Venezia fuori dagli schemi: ecco le isole meno conosciute della laguna

19 maggio 2023
640px-Poveglia_Closeup_of_Hospital

640px-Poveglia_Closeup_of_Hospital

Venezia e le sue isole, un tesoro italiano fra i più conosciuti ad apprezzati in tutto il Mondo, non a caso entrato nell'elenco dei siti Patrimonio dell'Unesco nel 1987. Delle oltre sessantadue isole che compongono la parte di terraferma della laguna, le più note sono sicuramente quelle di Murano e Burano, ma ce ne sono moltissime altre ricche di storia e leggenda. Ogni lembo di terra in realtà meriterebbe un approfondimento a parte, sia per la bellezza naturalistica, che per quella artistica. Vediamone quattro fra le più insolite e particolari.

San Giorgio in Alga

San Giorgio in Alga è una delle isole più belle dell'intera laguna di Venezia, nonché una delle più piccole, estendendosi per poco più di un ettaro. È situata tra l'isola della Giudecca e la terraferma, e da come si evince chiaramente dal nome, è circondata da un'enorme quantità di alghe. Dall'XI secolo fino al 1800, fu abitata esclusivamente da ordini religiosi, con i primi che vi costruirono un monastero dedicato a San Benedetto. Intorno alla metà del 1300 invece, viene ambientata una leggenda legata all'Ordine dei Templari, i quali avrebbero nascosto un bottino, mai ritrovato, proprio nell'isola. veneziaIl periodo di splendore di San Giorgio in Alga terminò con l'arrivo di Napoleone, che trasferì i frati sulla terraferma, adibendo il monastero ad uso bellico. Cosa che fecero anche i tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, attirando così i raid aerei dei bombardamenti Alleati che ridussero le costruzioni a macerie. Attualmente, l'isola di San Giorgio in Alga è disabitata, e versa in uno stato di totale abbandono. La ricchezza storica rimane, cosa che invece non si può dire dei reperti e delle reliquie religiose che arricchivano l'isola. Esse infatti, sono state oggetto di numerosi saccheggi a causa della mancata cura.

Sant'Angelo della Polvere

Un'isola piccolissima (meno di mezzo ettaro) situata tra Venezia e San Giorgio in Alga. All’inizio dell’XI secolo, fu colonizzata dalle suore benedettine, che vi costruirono un convento. Poco dopo il 1500 però, le religiose vennero cacciate con la forza per un motivo molto curioso che spiegheremo tra qualche riga. Una volta allontanate le ecclesiastiche, l’edificio venne convertito in polveriera. Da qui il nome di Sant’Angelo della Polvere. Come buona parte delle "colleghe", anche questa piccola porzione di terra in mezzo alla laguna ha una storia molto particolare. Come dicevamo poc’anzi, le prime abitanti dell’isola furono le suore, le quali sono legate a una vicenda narrata molto dettagliatamente nelle cronache dell’XVI secolo. Le mogli dei pescatori residenti sulle isole di Pellestrina e Malamocco notarono una forte diminuzione del pescato. Non convinte dalle spiegazioni dei mariti, diedero mandato a un magistrato di indagare. Dai rilievi effettuati, emerse che i pescatori al ritorno facevano tappa sull’isola di Sant’Angelo, dove lasciavano parte del pescato alle suore in cambio di prestazioni sessuali. Lo scandalo colpì una Chiesa già sotto attacco (ricordiamo infatti la contemporaneità dell'evento con la Riforma luterana del 1517), che cercò immediatamente di porre riparo al comportamento delle suore. L’intervento da parte dei religiosi portò a un nulla di fatto, con i preti che furono cacciati a sassate e rispediti a Venezia. Furono necessari i Corazzieri per allontanare le suore tentatrici dall’isola. A prova di ciò, vi furono dei ritrovamenti di conchiglie di ostriche risalenti al 1500, un tipo di pietanza, allora come oggi, particolarmente ricercata e non presente nel menù quotidiano delle suore dell'epoca. L'isola è facilmente raggiungibile con un battello da Venezia.

San Francesco del Deserto

Un luogo di pace, tranquillità, natura e preghiera. San Francesco del Deserto è una delle isole della laguna più suggestiva. Merito sicuramente della protezione che gode rispetto al turismo di massa: l'unico modo per raggiungerla infatti, è tramite imbarcazioni private dall'isola di Burano. In mezzo a una fitta, ma ben curata, vegetazione composta da cipressi secolari che fungono da rifugio ai numerosissimi uccelli presenti, sorge un convento di frati francescani plurisecolare. Le prime strutture (la chiesetta e un chiostro) risalgono al XIII secolo. veneziaSecondo la leggenda, San Francesco d'Assisi, di ritorno dal suo pellegrinaggio in Terra Santa, si fermò sull'isola al tempo disabitata, perché attratto dal canto degli uccelli. “I fratelli uccelli stanno lodando il Creatore; perciò andiamo in mezzo a loro a recitare insieme le lodi del Signore e le ore canoniche”, disse il Santo ad un frate suo compagno di viaggio secondo gli scritti di San Bonaventura. Il coro degli uccelli era parecchio assordante, tanto da non permettere la preghiera a San Francesco. Il Santo di Assisi allora, si rivolse agli animali: “Fratelli uccelli, smettete di cantare fino a quando avremo finito di recitare le lodi prescritte”, e calò subito il silenzio. Al termine del momento di preghiera, San Francesco fece un cenno, e il coro riprese. Per via di questo episodio, il proprietario dell'isola decise di costruirvi una piccola chiesa e di donare l'intero lembo di terra ai Frati Minori Francescani. Ma perchè la dicitura "del deserto"? Nel 1400, l'insalubrità dell'aria lagunare rese impossibile la vita sull'isola, con i frati che la abbandonarono per circa cinquant'anni. Durante la conquista napoleonica (inizio XIX secolo), neanche a dirlo, il convento diventò una base militare, andando incontro allo stesso destino di molte altre delle sue sorelle isole. A differenza di alcune però, San Francesco del Deserto fu risparmiata dalla Seconda Guerra Mondiale. I frati abitano tuttora l'isola, raggiungibile da Burano attraverso imbarcazioni private.

Poveglia

veneziaFra le isole lagunari meno note, Poveglia è quella con la storia più curiosa. Si dice infatti, che il piccolo lembo di terra situato a sud di Venezia fosse infestato dai fantasmi. Il suo status di isola per rifugiati e persone non volute dalla comunità come malati e infermi, nacque già nel V secolo, quando vi si stabilirono gli abitanti in fuga dai barbari, creando un piccolo paradiso terrestre, lontano dagli scontri che hanno caratterizzato il tramonto dell'Impero romano d'Occidente. L'idillio durò secoli, fino a quando venne bruscamente interrotto dall'avvento della peste nera: l'isola di Poveglia diventò un luogo di esilio per i contagiati, che venivano trasferiti per essere isolati e bruciati una volta deceduti. veneziaLa quarantena a Poveglia infatti, significava andare incontro a morte certa. Per questo, si vociferava che il 50% del terreno fosse composto da ceneri umane. Una storia a tratti inquietante, che il passare degli anni non ha fatto altro che alimentarne la fama come luogo di terrore. Nel 1922 vi costruirono un ospedale psichiatrico e i pazienti segnalarono numerose volte la presenza di molti fantasmi: le vittime della peste. Per questo, gli ospiti del manicomio furono soggetti a particolari esperimenti medici che oggi definiremmo torture. Furono in molti quelli che per sottrarvisi, si gettarono dalla torre più alta dell'isola perdendo la vita. Oggi Poveglia è disabitata e non esistono percorsi turistici che ne prevedano la visita. L'unico modo per raggiungerla, è quello di affittare un'imbarcazione privata e scavalcare la recinzione presente.