Tutto è prospettiva, a Vicenza. Monumento del Cinquecento, perde spesso i suoi contorni per i viaggiatori che si trovino a decidere dove fermarsi in Veneto. Si trasforma in un cartello visto di passaggio, rischia di essere oscurata dalle città vicine, capoluoghi letterari d’eccellenza e set cinematografici a cielo aperto. Situata, infatti, proprio a metà tra le più note Verona di Romeo e Giulietta e Venezia, la città sull’acqua, Vicenza rischia di essere oscurata. Invece proprio nei chiaroscuri, nelle ombre date dalle forme risiede la sua più grande forza, l’imperante bellezza.
Vicenza è Palladio, e Andrea Palladio è la prospettiva. Dentro c’è il pensiero, c’è la misura, il ragionamento umano. È il rinascimento, che spalancherà le porte all’illuminismo, con i suoi «edifici che sembrano un pensiero architettonico piuttosto che opere compiute, che si impongono come l’elaborazione più completa del pensiero dell’uomo rispetto alla natura, chiaramente distinti dalla natura e dal paesaggio, eppure ad esso legati da un rapporto indissolubile, così che anche la natura sembra pensata dall’architetto», così descrive il critico d’arte Vittorio Sgarbi.
Vicenza, gioiello nel panorama veneto, è meta di un turismo culturale proveniente da tutto il mondo, il suo centro storico è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità grazie ai numerosi edifici realizzati dall’architetto. L’eleganza delle sue forme si ritrova per le vie – le ‘contrà’ – e per le piazze, nel palladiano Palazzo Chiericati, anche sede del Museo Civico, che conserva ed espone più di 35mila opere tra dipinti, sculture, grafiche e giocattoli. Progettato nel 1550 come residenza nobiliare per i conti Chiericati, fu costruito a partire dall’anno successivo e completato solo alla fine del Seicento. Tappa imperdibile è l’altro capolavoro prospettico dell’architetto padovano: il ligneo Teatro Olimpico, primo e più antico teatro stabile coperto dell’epoca moderna. Nella centrale Piazza dei Signori si può ammirare la solenne Basilica Palladiana, anche detta Palazzo della Ragione, edificio simbolo di Vicenza. Immancabile è la visita a La Rotonda, la più celebre tra le ville di Palladio, composta di quattro facciate tutte uguali che si stagliano dal verde della campagna intorno. Una boccata d’aria, immersi nel silenzio, per dare nuova linfa allo spirito.
VALDOBBIADENE La capitale del prosecco e l’Osteria senz’Oste
Capitale del prosecco, insieme a Conegliano, in queste terre trevigiane il vino diventa cultura, luogo di tradizione, ma anche di innovazione viticola. Curioso, per chi voglia assaporarne lo spirito, è l’Osteria senz’Oste. Si entra e ad attendere i passanti ci sono bottiglie e prodotti da mangiare. Si lascia un contributo economico, ma il cameriere non c’è. Questa formula è iniziata quasi per caso dal signor Cesare, lasciando sul suo casolare, in cima alla collina, dei bicchieri di vino per gli amici che passavano di lì. Poi sono arrivati gli amici degli amici e al vino si sono aggiunti degli stuzzichini. Alla fine anche i primi spiccioli di ringraziamento. Solo il fisco interruppe la poetica che permea il luogo: si andò a patta inserendo una cassa elettronica. Il casolare non demorde, assorbito dal panorama mozzafiato delle colline di vigneti e le Prealpi sullo sfondo.
ASIAGO L’Altopiano goloso
La provincia di Vicenza comprende anche una delle zone naturali più belle del Veneto. Si tratta dell’Altopiano di Asiago dove, anche se la storia ha fatto piazza pulita della maggior parte dei monumenti più antichi, ha mantenuto intatta la bellezza della natura. Immancabile è l’assaggio del formaggio Asiago, nelle sue varie stagionature. Sono anche le terre dove si è svolta la Grande Guerra. Lungo il percorso si può visitare il Sacrario Militare del Leiten, inaugurato nel 1938, dove riposano i corpi dei caduti italiani e austroungarici della Prima Guerra Mondiale, e il museo che racconta le battaglie dell’altopiano. Tra una malga e un rifugio alpino, le stelle sono più vicine se si fa una tappa all’Osservatorio astrofisico e astronomico, inaugurato nel 1942 in occasione del terzo centenario della morte di Galileo.
BASSANO DEL GRAPPA Il Medioevo, il Rinascimento e il Ponte degli Alpini
Bassano del Grappa in provincia di Vicenza, e il suo celebre ponte
Dalla pianura alla zona montuosa, a pochi chilometri da Vicenza, c’è Bassano del Grappa, che vanta antichissime origini, anche se i due periodi che più la caratterizzano restano il Medioevo e il Rinascimento. Luogo simbolo della città è il Ponte Vecchio (o degli Alpini), ricostruito più volte, fortunatamente sempre tenendo fede al progetto cinquecentesco palladiano. Immancabile la tappa legata alla grappa: la Nardini, la cui distilleria è proprio su Ponte Vecchio, con possibilità di fare aperitivo in uno dei posti più suggestivi di Bassano. L’azienda Poli si trova invece a Schiavon, vicino a Bassano, dov’è visitabile la storica distilleria artigianale fondata nel 1898 e il Poli Museo della Grappa. Altro luogo simbolo è Ca’ Rezzonico, villa del dominio veneziano famosa per gli stucchi e le decorazioni pittoriche (su cui c’è la mano del Canova).
LA BASILICA Monte Berico e le scalette verso il cielo
A sud della città di Vicenza, sorge la Basilica di Monte Berico, dedicato alla Madonna patrona della città, in cui sono custodite opere d’arte tra cui “La Cena di San Gregorio Magno” di Paolo Veronese. Fu eretta nel Quattrocento, dopo le apparizioni della Vergine Maria a Vincenza Pasini. La Madonna promise la fine della peste e chiese che in quel luogo fosse edificato un luogo dedicato al suo culto. Il Santuario, posto sul colle a dominare e proteggere Vicenza. Da quasi sei secoli, i Servi di Maria vi accolgono ogni anno migliaia di fedeli provenienti da tutto il globo. Si raggiunge velocemente dal centro storico percorrendo un viale, oppure salendo i 192 gradini che compongono le “Scalette di Monte Berico”. La Basilica accoglie una delle più importanti collezioni italiane di ex voto, ed è tra i santuari mariani più visitati del Veneto.