Carnevale alternativo in Veneto: con le maschere di legno a 3mila metri

Il 'Carnevale del Veneto' ufficiale non è quello di Venezia. Nel resto della regione dame e nobiluomini o carri allegorici lasciano il posto a tradizioni montane e contadine, come quella della Zinghenesta o del Bacanal

di LAURA DE BENEDETTI
26 febbraio 2025

Le splendide maschere intagliate nel legno, realizzate dal Consorzio Mascherai Alpini (in questa immagine, pubblicata su Fb, usate in un evento a Sappada)

Quando si pensa al Carnevale del Veneto, l’immagine che affiora subito alla mente è quella delle maschere sontuose e delle atmosfere raffinate di Venezia, un lungo spettacolo dove tutti sono attrici e attori, capace di attirare migliaia di turisti da tutto il mondo. 

Ad avere la denominazione ufficiale, però, non è la festa prequaresimale del capoluogo regionale ma è l'evento spettacolare che negli anni '80 ha portato nel Padovano i big della musica e dello spettacolo. Eppure, al di fuori della città lagunare, esiste un altro Carnevale, fatto di usanze radicate nel territorio e nella cultura popolare. Lontano dagli scenari aristocratici, i festeggiamenti assumono forme diverse, più legate alle tradizioni montane e contadine. In piccoli centri e borghi, si celebrano rituali che affondano le radici nei secoli, come il Bacanal del Gnoco di Verona o la suggestiva festa della Zinghenesta in alcune valli dolomitiche.

Sono eventi in cui il Carnevale non è solo spettacolo, ma un momento identitario per la comunità, in cui le maschere sono scolpite nel legno dagli artisti del Consorzio Mascherai Alpini, le mostre sono nei rifugi e si può scattare una foto in costume a 3mila metri. Oppure assistere a riti che danno vita ad un folclore autentico, anche se meno conosciuto e lontano dalla folla.

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