Rovigo, dolce e serena fra l’Adige e il Po
È abbracciata da due grandi fiumi, l’Adige e il Po. È al centro, nel cuore della Pianura Padana. È Rovigo. Forse, dicono, la città meno conosciuta del Veneto. Ma probabilmente è una fake news. Perché Rovigo è dolce e serena. È ci sono molte cose belle da vedere. Ti accoglie con i resti di un castello medievale con la torre Donà, una delle più alte del nord Italia e torre Grimani, detta anche torre Mozza. Sempre di origine medievale è il bellissimo Monastero di San Bortolo. Sorto come convento dell’ordine degli Umiliati, fu poi sede dei monaci della congregazione olivetana. Ora ospita il Museo dei Grandi Fiumi che ripercorre 3500 anni della storia del territorio, attraverso linguaggi innovativi ed interattivi. Dopo la dominazione Estense la città passò nelle mani della Serenissima. Sul finire del ’500, Venezia pensò di costruire una grande chiesa per ospitare un’immagine sacra di Madonna con Bambino. E’ la chiesa della Beata Vergine del Soccorso, meglio nota come il tempio della Rotonda. La pianta è ottagonale e l’ottagono è la figura che più si avvicina al cerchio, la forma perfetta. Si narra che l’edificio venne costruito in occasione del superamento di una pestilenza, per poter accogliere più degnamente i numerosi devoti che volevano venerare l’immagine sacra. Rovigo è conosciuta anche come ‘città delle rose’, poiché secondo gli eruditi del passato, il nome Rovigo deriverebbe dal greco rhodon ‘rosa’. Nell’Orlando furioso, Ludovico Ariosto descrive la città come “la terra il cui produr di rose / le dié piacevol nome in greche voci”). Gli abitanti (poco più di 50mila) si chiamano rodigini. Dopo la dominazione veneziana, arrivò Napoleone. Le truppe francesi distrussero fra le altre cose anche la Chiesa di Santa Giustina. Nell’attuale piazza Garibaldi, si vede ancora il perimetro dove sorgeva l’edificio sacro. In piazza Garibaldi troviamo il teatro Sociale costruito in epoca austriaca e il Caffè Borsa. La statua di Garibaldi era destinata a Roma, siccome lo scultore era contrario alla monarchia, scolpì al posto delle staffe delle corone al contrario. Roma non la volle e Rovigo la mise nel 1896 di fianco a piazza Vittorio Emanuele II. Quest’ultima è il cuore della città. Con la splendida Loggia dei Notari (XIII secolo) e l’Accademia dei Concordi, la cui pinacoteca è ospitata nel vicino palazzo Roverella, maestosa testimonianza del periodo rinascimentale ed estense di Rovigo. All’interno vengono allestite mostre interessanti come quella di Kandinskij. La via principale è il Corso del Popolo dove una volta passava il canale Adigetto che in epoca fascista venne interrato. Il rugby è lo sport della città, i colori rosso blu si trovano ovunque e lo stadio Battaglini è il tempio della palla ovale italiana. Da ricordare anche l’ex manicomio, fondato nel 1929, lo chiusero nel 1995. Negli spazi abbandonati ora ci sono mostre ed eventi sportivi.