Abruzzo, viaggio a Scanno per scoprire il lago a forma di cuore
Accarezzate l’idea di un weekend romantico, di una fuga d’amore, senza svenarvi? Allora imboccate la strada che porta a uno dei borghi più belli, Scanno, in Abruzzo. Cosa c’è di romantico? Un lago azzurro a forme di cuore.
Ci si arriva con passeggiata e la vista lascia a bocca aperta. Scanno, poi, è talmente delizioso da godere dell’appellativo di borgo più 'fotogenico' d’Italia. Infatti, grandi artisti, da Cartier- Bresson a Berengo Gardin, hanno immortalato il panorama, le vie, i tetti e le donne con i loro costumi tipici di questo paesino nell’Alta Valle del Sagittario, incuneato in un canyon tra il lago e i Monti Marsicani. Famosa è l’immagine di Mario Giacomelli, esposta al MoMa di New York e che ha fatto il giro del mondo: coinvolto dalle suggestioni di Scanno, il fotografo realizzò nel 1957 il “Bambino di Scanno” o “Scanno Boy”, un bianco e nero che mostra quattro donne che camminano con i loro vestiti tipici e un bambino, appunto, l’unico elemento messo a fuoco.
Ma pochi sanno che questo borgo attraverso la moda, conserva intatta anche la memoria di un passato secolare. Il costume tradizionale femminile è una delle più belle realtà del folclore italiano e le donne lo indossano con un portamento regale, quotidianamente, sia quando risalgono i vicoli cariche di fascine di legna, sia mentre si dedicano ai lavori artigianali in cui sono molto abili come il merletto e la lavorazione della filigrana.
Un costume di cui le donne di Scanno vanno fiere e che indossano come fossero principesse con quell’aria di riservatezza che le caratterizza: la gonna e il corsetto sono di stoffa nera o blu scuro, impreziositi da ricami. La prima è molto ricca, il busto è cortissimo, il grembiule è in tessuto scarlatto o cremisi". I capelli sono intrecciati con lacci e cordoncini di seta colorati e il cappello è costituito da un fazzoletto bianco che ricade sulle spalle, sormontato da una cupola di stoffa scura tra le classi più povere, di satin operato color vermiglio tra le più ricche. Per mantenere viva questa tradizione culturale, l’associazione culturale L’Appuntamento con la Tradizione – Vivi il Costume, dal 2007, fra le fine di aprile e i primi di maggio, organizza rievocazioni storiche, in cui si indossano gli abiti tradizionali che sfilano per il paese conferendogli un’aria d’altri tempi.
Un’ottima occasione anche per gustare la saporita cucina locale e assaggiare i mostaccioli e soprattutto un dolce tipico, il Pan dell’orso: si tratta di una piccola cupola resa molto morbida dalla presenza di miele e burro nell’impasto, coperta da uno strato sottile di cioccolato fondente che si ispira ai pani che i pastori portavano con loro nel periodo della transumanza. Racconta infatti una leggenda che un gruppo di pastori se ne andava lungo le vie della transumanza e fu sorpreso da un orso che, invece di attaccarli, si impossessò delle loro bisacce e soprattutto del contenuto, una specie di panelli a base di mandorle e miele, molto graditi dall’animale e che quindi furono proprio ribattezzati con il nome con cui oggi vengono preparati.
Un’ultima curiosità: nel 1956 in questo borgo è stato girato il film “Uomini e lupi” con Silvana Mangano ed Yves Montand, sotto la regia di Giuseppe De Santis. I vicoli stretti, gli archi, le fontane, i palazzi storici con i balconcini caratteristici dalle ringhiere di ferro, il lago a forma di cuore e il suo panorama intero che contribuiscono alla definizione di “perla d’Abruzzo”, fanno di questo piccolo borgo una meta ideale in qualsiasi stagione per un week end romantico o un soggiorno con tutta la famiglia, visto che offre strutture, sport, attività di ogni tipo, in una cornice tra natura, folklore, artigianato e ottimo cibo .