Alla scoperta dell'Appennino tosco-emiliano sulla Via della Lana e della Seta

di Redazione Itinerari
14 giugno 2023

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L'Appennino Tosco-Emiliano è un territorio di grande ricchezza sia dal punto di vista naturalistico, ma anche dal punto di vista economico e culturale, un susseguirsi di paesaggi selvaggi, coltivazioni particolarissime e architetture medievali. Dal 2018 esiste un itinerario che attraversa questo splendido territorio collegando le città di Bologna e Prato: La Via della Lana e della Seta. Si tratta di un percorso di di 130 chilometri che attraversa borghi, cime e vallate congiungendo due centri storici di grande valore, cresciuti nei secoli grazie alla sapiente gestione delle acque: Bologna, la città della Chiusa e dei canali, per secoli capitale della seta, e Prato, la città del Cavalciotto, delle gore e delle gualchiere, capitale del distretto della lana e del tessile. La Via della Lana e della Seta è percorribile sia a piedi che in mountain bike. Nel primo caso le tappe previsto sono 6, con pernottamenti al termine di ogni frazione, se invece il percorso viene affrontato su due ruote i tempi sono dimezzate con 3 tappe da oltre 40 chilometri.

 Storia e origine del percorso

La Via della Lana e della Seta nasce nel 2018, ma ricalca il percorso dei commercianti che già in epoca medievale compivano per trasportare merci e prodotti finiti da due territori ben distinti, divisi dalla catena montuosa dell'Appennino. Bologna e Prato erano infatti accomunate anche in passato dall’industria tessile e dalla lavorazione della lana e della seta. Proprio questo tipo di attività ha spinto le popolazioni delle due città ad utilizzare l'acqua come mezzo per alimentare la forza motrice dei tanti laboratori artigianali, come gli opifici, le gualchiere e i telai. La Chiusa sul fiume Reno a Bologna e il Cavalciotto a Prato sono la testimonianza di questa laboriosità. Fin dal 500 d.C. Si hanno testimonianze della produzione della seta a Bologna, grazie sia agli stretti rapporti culturali che i vicini porti dell’Adriatico intrattenevano con l’Impero Bizantino e l’Oriente, sia alla ripresa ed alla modifica da parte dei mercanti bolognesi dei filatoi a mano inventati nella città di Lucca, che grazie alla forza motrice idraulica, aumentava la produzione, rendendola anche qualitativamente migliore. Per quanto riguarda Prato le origini della lavorazione della lana risalgono invece al 1100 d.C. quando gli artigiani iniziarono ad utilizzare il vasto sistema idraulico di canali e mulini che attorniavano la città per i propri filatoi. E' a partire dal XII Secolo che i due centri iniziarono una fitta rete di commerci tessili, sfruttando e razionalizzando proprio l’antica rete commerciale che attraversava gli Appennini. Questo antico tracciato è stato ricostruito e messo oggi a disposizione degli appassionati di trekking per un'esperienza unica, alla scoperta di un territorio che unisce natura e antichi borghi e che nel recente passato fu anche teatro della resistenza partigiana durante la Seconda Guerra Mondiale.

Le tappe del percorso

L'itinerario è percorribile sia da Bologna a Prato, sia in senso inverso da Prato a Bologna. Come detti in entrambi i casi se si decide di intraprendere il percorso a piedi le tappe sono 6, mentre in mountain bike si riducono della metà potendo percorrere almeno il doppio dei chilometri. Prima di intraprendere il percorso è bene attivare la cosiddetta “credenziale”, un libricino a fisarmonica su cui si deve inserire i dati personali e vanno messi i timbri dei paesi che si attraversano. Iniziando da Bologna si parte da Piazza Maggiore. Seguendo il Canale delle Moline fino all’uscita dal centro si incontra il Torrione della Grada e quindi la Chiusa sul fiume Reno. Superato poi il fiume Reno si giunge a Palazzo de’ Rossi. Si continua su strade secondarie fino ad arrivare al termine della prima tappa, a Sasso Marconi. Per la seconda tappa, lasciato l'abitato di Sasso Marconi, si incomincia a salire, attraversando prima il paese di Sirano, sul versante nord del monte Baco e si raggiunge San Silvestro. Passando anche attraverso il Parco Storico di Monte Sole si arriva al Monte Salvaro, il punto più alto della giornata, per poi concludere la tappa a Grizzana Morandi. La terza tappa è quella più impegnativa e con i maggiori dislivelli. Si comincia in un bosco di castagni e si arriva quindi a Collina, un grazioso borgo di origine medievale tipico dell’Appennino fino all'arrivo fissato a Castiglione dei Piepoli. Con la quarta tappa si arriva in Toscana, passando prima nel borgo di Rasora e poi in quello di Storaia. Si arriva poi a Gorandaccio e alla sua Rocca dei Bardi, da dove parte la discesa per Vernio. La quinta tappa si dipana interamente all'interno del massiccio dei Monti della Calvana. Arrivati a Sofignano, si scende su un sentiero collinare tra terrazzamenti coltivati per arrivare a Vaiano. L’ultima tappa regala bellissimi panorami su tutta la piana dove sorge Prato e sulla valle del fiume Bisenzio. Una volta giunti alla vetta del Monte Maggiore, si scende infine verso Prato, dovi si nota il Cavalciotto di Santa Lucia e infine si termina il percorso in Piazza Duomo.