Rovigo, dolce e serena fra l’Adige e il Po

di CARLO CAVRIANI
1 luglio 2022

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È abbracciata da due grandi fiumi, l’Adige e il Po. È al centro, nel cuore della Pianura Padana. È  Rovigo. Forse, dicono, la città meno conosciuta del Veneto. Ma probabilmente è una fake news. Perché Rovigo è dolce e serena. È ci sono molte cose belle da vedere. Ti accoglie con i resti di un castello medievale con la torre Donà, una delle più alte del nord Italia e torre Grimani, detta anche torre Mozza. Sempre di origine medievale è il bellissimo Monastero di San Bortolo. Sorto come convento dell’ordine degli Umiliati,  fu poi sede dei  monaci della congregazione olivetana. Ora ospita il Museo dei Grandi Fiumi che ripercorre 3500 anni della storia del territorio, attraverso linguaggi innovativi ed interattivi. Dopo la dominazione Estense la città passò nelle mani della Serenissima. Sul finire del ’500, Venezia pensò di costruire una grande chiesa per ospitare un’immagine sacra di Madonna con Bambino. E’ la chiesa della Beata Vergine del Soccorso, meglio nota come il tempio della Rotonda. La pianta è ottagonale e l’ottagono è la figura che più si avvicina al cerchio, la forma perfetta. Si narra che l’edificio venne costruito in occasione del superamento di una pestilenza, per poter accogliere più degnamente i numerosi devoti che volevano  venerare l’immagine sacra. Rovigo è conosciuta anche come ‘città delle rose’, poiché secondo gli eruditi del passato, il nome Rovigo deriverebbe dal greco rhodon ‘rosa’. Nell’Orlando furioso, Ludovico Ariosto descrive la città come “la terra il cui produr di rose / le dié piacevol nome in greche voci”). Gli abitanti (poco più di 50mila) si chiamano rodigini. Dopo la dominazione veneziana, arrivò Napoleone. Le truppe francesi distrussero fra le altre cose anche la Chiesa di Santa Giustina. Nell’attuale piazza Garibaldi, si vede ancora il perimetro dove sorgeva l’edificio sacro. In piazza Garibaldi troviamo il teatro Sociale costruito in epoca austriaca e il Caffè Borsa. La statua di Garibaldi  era destinata a Roma, siccome lo scultore era contrario alla monarchia, scolpì al posto delle staffe delle corone al contrario. Roma non la volle e Rovigo la mise nel 1896 di fianco a piazza Vittorio Emanuele II. Quest’ultima è il cuore della città. Con la splendida Loggia dei Notari (XIII secolo) e l’Accademia dei Concordi, la cui pinacoteca è ospitata nel vicino palazzo Roverella, maestosa testimonianza del periodo rinascimentale ed estense di Rovigo. All’interno vengono allestite mostre interessanti come quella di Kandinskij. La via principale è il Corso del Popolo dove una volta passava il canale Adigetto che in epoca fascista venne interrato. Il rugby è lo sport della città, i colori rosso blu si trovano ovunque e lo stadio Battaglini è il tempio della palla ovale italiana. Da ricordare anche l’ex manicomio, fondato nel 1929, lo chiusero nel 1995. Negli spazi abbandonati ora ci sono mostre ed eventi sportivi.
Top 5 di Rovigo

1 Dimore dell’arte

Il palazzo Roncale è un palazzo nobiliare del ’500 nei pressi di piazza Vittorio Emanuele II. Con il vicino palazzo Roverella è sede di mostre interessanti come quella attuale (si chiude proprio oggi) su Giovanni Miani, ‘Il leone bianco del Nilo’, grande esploratore rodigino dell’800.

2 Palazzo Angeli

Recentemente restaurato, palazzo Angeli, certamente è uno dei più belli della città. Costruito nel 1780 dall’architetto veronese Francesco Schiavi e donato al Comune nel 1876 dal conte Domenico Angeli, è oggi sede dell’università di Giurisprudenza di Ferrara.

3 Porte e cinta muraria

La Porta San Bortolo, eretta tra il 1482 e il 1486, è la meglio conservata delle due porte cittadine rimaste della cinta muraria di Rovigo. L’aspetto attuale rimane sostanzialmente identico a quello che aveva assunto con i lavori di sistemazione della cinta muraria cittadina da parte della Repubblica di Venezia.

4 La casa del Podestà

In piazza Garibaldi si trova l’antico palazzo pretorio, edificato alla fine del ‘400 come residenza del podestà veneziano. L’insediamento della Camera di Commercio, avvenuto nel 1851, determinò una ristrutturazione del piano terra. E’ del 1928 il ‘Salone del Grano’ con la grande volta a botte vetrata. Oggi sede di convegni e congressi.

5 L’antico zuccherificio

Lo zuccherificio nacque agli inizi del ‘900 a opera della Società Italiana per l’industria dello zucchero e rimase operante fino al 1978. Nel 1991 si costituì il Centro Servizi Spa. I progetti di recupero hanno sottolineato la qualità dell’esistente. Alcuni edifici, oggi, sono sede di fiere, congressi, università, laboratori e aziende scientifiche.