Alla scoperta dei Campi Flegrei, la terra del fuoco alle porte di Napoli
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Solfatara ai Campi Flegrei
I Campi Flegrei sono una vasta area vulcanica che raccoglie i comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto, Giuliano in Campania e la parte ad ovest di Napoli. Il nome deriva dal greco flego, traducibile come bruciore. La particolarità di questa zona risiede nel grandissimo valore storico e nell'attività vulcanica ancora attiva.
Nei giorni scorsi infatti, si sono avvertite diverse scosse di terremoto che hanno dato il "buongiorno" ai residenti di Pozzuoli e Quarto. Fortunatamente questi eventi sismici sono di bassa intensità (da magnitudo 1.6 a 2.2 gradi della scala Richter) che avvengono a oltre 2 kilometri di profondità per via di un'altra caratteristica geologica dei Campi Flegrei: il costante e periodico abbassamento e innalzamento del suolo, chiamato bradisismo. Questo è dovuto alla conformazione del luogo: i Campi Flegrei sono un campo vulcanico attivo da oltre 80mila anni, con diversi punti caldi differenziandosi per questo dai vulcani singoli, come invece può essere il Vesuvio. Negli anni 70, il fenomeno del bradisismo si è fatto particolarmente intenso, con il suolo che si è alzato di oltre tre metri in meno di dieci anni, mentre l'ultima eruzione è datata 1538 e ha dato origine al Monte Nuovo, il vulcano più recente d'Europa, oggi oasi naturalistica della quale parleremo tra poco.
L'area è stata particolarmente apprezzata dai vari abitanti della regione nel corso dei secoli, partendo dai greci, che vi fondarono la polis di Cuma, prima colonia della Magna Grecia che divenne sede estiva per diversi imperatori e uomini politici romani. Oggi è un sito archeologico liberamente visitabile, nel quale è possibile vedere i resti del foro romano, delle terme e della crypta romana, quest'ultima fatta costruire da Ottaviano durante la guerra civile (44-31 a.C.). All'ingresso della crypta si trova un colombario della medesima epoca, identificato come luogo di sepoltura del poeta Virgilio. Lo stesso poeta è protagonista anche della seconda attrazione storica presente nel Parco Archeologico dei Campi Flegrei: il Lago d'Averno. Esso fu utilizzato come porto militare dai romani durante gli anni dell'Impero ma non solo. Oggi infatti, sono ancora visibili i resti di una sala dedicata alle terme, chiamata Tempio di Apollo. La vera particolarità di questo luogo però, deriva da Virgilio. Nella sesta parte dell'Eneide, il poeta fa riferimento alla porta degli inferi, attraversata da Enea: il varco descritto è appunto il Lago d'Averno.
Molto caratteristico è il Complesso archeologico di Baia. In epoca romana, Baia era una località di villeggiatura per il ceto alto della società, ricco di domus lussureggianti delle quali ancora oggi è possibile vederne i resti. La particolarità è che molti di questi, sono finiti sommersi dal mare per via del fenomeno del bradisismo che colpisce i Campi Flegrei. Ecco quindi che con bombole d'ossigeno e mascherina, è possibile fare un tour nella Roma di duemila anni fa sott'acqua. Sono sei i percorsi disponibili, uno dei quali anche in notturna. Il Parco sommerso di Baia è sicuramente uno dei punti turistici più spettacolari di tutta la Campania.
Nella Cuma fuori dal mare invece, è possibile visitare il Museo Archeologico dei Campi Flegrei, situato all'interno del castello di Baia, costruito dagli Aragonesi poco prima del 1500 su una villa di epoca romana, probabilmente appartenuta a Caio Giulio Cesare. Oltre sei sezioni classificano i reperti rinvenuti nell'area in ordine cronologico, spaziando dall'iniziale colonia greca all'ultimo periodo dell'Impero romano d'Occidente.
Un po' di geologia
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Siti di interesse storico: il Parco Archeologico
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