Sulle onde della
Serenissima alla scoperta delle
erbe e delle
piante del territorio. Un
itinerario fuori dal comune, adatto per la stagione autunnale, a cui si aggiunge, a volte, la presenza della
nebbia che rende il paesaggio ancora più suggestivo.
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Tra ghebi e barene
Partenza a bordo della
Caorlina, barca tipica della zona, per percorrere la
laguna settentrionale per conoscere un’oasi naturalistica. Si inseguono
le bricole lungo i canali navigabili che da
Bacino di San Marco tracciano le rotte da seguire per non finire arenati in secca. La flora, fra cui erbe da annusare e anche da assaporare che si trovano nelle
barene, un ecosistema caratteristico della laguna veneta, ricoperte da un fitto manto di cespugli, detto baro, da cui ne deriva il nome. Si tratta di distese piatte e basse, in cui l'afflusso di acqua viene regolato dalle
maree che disegnano in modo naturale
canali stretti e tortuosi, chiamati
ghebi in veneziano. Nelle barene crescono le
piante alofile, vegetazioni resistenti all'elevata salinità del suolo come la salicornia, oltre ad uso alimentare, viene usata per la produzione di alcuni saponi, la spartina, la beta maritima, la portulaca di mare, la pulcinella, l'aster e il giunco ed alcune specie nettarifere tra cui il Limonium serotinum, chiamato limonio comune, il cui nettare viene raccolto dalle api per produrre il miele di Barena.
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Dove mangiare
Ddalla laguna alla tavola con
la salicornia nella realizzazione dei piatti come i bocconcini di riso con crema di cavolfiore o l'anguilla fritta e rapa rossa o il totano farcito alle erbe con salsa all'amatraciana proposte dallo
chef Raimondo Squeo del
ristorante Vero del Ca' di Dio. Sapori unici come
l'ulva lactuca e gracilaria in una cucina circolare, ogni piatto rispetta i ritmi della natura secondo i dettami della laguna, attenta a ridurre al minimo gli sprechi. Tra i
piatti iconici il classico pesce da zuppa dell’Adriatico, che mette in fila la gallinella e il rombo, il San Pietro e la seppia, e poi le capesante, le vongole e i conchiliacei, sempre accompagnati da elementi vegetali. Nell'itinerario, inoltre, una sosta per
un aperitivo Da Primo a Burano, l'isola lagunare conosciuta per le case colorate, i merletti e i
Bussolai, tipici dolci, che propone branzino mantecato (in alternativa al classico baccalà), scampi in saor con cipolla di tropea pinoli e usa passa, spada fresco marinato fresco cotto a bassa temperatura e basilico, accompagnato dallo Spritz.
Dove dormire
In tema con il rispetto dell'ambiente e della natura,
l'hotel Ca' di Dio della collezione Vretreats dimora storica di lusso, vicino alla Biennale e a pochi passi da
piazza San Marco, palazzo duecentesco, che era una casa di accoglienza per pellegrini, nel XXI secolo. Un albergo senza insegne, un lusso riservato e sobrio con grande attenzione alla sostenibilità con utilizzo dell'acqua della laguna, poi restituita depurata, per produrre fluidi termovettori a bassa temperatura, il risparmio energetico con il recupero di calore dell’aria, e ancora, l’utilizzo, nelle divise del personale, di scarpe realizzate con plastiche recuperate dal mare o i tovaglioli in lino e cotone, riciclabili, compostabili e lavabili. Altra struttura, in altra zona, nel sestiere di
Cannaregio, vicino al Ghetto,
Palazzo Nani Venice, oggi
Radisson Collection Hotel. Il Palazzo fu residenza della famiglia Barbarigo della quale il suo massimo esponente fu il Doge Agostino Barbarigo. Nel settecento diventa sede del
Museo Naniano (Museo di Antichità appartenenti alla collezione privata della Famiglia Nani), poi sede dell’Universitá Cá Foscari di Venezia e, successivamente, Glass Museum Vitraria. In perfetto stile gotico, dove il restauro della facciata fu curato dal Sansovino, raccoglie importanti affreschi come quello del Guarana, collaboratore del Tiepolo, e importanti stucchi di Alessandro Vittoria.