dei pellegrinaggi è invece la chiesa campestre medioevale Santa Justa de S’Abba, ricca di acque sorgive dai poteri taumaturgici. Da Chiaramonti è possibile intraprendere a piedi 14 percorsi diversi per un totale complessivo di oltre 77 km che consentono di visitare la foresta pietrificata diffusa su tutto il territorio dell'Anglona. Boschi di macchia mediterranea caratterizzano invece le passeggiate sull'Altopiano de Su Sassu. Nell'aria si pratica anche il parapendio. Per i suoi splendidi panorami su tutto il territorio dell'Anglona, sul mare e sui monti della Gallura, Chiaramonti è diventato casa di molti turisti provenienti dal nord Europa che hanno così contribuito a far rinascere il centro storico. Oltre alle festività religiose, ad agosto c’è il Sic Folk Festival.

Cosa vedere a Bulzi

Chiesa di San Pietro di Bulzi
Chiesa di San Pietro di Bulzi

Oltre alla foresta pietrificata nel territorio di Bulzi, a circa 3 km dall'abitato, si trova la chiesa di San Pietro delle Immagini. Il paese è noto anche per le tradizioni canore sarde.

Cosa vedere a Martis

In località Carrucana a Martis ci sono tronchi cavi pietrificati della caratteristica foresta che vanta milioni di anni, nonché diversi Nuraghi tra i meglio conservati come il Sas Molas, il Paulu Sedda e il Monte Franco. In estate si tengono la rassegna enogastronomica VinAnglona, il festival musicale letterario Ethno’s e il festival della cinematografia. Tra i luoghi da visitare infatti c'è il parco dei murales dedicati alla cinematografia, sarda e internazionale. Tra i percorsi ci sono, la foresta pietrificata, gli alberi monumentali, e il Triulintas che porta ad una cascata alta circa 15 metri.