Roma è una delle
città più visitate al mondo. Ma la Città Eterna non è solo il
Colosseo, la Basilica di San Pietro, Fontana di Trevi o
Trastevere, ci sono tanti angoli, magari meno conosciuti, altrettanto suggestivi e
affascinanti. Visitati i luoghi di maggiore interesse, ci si può dedicare alla
Roma meno nota. Ecco 5 tesori nascosti da scoprire nella capitale.
1. I murales di Tor Marancia
Nell’ultimo decennio le
zone periferiche di Roma sono state sottoposte a progetti di riqualificazione urbana. Big City Life è un’iniziativa che nel 2015 ha portato
22 street artist internazionali a realizzare murales sui palazzi delle case popolari del lotto 1 di Tor Marancia. Ciascuno degli
11 edifici che compongono il quartiere è diventato una
tela per due diversi artisti e la particolarità del
progetto è quella di essere riuscita a coinvolgere da subito i
condomini nell’operazione. Ogni murales, infatti, racconta – con una libera interpretazione degli artisti – la storia di uno degli
inquilini del palazzo su cui è stato realizzato. Oggi il
civico 63 di Tor Marancia (zona Ardeatina) si presenta, quindi, come un grande museo a cielo aperto.
2. La piccola Londra
Tra le tante cose che possono capitare nella
Città Eterna, c’è anche passeggiare per la strada e ritrovarsi…a
Londra. Nel quartiere Flaminio, e precisamente in
via Bernardo Celentano, le abitazioni ricordano infatti quelle della capitale inglese, tanto che la zona è chiamata “
Piccola Londra”. Le villette di questa strada, progettate dall’architetto Quadrio Pirani, hanno volutamente una struttura simile a quella delle case dei
quartieri residenziali della City: grazie ai colori pastello con cui sono dipinte e ai
cancelletti in ferro battuto che delimitano i piccoli giardini quadrati all’entrata e all’altezza. Il progetto trova le sue radici nell’idea di
Ernesto Nathan, sindaco di Roma nel 1909 che – per portare l’Urbe ai livelli delle altre capitali europee – aveva approvato un piano regolatore che prevedeva che i
palazzi non potessero superare i 24 metri di altezza. La proposta non trovò seguito e quindi
l’unica via che si è conformata alle indicazioni rimane proprio via Celentano.
3. Gli Horti Sallustiani
Nella Roma antica, per hortus, si intendeva una
grande villa con giardino che si trovava all’interno della città e comprendeva diversi edifici con una grande predominanza del verde. Gli
Horti Sallustiani anticamente si estendevano per parte di Via Salaria, Via Veneto, Via XX Settembre e comprendevano le
Mura Aureliane. Dopo la distruzione nel 410 d.C. non furono mai ricostruiti per intero ma oggi a
Piazza Sallustio (poco distante dalla fermata metro Barberini) è possibile visitare i resti di quello che fu il
parco monumentale più grande della città. A 14 metri sotto il manto stradale, si trovano tre diversi edifici che facevano parte del complesso sallustiano e anche il tempio dedicato a
Venere, un centro termale e la domus del signore. Diverse sale degli edifici rinvenuti sono state
ristrutturate, aperte al pubblico e, di tanto in tanto, ospitano anche convegni e manifestazioni.
4. Il quartiere Coppedè
Nei pressi di Corso Trieste si trova un piccolo
complesso residenziale, impropriamente denominato quartiere, che prende il nome
dall’architetto che ne ha progettato gli edifici:
Gino Coppedè. I villini e i palazzi che si trovano in questa zona di Roma sono caratterizzati da una
forte impronta Liberty che è però stata influenzata dallo stile Barocco. Non è insolito, infatti, trovare sculture in marmo e ghirigori simbolici che adornano i singoli edifici. Tra gli inquilini del
quartiere Coppedè ci sono diversi ambasciatori e consoli, ma anche privati cittadini. Il
villino di via Brenta numero 26 è invece la sede di un liceo. Al centro della piazzetta principale –
piazza Mincio – si trova anche la celebre fontana delle rane, che, con alcuni richiami all’arte classica, vuole omaggiare le
celebri fontane romane del Bernini.
5. I rifugi di Villa Torlonia
Villa Torlonia è uno dei parchi di Roma, nel quartiere
Nomentano. All’interno ospita diversi palazzi, tra cui il
Casino Nobile che dal 1925 e per circa 18 anni fu
l’abitazione di Benito Mussolini e della sua famiglia. Per questa ragione nei sotterranei della struttura furono costruiti alcuni rifugi che avrebbero avuto il compito di tutelare il
dittatore e la sua famiglia da ogni tipo di attacco. Il primo si trova nella cantina sotto il
laghetto del fucino: era un ambiente già esistente, che fu però dotato di porte blindate e altri
sistemi di sicurezza per essere adibito a rifugio sotterraneo. Il secondo, realizzato nel
1941, era invece interno al Casino Nobile: uno stanzino in
cemento armato che si trova nel seminterrato dell’abitazione. L’ultimo, il
bunker, fu invece scavato a 6 metri di profondità sotto il Casino e rimase
incompiuto perché Mussolini fu arrestato prima del suo utilizzo. Oggi tutti i
rifugi sotterranei di Villa Torlonia ospitano esposizioni multimediali e reperti del passato; sono visitabili su
prenotazione, accompagnati da una guida e per un massimo di 15 persone alla volta.