Valpolicella da gustare: in bicicletta nella terra dell'Amarone

di MONICA GUZZI
9 agosto 2023
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Duecento chilometri di percorsi e strade secondarie, due pievi romaniche, 108 ville venete, un’antica villa romana a Negrar. Se il paesaggio della Valpolicella si dovesse riassumere in numeri, queste sarebbero le principali cifre che si nascondono fra le morbide colline e i terrazzamenti coltivati a vite, i borghi in pietra, le vecchie cave, le cascate di Molina, le tante cantine, gli ulivi e i ciliegi. Un paesaggio di straordinaria bellezza, quello incastonato fra il lago di Garda e l’Est veronese, passando per le aree del Monte Baldo e della Lessinia. Una terra di grandi vini, primi fra tutti Amarone, Valpolicella e Recioto, da gustare lentamente, proprio come i suoi frutti. Una meta ideale per il turismo enogastronomico, ma anche sportivo, poiché le sue dolci colline e le vallate la rendono percorribile a piedi e in bicicletta, grazie alla riqualificazione degli itinerari cicloturistici gestita dal Gal Baldo Lessinia e sostenuta dal Comune di Negrar, capofila per i Comuni di Dolcé, Fumane, Marano di Valpolicella, Sant’Anna Alfaedo e Sant’Ambrogio di Valpolicella.

Il Borgo di San Giorgio

Dal 2015 è inserito nell’elenco dei Borghi più belli d’Italia. San Giorgio “ingannapoltron” (un soprannome dato dalla posizione su un’altura, solo apparentemente vicina e facilmente raggiungibile per chi un tempo viaggiava a piedi), è un distillato della storia della Valpolicella, dall’età dei metalli ai romani, ai longobardi, dal medioevo fino ai veneziani. Qui c’è anche una storia di partigiani, oltre a una storia di cavatori, con la nascita dell’unica scuola per scalpellini del marmo d’Italia, ora trasferita a Sant’Ambrogio. Qui la pietra domina il paesaggio, dai muretti a secco (detti anche marogne) tutelati dall’Unesco, fino alla pieve longobardo-romanica realizzata fra il VII e il XII secolo sui resti di un tempio pagano.

Fra storia e natura

Da non perdere, altri punti di interesse suggestivi come il Santuario della Madonna delle Salette, sospeso su una nicchia rocciosa sulla Costa delle Corone, o il poggio di Santa Maria Valverde, l’oasi naturalistica dell’alzaia di Ponton. E poi la chiesa vecchia di Cavalo di Fumane, i suoi lavatoi, fino al tempio di Minerva sull’altura del Monte Castelon, e le numerose ville rinascimentali e neoclassiche.

Turisti a pedali

Il percorso Cicladige copre l’intero territorio di Dolcè, dalla stazione di Domegliara nel comune di Sant’Ambrogio, passando per Volargne, Ceraino, Dolcè, Peri e Ossegno: 26 chilometri di ciclabile immersi nel verde. Tra le nuove proposte, un itinerario Gravel di 43 chilometri che parte dal fondovalle della Valpolicella per arrivare a quota di mezza montagna (600/700 metri) seguendo i corsi dei torrenti nei profondi vaj e percorrendo vecchie strade secondarie al servizio delle contrade dell’alta Valpolicella, per poi attraversare gli storici borghi. Un percorso che tocca punti di interesse come la Grotta di Fumane, il borgo di Molina e le sue corti, il borgo di Mondrago con i suoi panorami, le antiche fontane di Vaggimal, il paese di Prun con le cave di pietra della Lessinia e la villa romana di Negrar con le sue pavimentazioni a mosaico del III secolo d.C. Chi invece vuole scoprire la Valpolicella in mountain bike ha due itinerari a disposizione: uno breve di 25 chilometri e uno più impegnativo di 40, tra strade di campagna, sterrati, valli minori e crinali lungo i quali apprezzare gli scorci di Contrada Moron con la sua fontana-lavatoio, il parco naturalistico di 50 ettari, fra prati, boschi montani e ambienti coltivati a vite e ulivo, o ancora il campanile della pieve di Negrar, l’antico borgo di Mazzurega, Cavalo e il Monte Pastello, fino al borgo di Purano e l’oratorio di San Giorgio. A piedi o in bici, ci si può affidare al gruppo di guide ambientali escursionistiche di Here I Am, veri e propri narratori di un territorio che conoscono e rispettano. Le bici si possono noleggiare alla Piccola Corte a Breonio.

Andar per cantine

Nella vallata di Fumane sorge l’azienda agricola a conduzione familiare Borghetti-Corte Fornaledo, dove oltre alle degustazioni è possibile scoprire l’antica torre colombaia. Da questa torre il viavai dei piccioni rappresentava uno dei più antichi sistemi di posta della valle. Qui si produce Valpolicella, Amarone, Recioto, ma anche olio extra vergine d’oliva. Tra le particolarità, l’etichetta anche in braille. C’è invece un qr code che rimanda a una playlist musicale sulle etichette del vino di un’altra piccola azienda biologica a conduzione familiare, Corte Bravi. “Ogni vino è unico, ha la sua personalità, il suo carattere, la sua musica”, spiegano i titolari. Qui è nato un progetto interessante come “Ti racconto la Valpolicella”, pic nic e antiche storie sdraiati sul plaid sotto la pergola. E sempre qui è partitala tradizione de “Lospitata”, che raduna la prima domenica di agosto anche altre cantine, in teoria concorrenti. L’azienda agricola di Valentina Cubi, nella piccola contrada di Casterna, è invece l’antesignana del biologico, avviato 13 anni fa. Oggi produce 40mila bottiglie, la maggior parte destinata all’estero, e ha anche un agriturismo.

L’ospitalità

Qualità della materia prima e artigianalità sono i punti di forza di Toni di Gusto, enoteca e gastronomia molto forte anche nell’asporto. La buona tradizione è invece protagonista delle cene con degustazione all’Enoteca della Valpolicella. Un B&B spettacolare, nato dalla trasformazione di un antico edificio in pietra con un tocco di design ma senza alterare nulla, è appena stato inaugurato a due passi dalla fontana lavatoio di Gorgusello di Fumane, un paesino che conta complessivamente 25 abitanti. Solo quattro camere e un camino vecchio oltre cent’anni, ristrutturato da Fabio Zivelonghi, ingegnere che qui è nato, e dalla moglie Serena. E sulla tavola salumi e marmellate fatte in casa, formaggi delle malghe più vicine e i fichi dell’albero che sorge fuori casa.